Teleriscaldamento, il progetto va in soffitta

Il punto del Comune nel documento diffuso lo scorso 29 aprile: «Impossibile procedere con le modalità previste originariamente»

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di A.T.

Di nuovo al centro la questione del teleriscaldamento a Terni. Un’odissea alla ricerca di qualcuno che fornisca energia per mettere in moto quel grande impianto, un progetto (risalente a 20 anni fa) costato 3,5 milioni di euro per la sua costruzione e che, attraverso il calore prodotto dall’acciaieria, avrebbe dovuto riscaldare una vasta zona abitativa adiacente lo stabilimento e non solo.

Come in un gioco dell’oca

Lo scorso 26 febbraio il consigliere comunale di Senso Civico, Alessandro Gentiletti, ha presentato un’interrogazione sullo stato d’avanzamento dell’impianto, collaudato ma non funzionante, dopodiché c’è stata la bufera Covid e la questione del teleriscaldamento si è di nuovo arenata. Lo scorso 29 aprile, però, è arrivata la risposta dell’amministrazione comunale che afferma la messa in discussione dell’intero impianto essendo venuta meno la garanzia da parte di Ast di fornire energia: di nuovo al punto di partenza.

Le domande

Con la caduta dell’accordo e un impianto che, seppur pronto, avrebbe bisogno di ulteriori finanziamenti per rendersi pienamente fruibile, la speranza dell’avvio del teleriscaldamento di tutti coloro che all’epoca avevano comprato casa ad un prezzo più alto perché ecosostenibile sembra di nuovo svanire. E scompare in un momento storico difficile, sì, ma fertile di tutte quelle iniziative ‘green’ che potrebbero riaccendere il motore del mondo nella piena tutela della natura: «Lo stato attuale è che continuiamo a immettere CO2 nell’aria per scaldare l’acqua. Che fine hanno fatto i 3 milioni di fondi comuni europei? Cosa ha scoperto la Guardia di finanza inviata in comune dalla corte dei Conti?» si chiede Francesca Arca del comitato ‘città di Terni per il teleriscaldamento’ e rappresentante di Europa Verde Umbria a Terni. L’impianto del teleriscaldamento, ottimo sulla carta, nella pratica resta un miraggio ma potrebbe diventare realtà se l’amministrazione ternana decidesse, in un futuro prossimo alla ripartenza, di approdare ad una soluzione definitiva.

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