Terni, Bucari libero. Doppia revoca

Resta ai domiciliari il sindaco Di Girolamo. Per l’assessore una decisione di carattere ‘tecnico’. Corsi e Andreucci potranno tornare in servizio

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Torna in libertà l’assessore Stefano Bucari, dopo l’interrogatorio di giovedì mattina di fronte al pm Raffaele Iannella e al gip Federico Bona Galvagno che ha invece confermato la misura degli  arresti domiciliari per il sindaco Leopoldo Di Girolamo. Nei confronti di Bucari è stata però stabilita la misura interdittiva: non potrà svolgere, temporaneamente, le funzioni di assessore.

PARLA L’AVVOCATO SPOLDI (BUCARI) – IL VIDEO

Sandro Corsi e Roberto Spoldi

Corsi e Andreucci tornano in servizio Il giudice ha revocato anche le ‘interdittive’ applicate nei confronti di Sandro Corsi (coop Actl) e Carlo Andreucci (coop Alis): entrambi si sono visti annullare le misure che imponevano di astenersi dallo svolgere qualsiasi attività in seno alle rispettive cooperative.

PARLA L’AVVOCATO PROIETTI (ANDREUCCI) – IL VIDEO
PARLANO SANDRO CORSI E I LEGALI – IL VIDEO

Di Girolamo all’ingresso a Palazzo di giustizia

Le motivazioni Soprattutto ‘tecniche’ le motivazioni che hanno portato all’annullamento degli arresti domiciliari per l’assessore ai lavori pubblici del Comune di Terni: secondo la legge, essendo titolare di una delega assessoriale, Bucari non avrebbe potuto essere solo ‘interdetto’, ma si rendeva obbligatoria la misura più pesante. L’avvocato Spoldi, però, ha fatto notare al magistrato che Bucari è stato eletto come consigliere comunale e che la sua nomina ad assessore è stata decisa dal sindaco Di Girolamo: questa eccezione è stata giudicata positivamente dal magistrato – pur in assenza di una specifica giurisprudenza in materia – che ha quindi deciso per la revoca dell’arresto.

L’INCHIESTA IN COMUNE – LA STORIA

Di Girolamo Diversa la posizione del sindaco, la cui elezione diretta esclude la possibilità che invece ha portato alla remissione in libertà di Bucari, e per lui i domiciliari sono stati confermati. Entrambi gli avvocati – Roberto Spoldi per Bucari e Attilio Biancifiori per Di Girolamo – insistono però nel valutare come immotivate le decisioni del gip: la prospettiva, ora, è quella del tribunale del Riesame e le istanze verranno predisposte nei prossimi giorni.

PARLA L’AVVOCATO BIANCIFIORI (DI GIROLAMO) – IL VIDEO

La mattinata Bucari è stato ascoltato per secondo, dopo il sindaco Di Girolamo, che alle 9.30 di giovedì mattina aveva dato inizio alla serie di interrogatori che si sono protratti nel pomeriggio.

IL PROCURATORE DELLA REPUBBLICA: «IMPOSSIBILE FARE IN FRETTA» – IL VIDEO

Carlo Andreucci

Gli altri Sandro Corsi (coop Actl) e Carlo Andreucci (coop Alis) sono tornati nel palazzo di giustizia dopo pranzo: i due, entrambi destinatari di un provvedimento di interdittiva, hanno chiarito le proprie posizioni, rispondendo alle domande del pm e del gip.

Venerdì altri interrogatori  Davanti al giudice, nella giornata di venerdì, ci sarà un’altra sfilata di indagati: sarà infatti il turno di Federico Nannurelli, Claudio Brugia, Paolo Neri e Remato Pierdonati. Per tutti il pm aveva chiesto la sospensione dall’esercizio di ‘pubblico ufficio e servizio’, ma l’eventuale decisione del gip – se applicare la misura o meno – emergerà solo a seguito dell’interrogatorio. Nannurelli e Pierdonati sono difesi dall’avvocato Francesco Donzelli, Neri da Carlo Orsini e Brugia da Roberto Materazzi.

