Terni, arresto sindaco: sfilza di nuovi indagati

Sotto inchiesta diciannove fra amministratori comunali ed ‘ex’ ma anche diversi funzionari e dirigenti comunali

Condividi questo articolo su

Arresti domiciliari per il sindaco Leopoldo Di Girolamo e l’assessore ai lavori pubblici Stefano Bucari. Divieto temporaneo ‘di esercitare uffici direttivi di persone giuridiche ed imprese cooperative’ applicato per un anno – salvo revisione della misura – a Sandro Corsi (coop Actl) e Carlo Andreucci (coop Alis). Accanto a quanto disposto dal gip Federico Bona Galvagno, su richiesta del pm Raffaele Iannella in merito all’indagine ‘Spada’, c’è un dato – politico e giudiziario – di particolare rilievo. Sono infatti diversi gli indagati nei vari filoni dell’inchiesta condotta dalla squadra Mobile di Terni e dal nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza. Gli interrogatori di garanzia sono stati già fissati per giovedì mattina, a partire dalle 9.30 in tribunale, di fronte al gip di Terni.

L’AVVOCATO SPOLDI: «SIAMO SORPRESI»
L’AVVOCATO BIANCIFIORI: «DECISIONE SENZA BASI»

Turbativa d’asta Il concorso in ‘turbata libertà degli incanti’ viene contestato ai dirigenti comunali Renato Pierdonati e Luciano Sdogati, i funzionari Federico Nannurelli e Paolo Neri, agli ex assessori Libero Paci, Simone Guerra, Luigi Bencivenga, Roberto Fabrini, Silvano Ricci, Sandro Piermatti, Marco Malatesta, Daniela Tedeschi, Renato Bartolini, Giorgio Armillei, Francesco Andreani, Cristhia Falchetti Ballerani, Carla Riccardi e agli attuali Francesca Malafoglia (vicesindaco) ed Emilio Giacchetti. Nel mirino della procura c’è finita l’approvazione di alcune delibere di giunta come quella sul regolamento per l’inserimento lavorativo di persone svantaggiate, l’affidamento in appalto dei servizi per il decoro urbano, le proroghe dei servizi turistici della Cascata delle Marmore (delibera 506 del 28 dicembre 2012) e la manutenzione del verde pubblico e del cimitero di Terni.

DI GIROLAMO E BUCARI, STORIE E INCHIESTE

Falsità ideologica Il reato di ‘falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale’ riguarda invece i componenti della commissione giudicatrice che il 22 dicembre del 2015 si era riunita per valutare le offerte delle cooperative sociali di tipo ‘B’ per l’affidamento dell’appalto del servizio di manutenzione del verde pubblico nell’area Terni sud. Si tratta dello stesso Pierdonati, della dirigente comunale Vincenza Farinelli, di Pasquale Sabatelli e Claudio Brugia che, secondo la procura, avrebbero falsamente attestato che il procedimento di valutazione sarebbe durato dalle ore 15 alle 19.10, quando dai rispettivi cartellini riportavano orari di uscita dal lavoro incompatibili con la durata della seduta. Stessa contestazione – falso ideologico – ma riferita alla delibera di giunta 249 del 29 luglio 2015 per l’affidamento dei servizi cimiteriali, per il sindaco Di Girolamo, la ‘vice’ Malafoglia e gli assessori ed ‘ex’ Riccardi, Andreani, Bucari e Giacchetti. Nel mirino degli inquirenti ci sono finiti anche i lavori della commissione giudicatrice riunitasi l’11 febbraio 2016 per l’affidamento dell’appalto dei servizi cimiteriali per 18 mesi, prorogato oltre dieci volte fra il gennaio del 2014 e il 2016, per un importo complessivo di 687.643 euro. E in questo caso il ‘falso’ è contestato, oltre che agli stessi Pierdonati e Farinelli, anche a Stefano Marinozzi.

IL ‘PRECEDENTE’, L’ARRESTO DI MARIO TODINI

Battaglia giudiziaria Nel caso del primo cittadino e dell’assessore ai lavori pubblici, il gip Federico Bona Galvagno ha rilevato il pericolo di reiterazione del reato, analogamente ai responsabili delle coop Actl ed Alis. Da qui le misure applicate che incontrano però l’opposizione da parte dei rispettivi legali difensori – gli avvocati Attilio Biancifiori per Di Girolamo, Roberto Spoldi per Corsi e Bucari, Massimo Proietti per Andreucci – decisi a far valere, sin dal momento dell’interrogatorio, le ragioni dei propri assistiti, nell’ottica di una totale revisione di quanto applicato dall’autorità giudiziaria.

