Terni, amianto negato: «Il ‘no’ del governo»

Perugia, audizione in Regione. Cipolla (Fiom): «Se ne è parlato quando Landini ha chiesto al ministro. Ma la risposta è stata ferma e negativa»

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Il tema amianto in Umbria è stato oggetto di una nuova audizione, lunedì mattina, da parte della seconda comissione consiliare della Regione: il confronto, stavolta, è stato con i rappresentanti sindacali e datoriali.

Brega Il presidente della commissione, Eros Brega ha inquadrato la questione ricordando agli intervenuti che si sono già svolti altri incontri e nuove audizioni sono in programma, «per arrivare ad un quadro univoco, che metta in chiaro la reale situazione, le eventuali prospettive, mettendo fine a speculazioni di ogni tipo. Un’operazione di verità che permetta di non alimentare illusioni inopportune, facendo comunque chiarezza sull’argomento».

IL DOSSIER AMIANTO

I sindacati La questione necessita di una mappatura vera da parte dell’Arpa, ha detto vasco Cajarelli (Cgil), «dato che l’ultima che è stata fatta funzionava per ‘autodenuncia’, ossia erano gli stessi soggetti a denunciare la presenza dell’amianto», mentre per Nicola Pasini (Uilm), «per gli stabilimenti Thyssen di Torino vennero attivati i riconoscimenti-amianto nel 2002, di cui noi fummo informati a posteriori. Durante la trattativa al ministero su Terni, di questa possibilità si parlò solo in modo informale e nei corridoi» e Gioacchino Olimpieri (Fismic) ha spiegato che «si tratta di una anomalia che risale al 2007 e che abbiamo segnalato con forza, dato che venivano indicati gli stabilimenti Ast, specificando però solo la sede di Torino. Negli stabilimenti di Terni continuano ad esserci bonifiche, anche negli ultimi mesi». Claudio Cipolla (Fiom) ha chiarito che «i sindacati sono d’accordo per la
riapertura dei termini per i benefici amianto ai lavoratori, per andare oltre il 2003 dato che l’amianto c’è ancora. Nelle trattative al ministero la vicenda amianto non è mai emersa, se ne è parlato solo durante una riunione ristretta, quando Landini ha chiesto al ministro se questa strada poteva essere seguita. Ma la risposta è stata ferma e negativa» e Daniele Francescangeli (Ugl) ha ribadito che «abbiamo sempre segnalato la presenza di amianto nei reparti. Durante la vertenza si svolgevano molte riunioni ristrette, durante le quali Regioni e Comune erano presenti. La Commissione potrebbe ascoltarli per capire se l’ipotesi di applicare i benefici di legge per gli esposti dell’amianto è emersa davvero», mentre Riccardo marcelli (Fim) ha spiegato che «per Terni è stato utilizzato il metodo legislativo previsto, per Torino ne è stato utilizzato un altro, ma entrambi i percorsi rientrano nel perimetro legislativo».

Le imprese Domenico Taschini ha spiegato il punto di vista di Confindistria: «La normativa è di carattere nazionale e siamo consapevoli che i benefici contributivi devono essere previsti per tutti i lavoratori, indipendentemente dalla regione di appartenenza e dal contesto lavorativo in cui hanno operato. Nella realtà sono presenti molti più siti non lavorativi, di carattere privato, che siti lavorativi magari sanati nel tempo. L’approccio sociale al problema consentirebbe una rapida mappatura e una più efficace soluzione. L’Umbria è stata un po’ trascurata pur avendo i presupposti per affrontare il problema. Visto che le aziende sono direttamente coinvolte nel pagamento del premio supplementare presso l’Inail per la silicosi oltre al contributo per il fondo di solidarietà, siamo dell’avviso che il problema vada affrontato invece senza ulteriori costi per le imprese». Per Giuseppe Flamini (Confartigianato) «per quanto riguarda l’Ast, alcuni dati parlano di una bonifica che si attesta sul 60 per cento. Ad oggi non disponiamo di un quadro preciso che riguarda anche l’aspetto immobiliare, perché ci sono palazzi importanti, condomini dove l’amianto è presente. Manca quindi un quadro preciso sul numero di interventi necessari. È giusto guardare l’aspetto sociale, ma è importante predisporre, attraverso la Regione e gli altri enti preposti, un piano serio che coinvolga tutti i soggetti interessati al problema».

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