Progetto Ternana: c’è anche lo spine center. Le ipotesi di ricavi

È tra le possibili destinazioni sanitarie indicate nello studio di fattibilità. Tra i ricavi ci sono anche 70 mila euro di naming rights. Gli input dei dirigenti comunali

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di S.F.

Oncologia, chirurgia spinale, ortopedia-chirurgia protesica, cardiologia, riabilitazione specialistica, pneumologia, medicina dello sport e della salute, ricerca avanzata, attività ambulatoriali e spine center con progetti embrionali sul territorio italiano. Queste le possibili destinazioni sanitarie – in parte già note – indicate nello studio di fattibilità per il progetto stadio-casa di cura/clinica privata della Ternana, con riferimento alla struttura da 200 posti letto da sviluppare nella cosiddetta area ‘Ternanello’. Come noto il presidente del club rossoverde, Stefano Bandecchi, in un primo momento aveva parlato di alta specializzazione in cardiologia ed oncologia. Il ventaglio delle opzioni è tuttavia più ampio. Per l’effettiva percorribilità è un altro paio di maniche.

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I sei piani della casa di cura/clinica privata

La struttura sanitaria

L’opera da sei piani sorgerà – dovesse filare tutto liscio – sull’area di proprietà rossoverde da 42.644 metri quadrati e prevede 165 posti letto per acuti ed i restanti 35 per la riabilitazione, con 50% da convenzionare con il sistema sanitario regionale. Come ribadito da Bandecchi a margine dell’incontro di martedì con il sindaco Leonardo Latini, il progetto stadio si concretizzerà solo se accompagnato dalla clinica privata dal costo stimato di 25 milioni e 900 mila euro da realizzare sull’area libera – non la più vicina al fiume Nera – da vincoli per il rischio di esondazione. Si parla di una lunghezza di circa 100 metri lineari con superficie massima di 16 mila metri quadrati e 479 posti auto: 353 all’esterno (coinvolta anche la striscia di terreno che collega a via XX Settembre) e gli altri 126 al piano interrato.

LE PRESCRIZIONI DELLA CONFERENZA DI SERVIZI. NON SONO POCHE

Le ipotesi di ricavi per parte pubblica e privata

Ricavi annui, l’ipotesi

Nello studio di fattibilità c’è una parte dedicata anche all’ipotesi dei ricavi annui per l’opera privata, ovvero la clinica, in merito al più ampio discorso legato al rientro pluriennale dal corposo investimento per il progetto. In sostanza la stima riguarda i proventi dell’affitto – il riferimento è alla ‘scatola edilizia’ – per 123,44 euro l’anno per metro quadrato, con totale pari a 1 milione 975 mila euro: tutto ciò solo se andrà a buon fine il convenzionamento – coinvolte Regione e Usl Umbria 2 – con il sistema sanitario regionale. Per il primo anno la locazione prevista è di quattro mesi. In ogni caso attrezzi, arredi sanitari e apparecchiature sono considerati tutti a carico del locatario. Da ricordare che alla base del progetto – in generale – c’è una concessione di 33 anni, la maggior parte dei quali (30, post conclusione degli interventi) per il rientro economico e la restituzione del finanziamento attivato per lo sviluppo.

ESENZIONE TASSE E NON SOLO: LE CRITICITÀ PER LA DIRIGENTE MARCUCCI

Il conto economico di progetto

La curiosità: naming rights

Sempre rimanendo in tema ricavi dalle opere pubbliche e dalla clinica privata, spunta – da ricordare che è uno studio di fattibilità e non un progetto definitivo, in arrivo ci sono diverse modifiche rispetto al documento preliminare – anche il naming rights per l’intitolazione dello stadio: «È stato ipotizzato – si legge – un contributo per una fee totale annuale pari a 70 mila euro a partire dal mese di novembre 2024». L’introito maggiore – scontato – è legato alle aree commerciali per un importo quantificato in 747 mila euro.

