Terni, borgo Bovio e la «start-up di comunità»

Presentato il progetto della scuola Oberdan ‘La scuola fa quartiere’: «Vogliamo coinvolgere tutti i cittadini per migliorare l’area». Spazio al museo digitale

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Comunità, sinergia, educazione, senso di appartenenza e memoria. Sono le parole chiavi del progetto ‘La scuola fa quartiere’, creato e sviluppato – grazie al finanziamento con il bando Mibact ‘cultura futuro urbano’ – dall’istituto comprensivo Oberdan e presentato venerdì mattina nella rinnovata aula musica di palazzo Ratini: una due giorni scattata venerdì per presentare l’iniziativa che intende coinvolgere tutti i cittadini del quartiere di borgo Bovio. Focus in particolar sulla realizzazione del ‘Museo digitale’, la cui inaugurazione è prevista per maggio.

TUTTI I DETTAGLI DEL PROGETTO: LOCATION, EVENTI E OBIETTIVI

‘Start-up di comunità’: «Anche cose positive»

In prima fila la dirigente scolastica Patrizia Fioretti: «Questo progetto ha una finalità ambiziosa perché vuol coinvolgere tutti i cittadini della zona per migliorarlo. Si fa anche conoscendo la storia: l’idea è stata quella di creare un museo digitale grazie all’aiuto di tante persone qualificate. Un esempio di partecipazione vera e sentita per far sì che tutti possano recuperare memoria, identità e testimonianze. Una start-up di comunità per andare avanti. Così nel quartiere si può parlare di cose positive e non solo cronaca nera: vogliamo che si crei una comunità per lavorare insieme. Se sollecitata, risponde. Occorre appartenenza, voglia di costruire e non perdere la speranza in questo momento storico», ha sottolineato.

Riflessione e sinergia

Tecnici, insegnanti, cittadini e commercianti del quartiere presenti per l’occasione: «Un punto di riflessione – le parole di Cristiano Ceccotti, assessore al welfare – per i ragazzi e l’intero quartiere. Da parte nostra faremo il possibile per far sì che sia divulgata il più possibile. Darà ottimi frutti». Il Comune è coinvolto per via del patto ‘You can’, stipulato anni fa. Don Luciano Alflorei è il parroco della chiesa di Santa Maria della Misericordia, a pochi passi dagli edifici scolastici: «Sono molto contento perché questo progetto ha una lunga storia dietro. È importante capire e scoprire le nostre radici ed è una chance per recuperare la giusta memoria. Fondamentali sono la collaborazione e la sinergia educativa: c’è bisogno di mettersi insieme perché in questa realtà non si è uno contro l’altro», ha chiuso. Al termine della mattinata tutti dai giovanissimi studenti ‘ciceroni’ per l’inaugurazione della mostra ‘Una finestra sul quartiere’.

PARLA LA DIRIGENTE PATRIZIA FIORETTI

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