di Giovanni Cardarello
La voce era nell’aria da giorni e i segnali erano molto chiari da tempo. Ma con l’avvicinarsi delle scadenze elettorali, c’è stata l’accelerazione definitiva. Parliamo del possibile accordo tra Alternativa Popolare, il partito di cui il sindaco di Terni Stefano Bandecchi è segretario nazionale, e la coalizione che sostiene il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni.
Gli indizi in tal senso erano i classici tre declinati da Agatha Christie: le dichiarazioni e i post dello stesso Bandecchi, il silenzio dell’eurodeputato di Fratelli d’Italia Marco Squarta, favorevole all’accordo, e le frasi nemmeno troppo sibilline degli esponenti ternani e del senatore, sempre del partito della Meloni, Franco Zaffini, meno orientati al patto.
Ma la politica, si sa, è l’arte del possibile e dell’impossibile. E quello che fino a qualche mese fa appariva, se non impensabile, quantomeno difficile, ovvero un accordo tra Bandecchi e il centrodestra, in queste ore sta per diventare realtà.
Ma la realtà è più complessa di quello che emerge da siti e agenzie di stampa. Ed a rivelarla è lo stesso sindaco di Terni, raggiunto telefonicamente da umbriaOn mentre è in giro per l’Europa per lavoro.
In questi giorni Bandecchi ha avuto un fitto scambio di idee e opinioni con i leader dei quattro partiti di maggioranza a livello nazionale, Fratelli d’Italia, Forza Italia, Lega e Noi con l’Italia. Lo scambio ha prodotto un accordo politico che prevede l’ingresso di Alternativa Popolare nella coalizione a livello nazionale. Di fatto un allargamento della maggioranza stessa anche se al momento AP non ha parlamentari.
Questo accordo, che dovrebbe essere ratificato nella giornata dei giovedì 12 settembre con la supervisione operativa dell’uomo forte dell’organizzazione di Fratelli d’Italia, Giovanni Donzelli, avrà tre effetti immediati.
Il primo è, appunto, la creazione di un centrodestra a cinque cilindri. Il secondo è il sostegno alla candidatura del sindaco di Genova Marco Bucci alla guida della Regione Liguria. Regione dove AP alle europee ha raccolto 2.062 voti senza fare campagna. Il terzo, e riguarda direttamente la Regione Umbria, è quello del ritiro della candidatura di Stefano Bandecchi a presidente della Regione – e qui virgolettiamo giocoforza: «Non avrò incarichi di governo, resterò a fare il sindaco di Terni» – e il sostegno, con tanto di lista, alla candidatura di Donatella Tesei.
Uno scenario così definito, ovviamente, cambia tutto il tratto politico della partita delle tre elezioni regionali in programma tra il 27 e 28 ottobre (Liguria) e il 17 e 18 novembre (Emilia-Romagna e Umbria). Fino a stamattina il centrosinistra accarezzava il sogno di un 3-0 secco, con Bandecchi in coalizione con il centrodestra cambia tutto. La partita è appena iniziata, il risultato incertissimo, toni, candidature e programmi li scopriremo nelle prossime settimane.
Le reazioni
Sinistra Italiana Terni: «Capiamo il disgusto dei cittadini verso la politica»
«Apprendiamo da indiscrezioni giornalistiche – afferma la segreteria provinciale di Sinistra Italiana Terni – che sarebbe stato siglato un accordo tra Bandecchi e il centrodestra per il sostegno a Donatella Tesei alle regionali. Si sono insultati, si sono denunciati, sono quasi arrivati alle mani nella casa comunale, hanno espresso gli uni dell’altro e viceversa i giudizi più irripetibili. Come se nulla fosse accaduto, ora hanno raggiunto un accordo. Sono questi i comportamenti che minano alla base la credibilità della politica e alimentano, non senza fondamento, il diffuso disgusto per i partiti e per le istituzioni. Le capriole e le giravolte di Bandecchi e del centrodestra non ci stupiscono. Dietro gli apparenti conflitti, c’era solo una messa in scena. Come Sinistra Italiana non siamo mai caduti nel tranello del Bandecchi centrista o addirittura di sinistra e neanche del Bandecchi ‘contro Perugia’. La sua candidatura era stata annunciata per difendere Terni dagli errori della giunta Tesei su sanità, sviluppo economico, piano rifiuti, trasporti e in questi giorni contro governo e regione su Ast. Era tutto falso. Abbiamo sempre visto la contiguità di pensiero, l’affinità di vedute, la spregiudicatezza dei comportamenti che li accomunava. Sembra più evidente, ora, che Bandecchi abbia utilizzato Terni per inseguire interessi diversi che ben presto avremo modo di verificare. Resta quindi solo da capire quali reciproche contropartite si siano scambiati. La rinuncia alla candidatura a presidente della Regione è inoltre una resa dovuta alla perdita del consenso in città a poco più di un anno dall’insediamento. Voleva fare il parlamentare europeo, il presidente del Consiglio e si riduce a fare il comprimario di Tesei. L’accordo è frutto della paura, di entrambi. Bandecchi, ha paura di finire nell’irrilevanza e ha deciso di far valere il suo residuo peso per se stesso e non certo per la città. Il centrodestra è spaventato dal risultato delle amministrative di giugno. I cittadini ternani faranno le loro valutazioni ora che l’inganno è svelato. Per parte nostra, faremo tutto il possibile perché questo penoso teatro riceva la risposta che merita dalle urne».
Pococacio (M5s): «Patto tra gente che si sputa addosso»
«Il centrodestra umilia i suoi elettori accordandosi con Bandecchi, ma per fortuna degli umbri sarà Stefania Proietti a vincere le prossime elezioni regionali». Ad affermarlo è Valentina Pococacio, candidata del Movimento 5 Stelle alle prossime elezioni regionali con la coalizione del ‘Patto Avanti’. «Sono evidenti – prosegue – l’opportunismo e le contraddizioni alla base dell’accordo tra il partito del sindaco di Terni e il centrodestra nazionale, accordo preso senza alcun rispetto per gli elettori e con l’unico obiettivo di provarle tutte pur di non perdere il potere. Persino coalizzarsi con chi, fino a ieri, disprezzavano pubblicamente. Stefano Bandecchi è un personaggio ripetutamente assurto agli onori delle cronache per comportamenti volgari, sessisti e omofobi. Il tristemente noto episodio dello sputo a un cittadino sotto Palazzo Spada è solo l’ultima di una lunga serie. È davvero paradossale che la destra umbra, che a Terni non fa altro che prendere le distanze da Bandecchi, ora lo accolga a braccia aperte solo per la paura di perdere. Un accordo che si basa sulla convenienza reciproca, non certo su una visione politica condivisa o su principi comuni. Potremmo dire che si tratta di un patto tra gente che, di fatto, si sputa addosso. La verità è che le sorti dell’Umbria, nel centrodestra, non vengono decise qui, ma a Roma. La nostra regione è ormai in balia dei giochi di potere del governo centrale, un governo che non ha una visione concreta per il nostro territorio e che non si preoccupa nemmeno di ascoltare le esigenze e la voce dei propri rappresentanti sulla scena della politica regionale».