La dirigente del Comune Emanuela de Vincenzi, l’architetto Emanuele Morezzi in qualità di esperto designato dal Politecnico di Torino, il presidente dell’Ordine provinciale degli ingegneri Simone Monotti, l’architetto Donatella Cavezzali – indicato dalla Soprintendenza Abac regionale, dell’Istituto centrale per il restauro – e il professore dell’università degli studi di Roma Tre Francesco Cellini (Accademia di San Luca), prescelto dall’Ordine degli architetti locale. Eccola la ‘squadra’ che avrà il delicato compito di selezionare e scegliere i vari progetti per il concorso internazionale del teatro Verdi: per loro un martedì mattina in ‘tour’ nella struttura per verificare lo stato dell’arte ed iniziare il lavoro. Il compenso è di circa 40 mila euro.
PAROLA ALLA GIURIA – VIDEO
CHIUSO IL 1° GRADO, LE PROPOSTE SONO 33: NE RESTERANNO 5
Tutti in teatro: «Interessante apertura per i giovani»
A fare da ‘ciceroni’ su tutti il Responsabile unico del procedimento Mauro Cinti, l’assessore ai lavori pubblici Benedetta Salvata e il dirigente al ramo Piero Giorgini. Circa un’ora di ‘studio’, poi un breve passaggio – di mezzo ci esce anche una battuta sull’eventualità di piccoli crolli d’intonaco – in Largo Sant’Agape e rientro in Comune per mettersi all’opera: «Sono contento – a parlare a nome della commissione è stato Cellini – che sia stata scelta questa formuila di concorso innovativa, in passato era previsto che tutti i partecipanti si munissero prima di potentissimi appoggi professionali e quindi, di fatto, erano esclusi i giovani. Ora invece si può entrare con proposte proprie, c’è un’apertura interessante in tal senso. Il bando ha linee guida delicate e complicate: cercheremo di vedere quali sono le soluzioni compatibili e poi ci sarà il secondo passaggio cruciale».
IL BANDO E IL COMPENSO PER LA GIURIA
«Fossi un partecipante sarei in difficoltà»
Non c’è molto tempo a disposizione. Nel cronoprogramma è previsto che la pubblicazione dei codici delle proposte progettuali ammesse al 2° grado avvenga entro il 29 giugno: «Siamo costretti – ha proseguito Cellini – a fare un lavoro intensissimo, non è semplice. Sarebbe stato meglio avere un po’ di tempo in più. Per ora non sappiamo nulla, vediamo qual è la situazione. Se fossi un partecipante sarei abbastaza in difficoltà. Capisco che il risultato debba essere ottimale: c’è la richiesta di rendere compatibile il progetto futuro alle esigenze, con una preesistenza difficile da interpretare. Non è facile. Attendo con curiosità cosa hanno proposto i concorrenti».
LO STATO DEL TEATRO – VIDEO