Terni, allarme 118: poche ambulanze e disagi. «Un mezzo ogni 38.500 persone»

Altro sos sulla situazione nel Ternano. La disavventura della Braghiroli, la mancanza di medici e l’allarme della Centurione: «Regione rischia commissariamento»

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di S.F.

La centrale unica regionale del 118, il problema nel distretto di Terni, i ritardi ed i disagi legati alle poche ambulanze a disposizione, problematica persistente da anni. Con tanto di esempio personale portato a palazzo Spada dalla capogruppo di FdI Patrizia Braghiroli: ennesimo allarme per la situazione nel territorio comunale e non solo lanciato in commissione della II commissione di martedì pomeriggio alla presenza dei sindacati confederali e della dottoressa Simonetta Centurione, segretario provinciale della Federazione dei medici di medicina generale. C’è più di qualcosa che non va. Da troppo tempo.

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L’atto del 2020

La Braghiroli e la disavventura del padre

Tutto si è sviluppato dal confronto su un atto di indirizzo – protocollato il 9 giugno 2020 – del gruppo consiliare di Fratelli d’Italia, al quale si è aggiunta lo scorso 16 febbraio una richiesta dei referenti dei sindacati Cgil Fp, Cisl Fp e Uil Fp. Motivo? Un approfondimento sulle criticità del 118. Non sono poche. A fare un esempio ci ha pensato l’architetto di FdI che, purtroppo, si è ritrovata a fare i conti con una situazione tutt’altro che piacevole: «Speriamo si arrivi ad una soluzione, la centrale operativa di Terni è stata eliminata e nel nostro territorio abbiamo solo tre ambulanze h24 (città, area nord e Acquasparta), una h12 a Ferentillo ed un’auto medica. Basti pensare che nell’Orvietano ce ne sono tre h24, nell’area di Narni/Amelia 4 h24. Qui ci sono errori continui nella localizzazione del target con allungamento dei tempi che arrivano anche a 40/45 minuti in contesto urbano. Provvedere subito al potenziamento con l’attivazione di un’altra ambulanza infermieristica per Terni». Poi entra nel dettaglio: «Talvolta si attende più di un’ora per l’arrivo di un ambulanza per condizioni cliniche gravi. A gennaio a mio padre è stata amputata la coscia per un’ischemia all’arto. Ha aspettato un’ora perché gli avevano dato un codice verde. Ecco. A lui è stata salvata la vita, ma c’è grande rischio in questo modo», ha puntualizzato.

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La commissione

Il rapporto che non quadra: ambulanze/popolazione

In rappresentanza della Cgil c’era Giorgio Lucci. Il dato numerico sulle ambulanze è invariato da tempo: «Sì, anche a noi risultano i dati descritti dalla Braghiroli. Nel distretto di Terni il rapporto mezzi/popolazione per il 118 è di 1/38.500. Invece Narni/Amelia e Orvieto sono a 1/13.500. Dunque per Terni è altamente insufficiente. Le tempistiche di intervento? La norma dice che deve essere di 8 minuti nelle aree urbane, qui siamo sui 30/40 minuti. Eccole le criticità. C’è poi la difficoltà del centro operativo regionale del 118 a dare risposte adeguate». Focus anche sulla Valnerina: «Nel periodo estivo c’è un aumento della popolazione e occorre un potenziamento. In definitiva – ha chiuso Lucci – serve un mezzo in più su Terni h24, migliorare la situazione in Valnerina e attivare un’ambulanza h24 per i trasferimenti secondari. Infine chiedere alla Regione una verifica delle rete emergenziale. Si rendono conto della pericolosità che comporta lo stato attuale del 118?». Sulla stessa linea Sandro Peciarolo della Uil Fpl: «Se ne parla dell’ennesima volta. Ma ho ben presente gli atti organizzativi della Usl Umbria 2: ci sono proposte approvate che prevedevano ciò di cui stiamo discutendo. Ma, così come gli atti di indirizzo, sono rimaste solo parole. Di concreto nulla. Purtroppo di casi come quello della Braghiroli ce ne sono molti».

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Un’ambulanza

Centurione: «Regione rischia commissariamento»

Non più tenera la posizione della rappresentante provinciale della Fimmg. Anzi: «Sono medico ma ho l’abilitazione al 118 e vi esprimo il disagio della medicina generale con il 118. Ci lavorano tutti amici, colleghi che stimo e so che vivono giornate di grande difficoltà perché lavorano su turni massacranti girando a destra-sinistra per l’Umbria. Non possono nemmeno andare in vacanza quando vorrebbero. Le criticità sono molto rilevanti». In particolar modo ne cita uno: «Non ci sono medici. Riguarda la guardia medica, la medicina generale, il carcere e il 118. Sì, quest’ultimo è importante, ma ritengo fondamentale la presenza del medico. Il caso della Braghiroli avrebbe avuto un altro epilogo se ci fossi stata io alla centrale operativa: gli infermieri sono bravissimi, ma serve il medico». Poi c’è il fatto personale: «Qualche giorno fa dalla centrale del 118 mi hanno risposto in modo inadeguato, ma sono persuasiva e mi arrabbio: la paziente è stata portata via e mi hanno trattat come fossi una superficiale. Dico di non creare ambulanze se poi non si hanno medici per supportare gli infermieri. Inoltre molti accessi al pronto soccorso inappropriati. Serve personale e so che la Regione rischia il commissariamento: a noi è stato chiesto un ulteriore sforzo sulla spesa farmaceutica. Se tiri la coperta da un lato, si accorcia dall’altro». Chiusura con ulteriore aneddoto: «Nel periodo di Pasquetta per trovare un’ambulanza per un paziente Covid (trattamento con anticorpi monoclonali) ci ho messo tre giorni».

