Terapie intensive, in consiglio regionale il ‘secondo round’

Nella riunione di oggi atteso un duro botta e risposta nei confronti di quelle che la Tesei ha definito senza mezzi termini ‘fake news’

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Nella conferenza stampa in cui ha parlato dell’ospedale di Spoleto, la presidente Donatella Tesei ha fatto un rapido accenno alle «fake news sulle terapie intensive». L’accenno è stato così rapido perché, dopo il primo round in videoconferenza, la presidente terrà il secondo round delle sue puntualizzazioni contro chi «distorce la realtà» (sua citazione) direttamente in consiglio regionale, martedì mattina. Obiettivo: l’opposizione consiliare.

Il numero delle terapie intensive

Si partirà proprio dalle terapie intensive, su cui circolano numeri divergenti fra maggioranza e opposizione: «Ad oggi – ha chiarito la governatrice – le terapie intensive sono 93 e non 70 e sono in continua crescita secondo un progetto modulare in relazione alla crescita delle necessità. fino ad arrivare a 124, in considerazione del fatto che nel frattempo sono continuare le altre attività della sanità umbra».

La nota

In merito ai posti letto in Terapia Intensiva a disposizione delle strutture pubbliche dell’Umbria, il cui numero cresce giornalmente proprio perché organizzate attraverso moduli, si specifica che ad oggi sono 97 le postazioni attive, di cui 39 riservate a malati Covid (occupate 31) e 58 generaliste (occupati 43), per un totale di 23 posti liberi. A questi si aggiungono i 27 posti in attivazione secondo il piano regionale che, come detto, prevede la modularità per l’allestimento e porterà l’offerta a 124 postazioni. I dati di partenza pre Covid vedevano l’Umbria dotata di 69 posti di terapia intensiva. Ad oggi le postazione sono così divise: Perugia 23, Terni 31, Città di Castello 11, Branca-Gubbio 8, Foligno 13, Spoleto 6, Orvieto 5.

Il Pd: «Trascorsi mesi preziosi»

Mentre la presidente parlava in conferenza, i consiglieri del gruppo Pd hanno puntato il dito contro la giunta regionale poiché avrebbe fatto trascorrere invano mesi preziosi, senza preparare il sistema sanitario umbro all’eventualità di una seconda ondata della pandemia, «agendo ora nella più totale improvvisazione e autoreferenzialità mettendo a rischio la salute dei cittadini e l’efficienza dei servizi».

Su Spoleto: «Persino De Augustinis…»

«Se perfino il sindaco De Augustinis, eletto tra le fila del centro-destra come la stessa presidente della giunta, Tesei, è arrivato a dichiarare di ‘sentirsi preso in giro e di non fidarsi della Regione’, la decisione di chiudere il pronto soccorso e smantellare i servizi di prima emergenza dell’ospedale di Spoleto, che è stata appresa dai giornali, appare quanto mai grave ed incomprensibile, arrivando a rappresentare l’ennesimo atto assunto da un assessore regionale alla Sanità che ignora, o fa finta di ignorare, le esigenze complesse di un territorio articolato come l’Umbria».

«Pensare di lasciare senza alcun presidio di emergenza un’area vasta e sensibile come quella del cratere del terremoto, che va da Spoleto a Norcia, passando per l’Intera Valnerina – osservano i consiglieri Dem – significa ignorare i bisogni di sicurezza e protezione di migliaia di famiglie già fortemente provate, che non potranno più permettersi di ammalarsi. Senza aver partecipato alcuna scelta con istituzioni e cittadini – continuano – si sta chiedendo a tutti i presidi sanitari di destinare posti letto all’emergenza sanitaria, non tanto per una strategia condivisa, quanto a causa dei ritardi accumulati da una giunta regionale che si è fatta trovare impreparata a gestire la nuova ondata di contagi».

Squarta: «Tutti uniti per vincere la battaglia contro il virus»

«Considerato il momento storico straordinariamente difficile che stiamo vivendo a causa della pandemia da Covid-19, dal punto di vista sanitario ma anche legato alla forte tensione sociale – ha dichiarato il presidente dell’assemblea legislativa regionale Marco Squarta – è fondamentale il contributo di tutti, ognuno con le proprie specificità, per fare squadra e pensare di uscire da questo drammatico momento». E ancora: «Tutti dobbiamo essere consapevoli che il disagio sociale c’è e va ascoltato, è fondamentale in questo momento la coesione sociale. Purtroppo ci sono migliaia di imprese, da ristoranti, bar e pubblici esercizi a chi lavora con le fiere, ai gestori di palestre, piscine, impianti sportivi, sale gioco, liberi professionisti e tante imprese di diversi settori che rischiano la chiusura definitiva facendo perdere migliaia di posti di lavoro. Oggi più che mai serve unità per salvare la scuola, il lavoro e la sanità».

 

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