Terni: Ast riparte, ecco chi lavora e come

Covid: per il prefetto non ci sono elementi ostativi alla prosecuzione delle attività. Ripresa graduale da lunedì, mascherine per tutti

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di Federica Liberotti

Può riprendere l’attività all’Ast di Terni: dopo tre giorni di tira e molla tra azienda e sindacati, con la prima convinta nel voler rimettere in moto gli impianti e i secondi contrari, l’intervento del prefetto Emilio Dario Sensi alla fine è stato decisivo e ha portato al riavvio della produzione, almeno per alcune lavorazioni e in maniera graduale. Dunque, previa verifica tecnica con le rsu e il direttore dello stabilimento, il sito tornerà in funzione lunedì 6 aprile a partire dalle 6.

AST, STOP PER COVID-19 FINO AL 3 APRILE

«Ripresa può essere un pericolo»

In una nota le segreterie territoriali di Fim, Fiom, Uilm, Fismic,Ugl e Usb «prendono atto» della comunicazione che sua eccellenza ha emesso su richiesta di Acciai Speciali Terni. «Il prefetto – scrivono – ha avviato una istruttoria con l’ausilio del comando provinciale della guardia di finanza, all’esito del quale ‘non sono emersi elementi ostativi alla prosecuzione’ delle attività produttive». Le segreterie territoriali ribadiscono che «il solo rispetto dei dpcm e dei protocolli sono elemento fondamentale per garantire la riduzione del rischio di contagio da Covid-19. Restiamo convinti che – continuano -, con l’emergenza sanitaria in atto, la ripresa di Ast può rappresentare ancora un pericolo. Auspichiamo che le istituzioni comunali e regionali si facciano carico di quanto sopra esposto, esercitando il ruolo e la funzione di controllo in questa fase di gestione dell’emergenza sanitaria per garantire la salute e la sicurezza dei lavoratori e dei cittadini nel loro insieme».

TUTTO SU AST – UMBRIAON

Riaperta cassa integrazione

Nel merito del confronto, quindi, le segreterie territoriali pur continuando ad esprimere delle perplessità sull’opportunità della ripartenza, hanno rivendicato «una ripresa non immediata e comunque graduale con previo confronto tecnico con le rsu (differendo la ripartenza almeno a lunedì), l’apertura di una nuova procedura di cassa integrazione per ulteriori due settimane per tutti i lavoratori e una distribuzione dei dispotivi di protezione individuale utili al contenimento del virus a tutti i lavoratori presenti in fabbrica». «Resta inteso – concludono le sei sigle – che il percorso avviato è oggetto di continua e costante verifica e laddove dovessero venire meno i presupposti per una garantita salute e sicurezza, le organizzazioni sindacali metteranno in essere tutte le iniziative necessarie per il ripristino di tali garanzie».

EMERGENZA CORONAVIRUS – UMBRIAON

«Rischiamo di perdere clienti» 

La cassa, in merito alla quale è stato chieso un esame congiunto dai sindacati, verrebbe aperta dal 4 aprile e servirà a coprire i dipendenti che non lavoreranno, visto che l’attività non sarà comunque a pieno regime. Nel motivare la decisione di riprendere l’attività Ast ha prodotto alla prefettura le lettere inviate de alcuni clienti che hanno minacciato di rivolgersi altrove qualora l’acciaieria ternana non possa provvedere agli ordini richiesti. Dunque con il concreto rischio per Ast di perdere per sempre questi stessi clienti. La produzione ‘in deroga’, dunque limitata a precise lavorazioni, si dovrebbe attestare su circa 50 mila tonnellate. Tra sabato e domenica azienda e rsu torneranno a confrontarsi per valutare nel dettaglio le modalità della ripresa.

