Tamponi ‘difficili’ nel ternano: «A Perugia non è così. Perché?»

Terni – La vicenda di una donna che aveva necessità di far effettuare il test alla figlia di 10 anni il prima possibile. «Qui avrei dovuto attendere almeno fino al 30 settembre»

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di Alice Tombesi

A Terni, nell’emergenza di dover fare il tampone Covid alla figlia di 10 anni, una mamma è dovuta finire a Perugia per ottenere il primo appuntamento disponibile in poco tempo. La situazione in cui si sono ritrovate mamma e figlia è, nell’era Covid, la stessa di molti altri cittadini ternani. Quando si presenta la necessità di dover fare il tampone per verificare la positività o meno al virus, le sedi pubbliche di Terni (una procedura ancora non concessa a quelle private presenti sul territorio) sono quasi sempre al pieno degli appuntamenti.

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La prima data disponibile

Nel caso specifico della bambina ternana, ad esempio, il primo posto disponibile sarebbe stato il 30 settembre, costringendola a non poter tornare a scuola per diversi giorni. «Mia figlia qualche giorno fa aveva la febbre alta – racconta la madre -. Così ho chiamato la pediatra che, dopo avermi chiesto di avvisarla sull’andamento dei sintomi, le ha effettuato il tampone per lo streptococco, risultato negativo». Nel frattempo, per via delle elezioni, anche molte scuole nel ternano sono rimaste chiuse, concedendo il tempo necessario alla mamma di prenotare il tampone Covid per la figlia.

Terni ‘off limits’

«Dopo giorni di mal di gola, mia figlia aveva ancora un po’ di raffreddore. Avrei potuto rimandarla a scuola ma per scrupolo ho voluto prenotare anche un tampone per escludere qualsiasi positività». Per avere i risultati entro giovedì 24 settembre, la bambina avrebbe dovuto effettuare il test il lunedì o, al massimo, il martedì seguenti. Una volta al Cup, però, la madre ha trovato gli uffici chiusi; così si è recata in farmacia dove le è stato detto che anche lì non avrebbero potuto prenotare un appuntamento: «Mi hanno detto di andare al Cup di via Bramante, dove poi sono andata, o a quello dell’ospedale. Il primo posto libero era il 30 settembre, quando invece il 24 mia figlia sarebbe dovuta tornare a scuola. Ho chiesto di controllare se c’era la possibilità di farlo a Perugia. Non solo c’era modo di farlo oggi stesso (lunedì, ndR), ma c’era anche la disponibilità di cinque diverse fasce orarie. Non c’è lista d’attesa e, se c’è, scorre molto più velocemente».

La differenza e le domande

Così madre e figlia sono partite per Perugia, la bambina ha effettuato il tampone e giovedì dovrebbero arrivare i risultati. Giusto in tempo per poter rientrare, si spera, in totale sicurezza a scuola. Arriva proprio dagli istituti scolastici la richiesta di tenere a casa i bambini qualora presentassero sintomi sospetti e di effettuare, basandosi sul buon senso dei genitori, tutti gli accertamenti del caso per non mettere a rischio gli altri alunni. «Voglio che mia figlia torni a scuola in sicurezza, per lei e per gli altri. Mi chiedo però come mai a Terni le liste d’attesa sono così lunghe mentre, a un centinaio di chilometri più in là, la situazione è completamente diversa?».

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