Terni: «Bancomat per salvare l’ufficio postale»

I turisti della Cascata delle Marmore a tutt’oggi non hanno a disposizione sportelli automatici per il prelievo

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Poste Italiane vuole chiudere, insieme ad altri 500 in Italia e 14 in Umbria, l’ufficio di Collestatte. Ma il consigliere comunale ternano Jonathan Monti (Pd), ha pronta una soluzione..

Ufficio attivo Oltre che criticare la scelta, «che non ha giustificazione, anche perché Collestatte non era stato inserito nell’elenco degli uffici postali diseconomici, sia per la sua alta e redditiva attività giornaliera e settimanale, nonché per la numerosità dei correntisti», il consigliere annuncia pure altro».

Il Bancomat La salvezza, secondo Monti, potrebbe passare dal Bancomat: «In queste ore si sta lavorando, insieme al sindaco di Terni, non solo per provare ad impedire la chiusura dell’ufficio postale a partire dal prossimo 13 aprile, ma anche per porre in essere eventuali diverse soluzioni da concordare con Poste Italiane, che possano consentire da un lato di mantenere aperto un servizio utile per tutti i cittadini dell’ex sesta Circoscrizione Valnerina; ovvero per Collestatte Paese, Collestatte Piano e Torre Orsina; dall’altro di aumentare ancora i livelli di utenza dell’ufficio postale di Collestatte, coniugando l’esigenza territoriale con quella dei numerosi turisti della Cascata delle Marmore, che a tutt’oggi non hanno a disposizione sportelli postamat/bancomat nei pressi del belvedere inferiore del maggior sito turistico dell’Umbria».

Trappolino Il piano di Poste Italiane, dice il segretario provinciale del Pd, Carlo Emanuele Trappolino, «non può non destare forti preoccupazioni: il ruolo di servizio essenziale per tanti cittadini, di presidio territoriale e di prossimità (soprattutto per le fasce deboli della popolazione) e di supporto alle piccole attività produttive, commerciali e turistiche rischia di venire meno e creare ulteriori problemi alle nostre comunità. Oltre naturalmente ai timori per i lavoratori coinvolti nel ‘piano di razionalizzazione’. L’azienda, che sembra non disposta a confrontarsi sulle proprie scelte, dovrebbe ricordare piuttosto gli effetti negativi del processo di razionalizzazione del servizio già in atto da svariati anni da parte della società in un contesto peraltro di un mercato postale che sconta un quadro normativo ingessato, dove la posizione ‘privilegiata’ di Poste Italiane (fornitrice del servizio universale degli atti giudiziari e, più in generale, beneficiaria della definizione giuridica stessa di servizio universale) risulta evidente».

Le domande Quali gli sforzi sul territorio da parte di Poste Italiane, chiede Trappolino, «per rilanciare il recapito postale cogliendo le opportunità dell’e-commerce? Quali le azioni strategiche per assumere un ruolo nella logistica? Quali interventi per servizi realmente più efficienti, maggiore libertà di scelta per i consumatori e risparmi da parte dello Stato? Quando si opera sul territorio e si ragiona di servizi universali la visione economicista non basta, bisogna avere coraggio e capacità di costruire soluzioni in grado di offrire efficienza, qualità e benessere diffusi».

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