Terni, call center: ‘riassetto’ sospetto

Sindacati e lavoratori preoccupati per i possibili sviluppi della vicenda

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di F.T.

«Il nostro timore qual è? Che questo con questo ‘riassetto societario’ di cui si parla, tutti i lavoratori superstiti di K4Up confluiscano dentro Overing (le due società al momento attive nel call center di via Bramante, ndR) e che K4Up chiuda – altri dicono ‘fallisca’, ndR – così addio stipendi per chi se n’è andato e per noi che dopo la protesta siamo tornati al lavoro, addio contributi, comunque mai visti finora, e poi chissà. Magari trasferiscono tutto da un’altra parte, con una nuova società, o bene che vada applicano contratti minimi. Di certo non ci aspettiamo nulla di buono».

Lo spauracchio dei lavoratori rimasti nel call center di via Bramante, di chi se n’è andato e degli stessi sindacati si chiama – appunto – ‘riassetto’. Quello che nei giorni scorsi è stato illustrato, per sommi capi, dalla dirigenza alle stesse organizzazioni. Quello su cui ora, forse, è il caso di vederci chiaro. Magari con un nuovo tavolo in prefettura che, adesso più di prima, potrebbe consentire di scavare un po’ più a fondo.

Il ‘riassetto’ A preoccupare i sindacati, oltre al fatto che, in barba agli accordi, lo stipendio di febbraio è stato percepito solo da una parte dei lavoratori, con tutti gli ‘ex’ rimasti a bocca asciutta, è anche il fatto che l’attività del call center – proprio per dare seguito alla ‘riorganizzazione’ – potrebbe essere fermata per almeno una settimana. «La cosa è stata comunicata ad alcuni lavoratori dopo che l’azienda ci aveva assicurato la totale continuità – dice Desirè Marchetti della Filcams Cgil – e questo ci preoccupa non poco. Il ‘riassetto’ non ci è chiaro: non ci è stato detto come, quando né dove avverrà. E non c’è chiarezza neppure sui futuri assetti societari, incluso l’eventuale ingresso di nuovi imprenditori».

L’audizione L’occasione per far emergere i nodi, vecchi e nuovi, del call center è stata l’audizione dei sindacati, martedì pomeriggio, di fronte alla terza commissione consiliare del comune di Terni, presieduta da Sandro Piermatti (PD). Un incontro chiesto dalle stesse organizzazioni, partito in quarta («sindaco e azienda devono venire qui a riferire in commissione», ha tuonato in apertura più di un consigliere di fronte ai lavoratori) e poi ricondotta al ruolo politico dell’organismo. Così alla fine, dopo aver ascoltato tutti i punti di vista, si è deciso di ‘spingere’ sull’avvio di un nuovo tavolo di confronto che veda la presenza di prefetto e sindaco e sul fatto che quest’ultimo, anche alla luce dell’atto votato all’unanimità lo scorso 2 marzo e al suo ruolo di assessore allo sviluppo economico, riferisca nel prossimo consiglio comunale sui passi compiuti e su quelli da fare.

Si riparte Nell’audizione di martedì tutti i rappresentanti dei sindacati – Desirè Marchetti e Matteo Lattanzi per la Filcams Cgil, Massimiliano Ferrante per la UilTucs e Angelo Manzotti per la Cisl – hanno detto di «non credere alle promesse dell’azienda, puntualmente disattese», sottolineando però come l’accordo delle scorse settimane «sia stato sottoscritto per ottenere ciò che era possibile, a fronte di contratti che, per il settore, sono privi di tutele e alla possibilità che l’azienda potesse chiudere e andarsene». Di fatto la vertenza riparte, anche se per molti non si era mai fermata.

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