Crescimbeni Continuano, intanto, le prese di posizione sull’inchiesta: «La situazione del Comune di Terni è paradossale, direi surreale: tutta la giunta, sindaco in testa, tranne un assessore di recente nomina – dice il consigliere comunale Paolo Crescimbeni (GM) – è inquisita o agli arresti. L’unico assessore, la De Angelis, non travolta dallo tsunami giudiziario, ieri in una seduta di fuoco, non è apparsa in aula. Alla Malafoglia, ora Sindaco facente funzioni, dopo la prima ondata di avvisi di garanzia, erano state conferite dal Sindaco alcune nuove deleghe; su queste materie ora la stessa sembra sia indagata! L’amministrazione è quindi paralizzata e Terni ha gravi problemi da risolvere, in corso o da affrontare. Si pensi solo allo stato di predissesto ed al fallimentare bilancio consuntivo.Cosa occorre di più per sciogliere un Consiglio e liberare Terni da questa cappa di malaffare?».

Usb Il sindacato autonomo dice che «i fatti drammatici che si stanno susseguendo in queste ore al Comune di Terni, certificano il fallimento politico della classe dirigente dell’amministrazione ed il risultato politico di anni di gestione delle attività amministrative che come sindacato più volte non abbiamo condiviso e quindi denunciato. L’indagine in corso è conseguente alla promiscuità che lega la politica, al mondo cooperativo e del terzo settore che gestisce ormai fondamentali pezzi di servizi socio-sanitari e pubblici. Tutto ciò ha come risultato immediato la proiezione nell’incertezza lavorativa di centinaia di lavoratori e lavoratrici che operano quotidianamente nelle cooperative interessate da tale inchiesta giudiziaria: è verso di loro che si deve indirizzare la massima attenzione di tutta la collettività e lo sforzo più grande per garantirne la piena difesa occupazionale. Come Usb non accetteremo che da questa indagine siano a pagare i lavoratori».

La Provincia di Terni «Solidarietà umana e personale al sindaco Di Girolamo, all’assessore Bucari e agli altri coinvolti nell’indagine» è stata espressa dal presidente della Provincia di Terni Giampiero Lattanzi, in apertura della seduta di consiglio provinciale. «Ho piena fiducia nella Magistratura ed auspico tempi rapidi per tutta la vicenda. Di Leopoldo Di Girolamo ho avuto modo di apprezzare le qualità umane e politiche essendo stato egli anche presidente della Provincia prima di me e mi auguro che lui e gli altri soggetti coinvolti possano dimostrare la loro estraneità ai fatti». Sulla questione sono intervenuti anche altri consiglieri di maggioranza. Leonardo Grimani ha ribadito, come il presidente, la sua «solidarietà umana a Di Girolamo, persona per bene. Ho completa fiducia nella Magistratura e massimo rispetto per i giudici che stanno conducendo le indagini. Nessuno è colpevole fino a sentenza definitiva. Mi auguro solo che si possa ripristinare un clima di maggiore tranquillità tra chi fa politica e chi opera nella comunicazione». Anche Federico Novelli ha auspicato che «torni al più presto un clima di civile convivenza fra le forze politiche». Sandro Piccinini ha infine dichiarato che «in questa vicenda non si parla di tangenti e di mazzette, ma di inserimento lavorativo di persone svantaggiate. Ho piena fiducia nella Magistratura e sono convinto dell’estraneità ai fatti di Leopoldo Di Girolamo al quale mi lega una profonda stima e un legame di amicizia».

Partito comunista dell’Umbria «Le recenti vicende dell’arresto del sindaco di Terni e dei suoi collaboratori – afferma il segretario Tito Antonuccio in una nota – non ci hanno affatto sorpreso. Abbiamo più volte ribadito la nostra visione della classe politica regionale umbra che riteniamo corrotta e chiusa su se stessa, a salvaguardare il proprio potere. Riteniamo – conclude Antonuccio – che un politico debba lavorare per il popolo che gli ha dato il privilegio di esserne rappresentante».

«Nessun ‘fantoccio’ da bruciare in piazza» Significativa la presa di posizione affidata ai ‘social’ del consigliere comunale del M5S, Thomas De Luca: «Oggi si voltano altrove facendo finta di nulla, facendo finta di non essere a conoscenza di tutto quello che viene alla luce, di non esserne stati protagonisti, figuranti e autori del sistema. Leopoldo Di Girolamo non sarà il capro espiatorio del sistema. Se ha sbagliato – afferma De Luca – sarà la magistratura ad accertarlo e eventualmente pagherà per quello che dovrà pagare. Tuttavia nessuno abbia la tenera convinzione di aver trovato il fantoccio da bruciare in piazza per espiare le colpe politiche di tutti, questo tenetelo bene a mente, non lo permetterò».

Servizio in aggiornamento

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