Terni, Ast: promesse difficili da mantenere

Aumentano i turni di fermata, in acciaieria, nel mese di giugno: la produzione non potrà che diminuire

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di M.T.

Le previsioni erano: mille tonnellate in meno – di acciaio prodotto – rispetto al mese di maggio e nove turni di fermata degli impianti. Questo era quello che Ast aveva annunciato ai sindacati il 9 giugno scorso.

La produzione La notizia, già da sola, non era di quelle da farci le capriole, visto che mille tonnellate in meno, rispetto a maggio nel quale dai forni delle acciaierie ne erano uscite 85 mila e in vista della lunga fermata agostana – dal 10 al 23 in viale Brin si spegne tutto – rappresenterebbero un ulteriore allontanamento dall’obiettivo del milione di tonnellate a fine anno.

Freddo sul ‘caldo’ Ma giovedì sulla produzione di ‘caldo’, cioè dell’acciaio che esce dai forni dell’Ast, è arrivata un’altra ondata di freddo: alla fermata di Fea4/Aod3/Asea/Cco7 – da sabato 27 giugno a mercoledì 1 luglio alle 6 – si aggiungerà quella di Fea5/Aod2/Cco3, che interromperanno la produzione lunedi alle 14 per ripartire il 1° luglio alle 6. Insomma: i turni di fermata diventerebbero una ventina. E aumentando gli stop, difficile che la produzione faccia altrettanto.

Saltano altre teste Scorrendo i nuovi organigrammi, fatti circolare internamente dopo le nuove nomine ufficializzate lunedì scorso, si scopre che un’altra testa è saltata: nelle caselle dell’area ‘qualità’ non compare più il nome di Gianluca Gigli, un ‘quadro’ aziendale che era il responsabile dell’assistenza ai clienti e che veniva definito ‘vicino’ al consiglere delegato alla produzione, Antonio Bufalini. Almeno fino a qualche tempo fa. Ora, si dice, Gigli potrebbe passare ad un cliente di Ast.

 

 

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