IL SINDACO DI TERNI: «RIPARTIRE SÌ, MA IN TOTALE SICUREZZA»

Chi lavora e come

Nella tarda serata di sabato l’azienda ha poi comunicato alla rsu nel dettaglio come sarà rimodulata la ripartenza, programmata fino a sabato 11 aprile alle ore 6. La linea Cb3, Lac e i reparti Pix1 e Pix 2 lavoreranno per 15 turni, così come il Tubificio (quattro linee più slitter). Al Centro di finitura e alla Società delle fucine (Meccanica trattamenti sottovuoto) è prevista una turnazione normale, mentre Forgia e Cb7 ripartiranno il 14 aprile, dunque dopo la pausa pasquale, alle 6. Anche centri e servizi seguiranno la normale turnazione. Previsto, come già programmato e comunicato, lo slittamento dell’orario ‘ingresso-uscita’ per evitare eccessivi assembramenti di personale. Su richiesta sindacale l’azienda si è impegnata a fornire tutti i lavoratori di mascherine. Confermato inoltre, sempre su richiesta sindacale, il blocco degli straordinari, salvo la necessità di mettere in sicurezza gli impianti. L’azienda ha infine avviato la proroga della cassa integrazione ordinaria per tutti i lavoratori fino al 17 aprile. «Le rsu – spiegano queste – registrano ancora distanze sulle misure da mettere in campo per contenere il rischio da contagio covid-19. La ripartenza sarà oggetto di continua e costante verifica da parte della rsu e rls, e laddove dovessero venire meno i presupposti per una garantita salute e sicurezza, metteremo in essere tutte le iniziative necessarie».

La comunicazione di Ast ai dipendenti

«Nella giornata di ieri – venerdì, ndr – Ast ha comunicato alla Prefettura di Terni la ripresa e la prosecuzione  dell’attivita produttiva a partire da lunedì 6 aprile, nel pieno rispetto delle disposizioni emanate dal Governo per l’emergenza coronavirus. La ripresa della produzione avverra, in questa prima fase, in modo parziale e graduate, in modo da corrispondere alle esigenze e all’operatività dei nostri clienti, data la particolare situazione generale dell’economia e dei mercati. Di conseguenza, una parte del personale potra essere ancora interessato da giornate di esonero dal lavoro. La società ha pertanto comunicato alle autorità competenti e ai sindacati la proroga della cassa integrazione ordinaria per covid-19, sulla quale si svolgerà il regolare confronto con le organizzazioni sindacali e le rappresentanze dei lavoratori. Le persone appartenenti ai reparti e ai servizi per la produzione, come di consueto, riceveranno specifiche comunicazioni dai propri responsabili. Anche le persone che svolgono attivita di ufficio, e che hanno lavorato nelle settimane passate in modalità ‘smart working’, riceveranno specifiche comunicazioni dai propri responsabili, fermo restando che, se proseguono o riprendono a lavorare, continueranno a farlo da remoto, fatte salve speciali esigenze da valutare caso per caso (ad es. necessità di recarsi occasionalmente in ufficio per raccogliere documenti). Come sempre è avvenuto finora, la società continuerà a prestare la massima attenzione alle misure di prevenzione e di tutela della salute di tutto il personale, anche rispetto al rischio specifico derivante dal coronavirus, attraverso il monitoraggio continuo delle misure poste in essere, ed il dialogo costante con i rappresentanti dei lavoratori. Desideriamo ringraziare di nuovo tutte le persone che lavorano in Ast per il senso di responsabilità, la serietà e l’impegno che stanno dimostrando, con la certezza che, grazie alla perseveranza ed alla determinazione di tutti noi, saremo in grado di superare le difficoltà di questo particolare momento».

Consiglieri Lega a Terni: «Viva preoccupazione»

«La riapertura dello stabilimento di Ast Terni, fissata a lunedì 6 aprile, desta la più viva preoccupazione». Ad affermarlo sono i consiglieri comunali della Lega: «Prendiamo atto della decisione del prefetto di Terni, basata sulle incomprensibili norme legislative stabilite dal Governo Pd-5 Stelle che travalicano le competenze del sindaco e dell’amministrazione comunale. Non possiamo tuttavia non prendere in considerazione i rischi che tale scelta comporta per la salute degli operai. Fermo restando che la prudenza avrebbe suggerito di prolungare la fermata, esprimiamo solidarietà ai lavoratori dell’acciaieria. Solleciteremo l’azienda e le autorità preposte a controllare che il livello di sicurezza sia massimo per garantire l’incolumità degli operai e che a ognuno di loro siano distribuiti idonei Dpi, guanti e mascherine in primis, oltre a garantire periodiche visite mediche e tamponi. Come Lega – osserva il gruppo consiliare al Comune di Terni – vigileremo affinché ciò avvenga. Siamo disponibili ad ascoltare tutte le osservazioni e a portare le istanze dei lavoratori nelle sedi opportune. Da quanto apprendiamo ci rendiamo conto che le criticità sono molteplici in quanto da e per l’azienda transitano merci e persone provenienti da ogni parte d’Italia».