L’accesso al Santa Maria

I pazienti e il meccanismo del Ps

Spazio ai consiglieri. Il primo ad intervenire è stato Sergio Armillei della Lega: «Le gestioni centralizzate non sempre portano vantaggi. A mio parere c’è una precarietà nel dare risposte ai pazienti nell’assistenza primaria, ma non voglio dare la colpa ai medici. C’è propria mancanza di persone. C’è una riorganizzazione che deve essere affrontata». Alessandro Gentiletti (Senso Civico) ha chiesto lumi alla Centurione sulla dichiarazione riguardante le parole sul commissariamento della Regione, sottolineando la solidarietà nei confronti della Braghiroli. Immediata replica della dottoressa: «Il bilancio non va bene, rischiamo per le spese. Ci è stato accennato e c’è questo rischio». Il segretario provinciale della Fimmg poi replica all’esponente leghista: «Lo sa il collega Armillei che le liste d’attesa arrivano fino a due anni? E lo sa che ho più volte chiesto al dottor Giorgio Parisi (a capo del pronto soccorso del Santa Maria, ndr) di rimandarci indietro i codici bianchi? Non lo fanno per il problema del medico legale e delle denunce. Il territorio è carente, ma non a causa nostra. Degli accessi inappropriati lo diciamo. I pazienti hanno capito il meccanismo: vanno in ospedale anche per le vertigini e così non pagano nulla. Così si intasa il servizio di emergenza-urgenza». In tal senso citato ad esempio ciò che avviene a Bolzano: «Mio marito è andato per una frattura dell’omero e ha pagato il ticket per ogni prestazione all’interno del nosocomio. È venuto via con 100 euro di spesa contento, ma ha pagato. Qui non si può fare nulla di tutto questo».

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L’aggiornamento e gli accessi

Le parole della Centurione hanno lasciato – la Pepegna, presidente di commissione, si dissocierà in merito a ciò che è stato esposto sul commissariamento della Regione – perplessi alcuni consiglieri. Una è Doriana Musacchi (Gruppo Misto): «Condivido l’atto. Non mi piace il dito alzato dalla dottoressa nei confronti di Armillei: non devo difenderlo, ma non siamo qui per criticare». Ci pensa la Braghiroli a far rientrare tutti sui binari originari: «Il documento è del 2020 e non del gennaio 2022 quando abbiamo avuto il problema in famiglia. Già da prima c’era volontà di chiedere il potenziamento. Sono disposta a ritirarlo per farne uno di commissione con le integrazioni dei sindacati per un aggiornamento». In tutto ciò la commissione è ancora in attesa di essere ricevuta a Perugia – o magari online – in merito al documento sul piano sanitario 2021-2025: «C’è la richiesta di audizione alla presenza dell’assessore Luca Coletto. Sì, mancano i medici di base e c’è chi va fuori, dove offrono contratti migliori. Un problema serio quello del personale». Segue la replica di Armillei alla Centurione: «Non era un attacco ai medici di base il mio, ma una critica alla governance della Usl. Gli accessi al Ps sono in media tra i 45 ed i 50 mila (pre Covid) e spesso viene utilizzato il 118. Il 70% sono prestazioni inappropriate». A chiudere il cerchio gli ulteriori interventi dei sindacati: «Il pronto soccorso era diventato una bolgia, non c’è filtro con il territorio – ha aggiunto Lucci -. Ciò che dice la Centurione lo condivido in parte: se l’organizzazione non funziona non possiamo far pagare i tickt a chi va al pronto soccorso. Prima si crea l’alternativa. Le sale operatorie di Narni stiamo cercando di farle ripartire, ci sono 14 mila interventi fermi per la media-bassa complessità e 2 mila sono di alta priorità. Si parla di un lunedì a settimana dal 1° marzo, ci vogliono dieci anni di questo passo. A causa soprattutto della mancanza di anestesisti. Cosa rischiano gli operatori se il 118 tarda? Il linciaggio in primis, diventa difficile poi spiegare tutto ai familiari. Quindi il tribunale». Presente anche Riccardo Marcelli della Cisl: «Chiediamo un 118 a misura di cittadino. La testimonianza della Braghiroli deve far riflettere». Nuovo mese e vecchio allarme.

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