di Gianni Giardinieri
Alla vigilia di due match che potrebbero indirizzare in maniera decisiva il futuro del campionato delle Fere (domenica 15 dicembre la sfida casalinga contro l’Entella e sette giorni dopo la trasferta a Pescara), il presidente della Ternana Stefano D’Alessandro prosegue nella sua opera di ridefinizione dell’organigramma societario, soprattutto per quanto riguarda le figure apicali.
Lunedì la ‘scure’ si è abbattuta su Giuseppe D’Aniello, fin qui Cfo e managing director. Incarico che prevedeva pieni poteri o quasi. Del resto, lo stesso D’Aniello aveva fortemente contribuito al ‘passaggio di consegne’ tra l’ex presidente Guida e D’Alessandro ma, a quanto pare, qualcosa deve aver provocato un’improvvisa svolta nelle scelte riguardanti il management. Pare utile a questo punto, visto il tourbillon di avvenimenti, andare in ordine cronologico.
Lo scorso 1° ottobre, pochi giorni dopo la goleada casalinga contro il Legnago, D’Alessandro aveva esonerato (in modo anche un po’ spicciolo) Diego Foresti, fino ad allora direttore generale e plenipotenziario del sodalizio rossoverde. Foresti, del resto, in precedenza e poco dopo essersi insediato, aveva esonerato, di concerto con l’allora presidente Nicola Guida, l’ex direttore sportivo Stefano Capozucca (nel giorno della presentazione delle divise da gioco) e successivamente lo stesso D’Aniello. Con il primo c’erano stati certamente contrasti di diverso tipo, di ordine sportivo e gestionale, e l’addio non era stato tra abbracci e fiori. Situazione analoga con il secondo, che in quel primo giorno di ottobre si ritroverà poi nel ruolo inverso di ‘carnefice’: le sliding doors della vita, si potrebbe chiosare.
Ora l’ennesimo ribaltone, con D’Aniello, che sembrava saldissimo (ancora ben quattro anni di contratto), improvvisamente sollevato dall’incarico (il comunicato della società parla di rapporto concluso ‘consensualmente’). L’ingresso, comunicato lo scorso 5 dicembre, di Giuseppe Mangiarano nel ruolo di direttore operativo, forniva in tal senso più di un indizio. Contattato dalla redazione l’ormai ex CFO ha preferito non commentare la vicenda in alcun modo.
Restano sullo sfondo tante domande, tutte alla fine convergenti su un punto: sono scelte dettate solo dalla volontà di cambiare – sic et simpliciter – il management, o invece sono espressione di ‘equilibri’ finanziari e gestionali da pesare con il cosiddetto ‘bilancino’? Anche e soprattutto in vista di uno snodo, quello dello ‘stadio-clinica’, che prima o poi dovrà essere sciolto.
L’ingresso di Mangiarano, professionista riconosciuto, questo è certo, è il preludio all’arrivo di un nuovo socio all’interno della Ternana o semplicemente la voglia di ‘sterzare’ di nuovo nella composizione del vertice decisionale della Ternana? Le prossime settimane forse forniranno qualche risposta. Resta il fatto che alla vigilia di dodici giorni che potrebbero risultare decisivi al termine della stagione, scelte di questo tipo potevano forse anche essere posticipate.