Nevi (FI): «Fidiamoci del prefetto, un premio per i lavoratori»

«Ricominciare a produrre comporta sicuramente dei rischi e quindi auspico la massima responsabilità da parte di tutti e il massimo dialogo tra azienda e sindacati»: così commenta la ripresa dell’attività dell’acciaieria il deputato di Forza Italia Raffaele Nevi.«I lavoratori – dice – ancora una volta stanno dando prova di grande responsabilità vista la situazione molto delicata in cui si trova azienda in rapporto alla concorrenza mondiale, ma nessuno può barattare il lavoro con la salute e quindi occorre fare di tutto per assicurare il massimo della sicurezza sanitaria innanzitutto. Chiaramente dobbiamo fidarci del prefetto che ha gestito la vicenda direttamente e delle autorità preposte. Da parte nostra come movimento politico di Forza Italia cercheremo, a livello nazionale, di prevedere un premio per quei lavoratori che assicureranno la continuità aziendale e con essa la possibilità per l’Italia di rimanere competitiva con le sue produzioni strategiche. Se ci sarà unità e attenzione tra tutti sarà una grande prova e un grande esempio per tutto il Paese».

Paparelli (Pd): «Il prefetto spieghi»

Così il consigliere regionale del Pd e portavoce dell’opposizione, Fabio Paparelli: «Chiediamo al prefetto di Terni di rendere note le motivazioni ed il relativo verbale con cui ha deciso la riapertura di un attività ritenuta non essenziale dai decreti del Governo, in questo momento emergenziale che può mettere a rischio la tenuta sanitaria della città e della regione. Al contempo lo stesso prefetto si adoperi, al fianco dei lavoratori e delle organizzazioni sindacali, affinché la stessa azienda renda trasparenti le modalità e i dispositivi che verranno messi a disposizione dei lavoratori ai fini della tutela della loro salute e dell’intera città. Le istituzioni preposte controllino, sindaco e assessore regionale al lavoro battano un colpo».

De Luca e Pasculli (M5s): «Tamponi a tappeto. Eventuale focolaio devastante»

«Di fronte alla discutibile scelta di riavviare l’attività del polo siderurgico di Terni dopo la fermata dei scorsi giorni – affermano il capogruppo del M5s in Regione, Thomas De Luca, e al consiglio comunale di Terni, Federico Pasculli -, nell’assordante silenzio del sindaco e della presidente della Regione, riteniamo imprescindibile un intervento rigoroso e diretto a tutela della salute pubblica. I test a tappeto su tutti i dipendenti prima del ritorno a lavoro e ripetuti successivamente ad intervalli regolari di tempo sono una necessità imprescindibile per i lavoratori delle acciaierie di Terni. Il rilevamento della temperatura corporea risulta una misura risibile e totalmente in controtendenza rispetto alle evidenze scientifiche che stanno attestando una grave e abnorme sottovalutazione della presenza di asintomatici. Per la stessa ragione per cui ormai da settimane stiamo chiedendo un’attività di screening su operatori sanitari, forze dell’ordine, addetti dei supermercati e della filiera agroalimentare, corrieri, impiegati, operai e tutti coloro che continuano ad essere esposti anche in questi giorni di quarantena. Il rischio di riaccendere un focolaio infettivo – proseguono i due capigruppo del M5s – potrebbe inoltre aggravare una situazione sanitaria ancora in affanno complicando una condizione che proprio in questi giorni inizia ad avere dati rassicuranti. Seppur con tutte le cautele e le incertezze di un fenomeno la cui conoscenza si sta evolvendo repentinamente giorno dopo giorno, la direzione che sembrerebbe tracciare la fase due di questa emergenza è quella di accertare la presenza di persone che hanno sviluppato immunità al virus, anche se temporanea, e ripartire da queste per una progressiva riapertura delle attività. Lo sviluppo di un focolaio di infezione all’interno della fabbrica avrebbe conseguenze devastanti per tutto il territorio regionale, non solo dei lavoratori ma anche delle loro famiglie e di tutte le comunità dove esse risiedono. La mancata adozione di ogni ragionevole e necessaria precauzione costituisce un rischio la cui assunzione di responsabilità non è circoscritta nel perimetro burocratico-amministrativo ma riguarda in primo luogo le istituzioni locali. Da parte nostra – concludono De Luca e Pasculli – ci sarà una costante attenzione e un fermo supporto ad ogni azione, politica e non solo, volta alla tutela dei lavoratori e dei cittadini umbri».

Sinistra Civica Verde e Articolo 1 criticano

Particolarmente critici con la decisione di far ripartire Ast, sia Sinistra Civica Verde che Sinistra Italiana Articolo 1: «Incomprensibile e fuori contesto – affermano – la scelta del prefetto che, su richiesta dell’azienda e con il placet (visto il silenzio) della presidente della Regione e del sindaco di Terni, ha concesso l’autorizzazione alla totale riapertura degli impianti di Ast, quando altre realtà importanti del territorio sono ancora chiuse. Non ci sembra che così si rispettino gli obbiettivi di proseguimento delle restrizioni predisposte dal nuovo decreto del presidente del Consiglio al 13 aprile. La nostra città finora ha retto in termini di contagi e decessi, quanto ancora potremo mantenere questo trend con una fabbrica da tre mila persone in attività? Ringraziamo il lavoro incessante svolto dalle organizzazioni sindacali, dalle Rsu ed Rls in una trattativa estenuante con la dirigenza Ast, la quale, ancora una volta, si mostra distante dagli interessi primari dei lavoratori che non possono essere considerati fondamentali e strategici solo a piacimento dei vertici aziendali. È indispensabile, inoltre, che si continui a vigilare con più accuratezza sulla sicurezza in tutte le realtà e luoghi di lavoro del nostro territorio, che non merita di essere governato da amministratori insipienti e subalterni agli interessi economici. Non ci esprimiamo sui soliti lacchè che in queste ore si stanno sbracciando a dimostrare la loro vicinanza ai vertici aziendali. ‘Occorre ripartire quanto prima’: siamo d’accordo, ma in sicurezza per i lavoratori e le lavoratrici e la città tutta».

Gentiletti (SC): «Tamponi per tutti i lavoratori. Il sindaco che dice oggi?»

Così il consigliere comunale Alessandro Gentiletti (Senso Civico): «Sappiamo cosa significhi nel bene e nel male il legame della nostra città con l’acciaieria. Un presidio produttivo che va difeso ma senza rischi per la salute dei lavoratori e della città, che ha fatto e sta facendo tanti sacrifici per limitare la diffusione del contagio. Credo che la Regione dovrebbe valutare di mettere subito a disposizione per tutti i lavoratori di Ast i tamponi, così come per i sanitari. Sarebbe opportuno, inoltre, conoscere le valutazioni del sindaco, anche alla luce della posizione che assunse qualche tempo fa sulla tutela prioritaria della salute. Condivido le sollecitazioni che provengono dalle forze sociali e dalla città affinché l’amministrazione territoriale si esprima ed eserciti tutte le sue competenze».

Rifondazione Terni: «Conessione fuori da ogni logica»

Dura Rifondazione Comunista Terni sulla riapertura: «Riparte il ciclo produttivo in Ast, concessione fuori da ogni logica di buonsenso e di responsabilità. Nessun esigenza produttiva può risultare preminente alla salute pubblica. Le logiche di profitto della multinazionale Tk sostenute da Confindustria non devono avere il sopravvento. Ancora una volta a subire il ricatto saranno i lavoratori, che in migliaia torneranno da domattina a svolgere le proprie mansioni rischiando di esporsi al contagio e di esporre direttamente le famiglie, tutta la città di Terni ed il territorio provinciale. Il rischio che la fabbrica possa caratterizzarsi come luogo di diffusione è concreto, lo hanno denunciato le organizzazioni sindacali che hanno monitorato le modalità di lavoro e le procedure di prevenzione. Esiste un rischio generale che investe la città di Terni – osserva Rifondazione – una città che in queste settimane deve essere fiera della risposta responsabile alle misure di contenimento sociale e che questa decisione rischia di vanificare totalmente. Riteniamo vergognoso il silenzio della Regione, dell’amministrazione di Terni e del sindaco, primo garante della salute pubblica, indisponibile o forse incapace di far prevalere le prerogative della città sugli interessi particolari e dannosi della multinazionale. Non ci stupisce neanche il silenzio di larga parte del quadro politico istituzionale, ne conosciamo e denunciamo da tempo le vicinanze e disponibilità con le organizzazioni padronali come Confindustria».

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