LE REAZIONI POLITICHE

Cascata delle Marmore La misura applicata dal gip nei confronti di Sandro Corsi, trae spunto dall’attività investigativa svolta sulla gara per il servizio di supporto e assistenza turistica nell’area della Cascata delle Marmore, dell’importo di 1.530.630 euro poi salito a 1.734.140 euro, aggiudicato definitivamente con determina dirigenziale 738 del 10 luglio 2014 all’unico partecipante, l’associazione temporanea di imprese con la coop Actl capofila. Secondo gli inquirenti, Corsi avrebbe operato per impedire, con mezzi fraudolenti, la partecipazione al bando di gara della coop Culture di Venezia e la coop Kairos.

«Consolidato sistema illecito» «Tale ipotesi di reato (turbata libertà degli incanti, ndR) – scrive il gip – si inserisce in un ben più ampio contesto concernente la consolidata e reiterata prassi illecita di continua violazione dei principi comunitari e nazionali che regolano in modo tassativo ed imperativo l’aggiudicazione di quasi tutti i contratti di appalti pubblici di servizi, lavori e forniture da parte del Comune di Terni, quantomeno negli ultimi cinque anni. Il pm titolare delle indagini, anche a seguito di operazioni di perquisizione avvenute il 17 novembre 2016 sia presso la sede che negli uffici del Comune di Terni, ha sostanzialmente ricostruito un vero e proprio ‘consolidato sistema illecito’ di gestione della cosa pubblica, con particolare riferimento al conferimento di contratti per l’esecuzione di numerosi lavori pubblici che si possono definire ‘normali e ripetitivi’ e che, in quanto tali, avrebbero dovuto far parte di un oggetto contrattuale unitario da assegnare all’esito di gara aperta di evidenza pubblica, essendo riconducibili, senza alcun dubbio, ad un unico servizio non legittimamente frazionabile di importi sopra-soglia comunitaria in base alla chiara normativa, vigente all’epoca degli affidamenti in contestazione, in materia di ‘appalti pubblici’».

Appalto cimiteri Fra i filoni dell’inchiesta c’è anche l’affidamento dei servizi cimiteriali e, sul punto, una delle contestazioni – ‘turbata libertà degli incanti’ in concorso – riguarda Carlo Andreucci (coop Alis) e il dirigente comunale Renato Pierdonati che, per la procura, avrebbero impedito, con mezzi fraudolenti, il regolare svolgimento della gara per l’affidamento di servizi di cui alla determina 1058 del 29 aprile 2014. In sostanza gli indagati avrebbero «cercato di annullare, in modo fraudolento, il bando di gara predisposto sotto la direzione di Luciano Sdogati, con lo scopo di indirne uno nuovo e poter continuare, nelle more, ad affidare i servizi cimiteriali sempre alle stesse cooperative».

‘Spada-bis’ Il fascicolo che ha portato all’arresto del sindaco Di Girolamo e dell’assessore ai lavori pubblici Stefano Bucari è in sostanza ‘parallelo’ a quello legato ai sequestri del 17 novembre 2016 con cui l’indagine ‘Spada’ era emersa in maniera prorompente, con un dispiegamento di forze dell’ordine a dir poco consistente. Ai sedici indagati, compreso il sindaco, legati alla prima parte dell’inchiesta, se ne sono aggiunti altri venti, quasi tutti amministratori ed ‘ex’ del Comune di Terni. Nella stragrande maggioranza dei casi – dall’appalto per il verde pubblico, al regolamento per l’inserimento di persone svantaggiate – viene contestato il voto favorevole a delibere di giunta ed i contenuti delle relative determine – che avrebbero portato ad un frazionamento artificioso dell’importo degli appalti, evitando così gare ad evidenza europea – secondo uno schema non molto diverso da quanto già applicato dal pm Raffaele Iannella nell’ambito dell’indagine sull’appalto per lo smaltimento del percolato da parte del Comune di Terni.

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli