Tamponi obbligatori (ma non troppo): decideranno i cittadini

Quello sulle procedure dopo i test antigenici non era un errore di interpretazione ma proprio un errore di scrittura della delibera. Giovedì sera arriverà una circolare interpretativa

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di P.C.

Sul caso dei tamponi obbligatori a pagamento in caso di positività ai test antigenici o sierologici che tante polemiche aveva provocato, è arrivato un chiarimento dal direttore della sanità regionale, Claudio Dario.

IL CASO DELLA DELIBERA MALE INTERPRETATA (O SCRITTA MALE)

La circolare interpretativa

In effetti, fin dalle prime reazioni, dopo la delibera regionale del 25 novembre, in Regione c’è stato un certo imbarazzo. Si è provato a dire che era stata male interpretata e anche l’assessore Luca Coletto ha provato, nella sua puntualizzazione, ha spiegarla a modo suo. Ma in realtà, per come è scritta, la delibera dice chiaro e tondo che c’è l’obbligo di sottoporsi immediatamente al tampone, e a proprie spese, se si viene trovati positivi. Tant’è vero che nei corridoi di Palazzo Donini nei giorni scorsi ci si confrontava sulla modalità migliore per correggerla. Alla fine si è scelta la circolare interpretativa, in attesa della pubblicazione delle linee di indirizzo per la sorveglianza e la strategia diagnostica; documento che dovrà essere licenziato dal Cts.

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I cittadini non sono obbligati, ma devono mettersi in isolamento

Lo spirito del provvedimento lo spiega Claudio Dario: un cittadino positivo al test antigenico ha la possibilità di scegliere se fare immediatamente il testo molecolare (a pagamento) oppure se avviare il percorso  presso il dipartimento di prevenzione. In tal caso, però, dovrà mettersi in isolamento come se fosse positivo (in effetti lo è, ma al testo non ufficiale) in attesa di essere convocato dalla Usl di competenza per il drive through.

LEGGI LA CIRCOLARE

«Era una prescrizione per le strutture non per il cittadino»

«La nostra preoccupazione – spiega Dario – era di far girare il meno possibile un antigenico positivo: onde evitare che potesse andare in giro, volevamo imporre alle strutture di garantire la possibilità di fare nell’immediatezza anche questo accertamento suppletivo col molecolare. Ma non è un obbligo per il cittadino, che comunque ha poi l’ultima scelta». Solo che poi, se sceglie di non farlo, non può andare al lavoro né fare vita sociale, ovviamente, ma deve rimanere a casa in quanto ‘probabilmente’ positivo.

La confusione nei laboratori

Intanto, però, fino alla emanazione della circolare interpretativa, i laboratori fanno riferimento alla delibera. E la delibera parla di obbligatorietà. Ecco perché la Regione si sbrigherà proprio per questo motivo a far girare, finalmente, le carte, dopo le dichiarazioni e i post politici sui social. 

Tampone dal medico e dal pediatra: forse da mercoledì

Per quanto riguarda i test da effettuarsi presso pediatri e medici di medicina generale sta cominciando la distribuzione dei test e in particolare si sta approntando la modalità di comunicazione dei dati. «Il lavoro non è stato banale», dice Onnis in conferenza stampa. Sono stati distribuiti 800 colli di dpi (mascherine, tute, guanti) che  servono per appena un mese di attività. Comunque, ora è tutto pronto. Al massimo mercoledì 9 si dovrebbe cominciare. «Ci sono stati un po’ i ritardi ma risolti questi problemi stiamo cercando di partire la prossima settimana».

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