di S.F.
Il 118 e la necessità di incrementare il numero di ambulanze a Terni. Le criticità del sistema di emergenza-urgenza nel territorio ternano sono tornate al centro dell’attenzione della II commissione consiliare che, dopo il primo appuntamento della scorsa settimana, ha lavorato su un atto di indirizzo per sollecitare la Usl Umbria 2 e la Regione a muoversi in tal senso. Protagonista in particolar modo il responsabile della centrale operativa regionale del 118, Francesco Borgognoni.
Terni, allarme 118: poche ambulanze e disagi. «Un mezzo ogni 38.500 persone»

Otto punti
I tanti problemi erano già stati esposti lo scorso 22 febbraio dai sindacati e da Simonetta Centurione, rappresentante provinciale della Fimmg. In sostanza – riportiamo parte del documento nell’immagine – da Terni parte la richiesta di aumentare le postazioni per il soccorso infermieristico h24 e potenziare quella in Valnerina; una verifica dell’adeguatezza della gestione della rete emergenziale sul territorio ternano e rendere più funzionali i trasferimenti secondari. L’atto è stato letto per intero a Borgognoni che, una volta concluso l’intervento della presidente di commissione Rita Pepegna, ha dato un’ampia spiegazione sullo stato dell’arte. Non è proprio roseo, tutt’altro, specie in riferimento al personale.

Il 118 e gli interventi: il 28% su Terni. La richiesta alla Usl
Il responsabile della centrale operativa regionale del 118 in premessa ha voluto mettere a disposizione di consiglieri e sindacati alcuni dati. Fino al 2013 c’erano tre centrali, poi l’unificazione: «Nel 2018 sono stati trattati 65.700 interventi, il 28% dei quali nel territorio ternano. Questa è una percentuale che rimarrà costante nel tempo. Nel 2019 sono saliti a 71.600, quindi il decremento nel 2020 a 66 mila per via delle chiusure legate al Covid (focus in particolar modo sulle patologie tempo-dipendenti) e oltre gli 80 mila eventi nel 2021». Bene. Borgognoni ha tentato di migliorare il contesto in ambito pandemico: «Nell’ottobre 2020 ho chiesto un’implementazione di alcune postazioni di ambulanze alla Regione, tra queste una infermieristica per Terni e l’estensione h24 del mezzo di Ferentillo. Poi nel 2021 ho ripreso l’argomento su loro richiesta per una rivalutazione e so che la Usl 2 ci sta lavorando». Ciò tuttavia non si è verificato: «La centrale operativa – ha ricordato – ha una funzione di coordinamento degli equipaggi e degli interventi, ma non ha la gestione diretta sull’acquisto o la dotazione». In definitiva «noi possiamo esprimere idee alla Usl, quindi provvedono loro. Li ho sentiti più volte e le proposte sono prese in considerazione». Sono trascorsi quasi due anni dal primo input originario.

La pressione sulle ambulanze
Borgognoni conferma anche che la pressione sulle ambulanze è aumentata con la pandemia: «Con Regione e aziende ospedaliere – ha puntualizzato – facevamo in continuazione incontri per analizzare momento per momento le necessità che il Covid presentava in funzione delle problematiche degli ospedali. Al concetto di portare il paziente immediatamente all’ospedale più vicino si è preferito per un periodo di tempo – per decongestinare alcuni nosocomi, Terni in primis – portarli in altre strutture per avere una gestione migliore del paziente Covid positivo. Ciò ha comportato percorsi più lunghi ed eravamo costretti a dislocare altre postazioni. Nell’ultima parte della pandemia – ha aggiunto- si è tornati al trasporto diretto presso gli ospedali vicini senza sguarnire quelle territoriali, per poi fare eventualemente trasferimenti secondari laddove gli ospedali non erano nelle condizioni di gestire. Il trasporto è a carico del 118 in situazioni di patologie tempo-dipendenti (infarto miocardio, traumi ed emergenze cerebro-vascolari), negli altri casi è in capo alle singole aziende. Per i trasporti secondari c’è h24 con reperibilità nelle ore notturne il mezzo per l’area Narni-Amelia, è competente anche per la zona di Terni».

Personale, riassetto e geolocalizzazione
I nodi sono diversi. Borgognoni è chiaro sul personale: «Un punto critico di tutto il sistema di emergenza, non solo in Umbria. A livello medico siamo in gravissima crisi, vuoi per i pensionamenti o per altri motivi le persone non sono state sostituite. Tutti i concorsi fatti sono andati deserti oppure quei pochi che si sono presentati poi non hanno accettato. Criticità ‘asfissiante’ perché non è un pensiero che si proietta nel futuro, la stiamo già vivendo con ripercussioni. Ciò obbligherà ad un cambio organizzativo e ho già presentato alla Regione il progetto, spero si muovano in questa direzione». Esposti alcuni punti in merito: «Medicalizzare il più possibile con auto mediche e non con un medico sull’ambulanza perché quest’ultima circostanza non permette un’appropriatezza assoluta della missione. Avere un medico che si sposta su un mezzo differente ci permette flessibilità maggiore per la presenza medica. Inoltre c’è la standardizzazione della formazione, deve essere unica per tutti gli equipaggi dell’emergenza-urgenza. Poi protocolli infermieristici per il supporto avanzato da parte degli infermieri: avranno sempre più peso nella gestione delle emergenze-urgenze». Citata anche la tele-medicina. «Da parte della Regione – ha proseguito – c’è volontà di procedere con un riassetto globale. Il primo incontro c’è stato martedì 22 febbraio per gettare le basi di un cronoprogramma». Attenzione anche ai problemi di geolocalizzazione: «Sì, ci sono stati per alcuni gap informatici in via di risoluzione». Borgognoni ha parlato di problemi riguardanti il gps e Ancona.

Le ambulanze di Arcuri
Infine un cenno alla richiesta arrivata in merito alle ambulanze messe a disposizione dall’ex commissario straordinario all’emergenza Covid Domenico Arcuri: «Sono destinate alle aziende ospedaliere di Perugia e Terni, la gestione è la loro. L’utilizzo c’è in base alle esigenze», ha spiegato rispondendo a chi chiedeva di un mezzo fermo al ‘Santa Maria’. Auspicio Pepegna: «Speriamo che i progetti vengano messi in pratica». In commissione anche i sindacati con Giorgio Lucci (Fp Cgil), Fosco Giraldi (Fials) e Sandro Peciarolo (Uil Fpl)». Nuovo documento in arrivo per l’assessore regionale Luca Coletto. Desaparecido da queste parti: «In due anni lo abbiamo visto 3-4 minuti in commissione sanità regionale», la critica del capogruppo Pd Francesco Filipponi. In effetti, dopo svariati inviti e le numerose problematiche denunciate nel corso del tempo, sarebbe anche ora che si facesse vivo.