di Rita Castellani e Daniela Mercorelli
di ‘Possibile Terni’
Crediamo (vogliamo credere?) che il c.d. “via libera” dell’Arpa all’autorizzazione regionale a riaccendere l’inceneritore Biomassa sia limitato al test di prova dei due congegni (obbligatori) per la valutazione della tossicità dei fumi, che sono gli UNICI interventi effettuati dalla proprietà.
E stupisce che il Comune si dichiari inconsapevole delle numerose altre irregolarità (reati?) rilevati dai carabinieri del NOE, insieme alla stessa ARPA.
Per tutte quelle irregolarità, incluse le menzogne sulle certificazioni dei fornitori di pulper ora oggetto dell’indagine della GdF, proprio il Sindaco, in quanto primo responsabile e garante della salute pubblica, aveva emesso ordinanza di chiusura.
Poiché la gran parte di quelle irregolarità non sono state chiarite, né tanto meno sanate, il Sindaco può:
1-opporre una nuova ordinanza alla riapertura anche solo di prova
2-impugnare la determina Regionale facendo ricorso al TAR dell’Umbria
3-farsi carico di un esposto per danno ambientale verso TerniBiomassa
Nonostante questi tre più che concrete possibilità di azione a tutela della città e dei suoi residenti, l’Assessore Giacchetti ha dichiarato che il Comune si limiterà a prendere atto della determina della Regione che autorizza alla riaccensione l’impianto di TerniBiomassa.
Vorrà dire che i ternani prenderanno atto, a loro volta, che questa amministrazione non ha più facoltà di prendere decisioni, di nessun genere.