‘Strutture per minori’: Umbria, nuove norme

C’è l’ok della giunta, l’assessore Barberini: «Dare risposte più efficaci ai bisogni dei minori e delle loro famiglie. Più qualità, equità ed efficacia dei percorsi assistenziali»

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Il 21 dicembre, a dodici anni dal precedente, entrerà in vigore il nuovo regolamento della Regione Umbria sui servizi residenziali per minorenni. Il documento è stato approvato dalla giunta e punta a rinnovare e semplificare la materia legata all’accoglienza dei minori in difficoltà fuori dal contesto familiare, garantendo maggiori diritti e opportunità tramite l’innalzamento del livello qualitativo e quantitativo dei servizi.

Lo scopo L’assessore regionale alla salute, coesione sociale e welfare, Luca Barberini, sottolinea che «l’obiettivo è dare risposte più efficaci ai bisogni dei minori interessati e delle loro famiglie, garantendo più qualità, equità, appropriatezza ed efficacia dei percorsi assistenziali, con interventi personalizzati, maggiori controlli e più opportunità per le comunità accoglienti. L’idea portante è quella di tutelare il superiore interesse del minorenne e i suoi diritti in situazioni di accoglienza etero-familiare, con particolare attenzione al sostegno inclusivo alla crescita, in vista di una progressiva acquisizione dell’autonomia. Il nuovo regolamento – prosegue Barberini – aggiorna, semplifica e rende più chiara e organica la disciplina regionale in materia, tenendo conto delle innovazioni normative e delle disposizioni introdotte dal nuovo piano sociale regionale. Si tratta di un testo integrato e multidisciplinare, che tiene insieme la definizione degli aspetti autorizzativi, con l’individuazione dei requisiti minimi delle strutture. Individua nuove tipologie di servizi che potranno essere autorizzati, definisce il percorso di accoglienza, inserimento e permanenza e l’eventuale reinserimento in famiglia del minore, garantendo una presa in carico orientata alla promozione del benessere e alla prevenzione dell’insorgere di situazioni di pregiudizio, nonché volta a rendere possibile l’attuazione di progetti individualizzati di cura e protezione».

Strutture e minori Barberini mette in evidenza che «nel nuovo testo normativo viene definita, in maniera chiara, la distinzione tra le funzioni socio-educative e quelle sociosanitarie e vengono introdotte, per la prima volta, due tipologie di strutture sociosanitarie residenziali per minori fuori dalla famiglia, una a bassa e una a media intensità terapeutico-riabilitativa, dando così attuazione ai nuovi Lea (Livelli essenziali di assistenza), che hanno riproposto l’esigenza di garantire un’assistenza sociosanitaria semiresidenziale e residenziale ai minori con disturbi in ambito neuropsichiatrico. Per la prima volta vengono, inoltre, definiti i requisiti relativi al modello educativo adottato dalle strutture, introducendo un metodo di lavoro multidisciplinare e integrato per migliorare la qualità dei servizi e la personalizzazione dell’intervento dedicato ai minori. Il procedimento – termina l’assessore – autorizzativo per le strutture sociali viene posto in capo alle zone sociali, tramite i Comuni capofila, mentre il gruppo dei valutatori che effettua i controlli viene regionalizzato, attraverso la creazione di un elenco regionale da cui le Zone sociali devono attingere».

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