di Paolo Scaramuccia
Segretario territoriale NurSind Terni
La casa circondariale di Terni si conferma teatro di episodi di violenza che mettono a rischio la sicurezza del personale sanitario e della polizia Penitenziaria. Oltre al grave episodio verificatosi il 6 gennaio, durante il quale un detenuto si è rifiutato di rientrare in cella e ha aggredito un agente con pugni, già nella giornata del 1° gennaio si è registrata un’altra gravissima aggressione.
Un detenuto ha tentato di sfondare l’ingresso dell’infermeria con un estintore, dopo aver distrutto il vetro del box della polizia Penitenziaria nella sezione detentiva G. Il personale sanitario, composto da un medico e infermieri, è stato costretto a barricarsi all’interno del locale farmacia per proteggersi, mentre il detenuto continuava i suoi tentativi di effrazione per diversi minuti.
Il 1° gennaio, un agente di polizia Penitenziaria, unico a presidiare contemporaneamente l’infermeria e la sezione G, è stato aggredito da due detenuti riportando un vistoso taglio frontale. Nonostante la gravità della situazione, il personale sanitario ha agito tempestivamente per soccorrere l’agente e liberare l’infermeria dai detenuti presenti, chiudendo poi i locali per proteggersi. Solo dopo più di mezz’ora sono arrivati i rinforzi.
Questo ennesimo episodio di violenza ha causato un grave stress psicofisico al personale sanitario, con una delle infermiere che ha accusato un malore, rendendo necessario un intervento medico e l’uscita anticipata dal turno. Gli altri operatori sono stati costretti a prolungare il proprio servizio per garantire il supporto necessario.
In passato, il personale sanitario è stato oggetto di episodi di aggressione da parte dei detenuti, e poco, se non nulla, è stato fatto per migliorare le condizioni di sicurezza degli operatori. Questi gravi eventi si sommano a una situazione già critica: di norma, solo 3 unità infermieristiche per turno devono garantire l’assistenza a circa 575 detenuti, numeri evidentemente inadeguati per assicurare un servizio efficace e sicuro.
Come sindacato delle professioni infermieristiche, denunciamo con forza l’inerzia e la mancanza di interventi strutturali da parte delle autorità competenti. È inaccettabile che episodi simili continuino a verificarsi senza che vengano adottate misure concrete per garantire la sicurezza degli operatori. La carenza di personale e l’assenza di protocolli adeguati di sicurezza stanno esponendo il personale sanitario a rischi gravissimi, mettendo anche a repentaglio la qualità dell’assistenza fornita ai detenuti.
Chiediamo con urgenza alla direzione dell’Asl Umbria 2, alla direzione della Casa circondariale e alle istituzioni competenti di intervenire immediatamente con provvedimenti concreti e risolutivi. È necessario aumentare il numero di unità infermieristiche e migliorare le misure di sicurezza all’interno della struttura. La situazione attuale non è più sostenibile, e non possiamo attendere ulteriori episodi drammatici prima che si agisca.
Come sindacato, continueremo a vigilare e a batterci affinché vengano rispettati i diritti e la sicurezza degli operatori sanitari, chiedendo interventi decisi per porre fine a questa situazione inaccettabile. Se non verranno prese misure concrete atte a migliorare la sicurezza all’interno delle case circondariali, NurSind si riserva il diritto di indire uno stato di agitazione del personale.