LA CONFERENZA DI SERVIZI E LE PRESCRIZIONI

Il cash flow di progetto

La direzione attività finanziarie e le criticità

Sono sette i dirigenti comunali coinvolti nell’iter che ha portato al via libera odierno. Tutti rilevanti, certo, ma di un ‘peso’ particolare è il documento firmato da chi è a capo delle attività finanziarie del Comune, Grazia Marcucci: è lei ad ipotizzare alcune criticità legate allo studio di fattibilità. «Per un periodo medio lungo viene messa – si legge – a disposizione un’area sulla quale insiste l’impianto sportivo in argomento sul quale occorre valutare la convenienza economica della concessione per l’ente; la quantificazione della capacità edificatoria sulle aree comunali che deve essere messa a disposizione dal Comune deve essere apprezzata in termini di convenienza per l’ente; l’impossibilità normativa attuale di riconoscere, allo stato,una esenzione fermo restando eventuali regolazioni che devono essere preventivamente vagliate, quantificate e circoscritte nonché regolate con appositi atti; il subordine della realizzazione dell’operazione di riqualificazione e valorizzazione dello stadio comunale alla realizzazione su area privata di una struttura socio sanitaria privata/convenzionata».

Il progetto

La Barbon, la convenzione e l’alterazione

Un’altra dirigente che solleva degli interrogativi è Emanuela Barbon, della direzione economia-lavoro e promozione del territorio: «Dal punto di vista – si legge nel suo parere – della gestione del servizio sportivo che attualmente interessa l’area in oggetto, è in vigore la convenzione sottoscritta il 22 febbraio 2018 (registrata a Terni l’8 marzo 2021) tra il Comune di Terni e la società per l’utilizzo e la gestione del complesso sportivo per le stagioni calcistiche 2017-2018; 2018-2019; 2019-2020; 2020-2021; 2021-2022. Si evidenzia però che all’articolo 3 rubricato ‘durata della concessione d’uso’ è testualmente riportato ‘la presente concessione d’uso e gestione del complesso sportivo di cui trattasi ha durata quinquennale a far data dalla stipula della stessa’. Pertanto la scadenza della concessione attualmente vigente è il 21 febbraio 2023. Mentre, dallo studio di fattibilità, la nuova eventuale ‘subconcessione dello stadio’ è disciplinata dal novembre 2024. Si segnala pertanto – sottolinea – la necessità di valutare la soluzione di gestione del complesso sportivo in rapporto all’attuale convenzione non solo legata alle incombenze della direzione/settore pport ma in coordinamento con altre direzioni coinvolte». Ed è sempre lei – questo era già emerso in precedenza – ad invitare a «valutare la necessità di individuare un campo di calcio da adibire agli allenamenti della prima squadra e/o di squadre che lo potrebbero richiedere». Non solo: «Nell’analisi della sostenibilità finanziaria – aggiunge – e convenienza economica dell’intervento si pone l’attenzione sul ruolo fondamentale della clinica privata piuttosto che valutare l’andamento dell’entrata da locazione area ristorazione, aree commerciali. Nell’analisi del Pef non è preso in considerazione il caso nel quale le misure di contenimento del virus (Sars CoV- 2) che hanno trovato fonte in una serie di decreti legge e in numerosi decreti del presidente del Consiglio dei Ministri (Dpcm), oltre che in ordinanze di livello regionale od anche comunale, abbiano imposto la sospensione temporanea del servizio. Questo caso di evidente alterazione del rapporto contrattuale, dato che a fronte della persistenza dei costi, sia quelli fissi sia quelli collegati agli ammortamenti degli investimenti, il concessionario potrebbe trovarsi sprovvisto dei ricavi, in tutto o in parte a seconda dei casi, per un congruo periodo di tempo». Detto ciò si ripartirà dalla redazione del progetto definitivo. Poi palla alla Regione.

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