Poste, in Umbria chiudono 15 sportelli

Ecco l’elenco degli uffici da tagliare. La Cgil: «Inaccettabile»

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Meno quindici. E non si parla di temperature. Ma del numero di piccoli uffici postali che sono a rischio in Umbria in seguito al piano di ristrutturazione che Poste italiane vuole mettere in pratica.

Il taglio In tutta Italia sarebbero 400 gli sportelli in vi di chiusura, con il corollario consueto: il personale avanzerà. Saranno circa 20mila – sui 144mila totali – i dipendenti da ‘esodare’: «In Umbria – dice la Cgil – saranno chiusi gli uffici di Castel Ritaldi, Annifo e Capodacqua (Foligno), Perugia Piazza Partigiani, Sant’Egidio e Ripa (Perugia), Villastrada e Gioiella (Castiglione del Lago), Collazzone, Collestatte (Terni), Porchiano (Amelia), Schifanoia e Capitone (Narni), Sugano (Orvieto) e Melezzole (Montecchio)». Per altri 18 uffici, invece, si prospetta un’apertura parziale, limitata ad alcuni giorni della settimana.

I tempi Poste italiane, nel comunicare ai sindacati il piano regionale delle chiusure, ha chiarito che sarà operativo nel giro di in 60 giorni: «Significa – dice il segretario della Slc Cgil, Corrado Corradetti – che il 13 aprile gli uffici postali in questione chiuderanno le chiusure». Con tanto di conseguenze accessorie: «Si vocifera che a giorni verrà presentato un nuovo piano, che per molte parti dell’Umbria prevede il recapito della corrispondenza a giorni alterni».

«Inaccettabile» Per il sindacato «tutto questo ha un effetto sui livelli occupazionali, ma anche sul servizio che viene erogato ai cittadini soprattutto i più anziani. Ricordiamo che l’Umbria è una regione che ha una popolazione diffusa sul territorio ed eliminare i servizi postali arreca un gravissimo disservizio. Per noi infatti Poste Italiane è un punto di servizio e non semplicemente un centro di vendita come il governo e il management intendono affermare. Nella nostra regione – aggiunge Corradetti – questa logica va assolutamente contrastata, per questo chiediamo un immediato incontro alla Regione dell’Umbria e ai parlamentari umbri per contrastare l’ennesima azione di smantellamento che rischia di colpire i cittadini più deboli e più bisognosi di tutela. Pensiamo che sia possibile e necessario impedire questo ulteriore sfregio alla coesione sociale della nostra regione».

 

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