Ci si attendeva bagarre sul tema e così è stato. Tant’è che si è arrivati a chiudere il discorso solo su 4 – tutti di Valdimiro Orsini del Gruppo Misto, bocciati – dei 19 emendamenti presentati: prosegue il lungo iter in consiglio comunale a Terni sul servizio pluriennale di affidamento in concessione dei servizi di global service per la gestione e la manutenzione integrale degli impianti tecnologici degli edifici comunali. Sul piatto c’è la maxi procedura da oltre 33 milioni di euro di valore. Tutta la storia si è sviluppata dal 15 ottobre 2020, quando agli uffici di palazzo Spada è arrivata la proposta spontanea originaria.
DI COSA SI TRATTA: TUTTI I DETTAGLI
LA PROPOSTA COMPLETA – DOCUMENTO
Terni, global service ed energia: concessione con teleriscaldamento
Manutenzione e non solo
Il servizio riguarda la gestione e la manutenzione integrale degli impianti tecnologici degli edifici comunali con interventi di straordinaria manutenzione ed efficientamento energetico: in tal senso c’è da approvare l’integrazione del programma biennale dei servizi e delle forniture allegate al Dup 2021-2023. In estrema sintesi in ballo ci sono sostituzioni di centrali termiche, metanizzazione, installazione di valvole termostatiche, cambio radiatori, cappotti terminici, infissi, relamping led, teleriscaldamento, edifici scolastici e altro ancora. La proposta è dell’Rti formata dal Consorzio Cmf – mandataria – e la ternana Cmp Gestioni Termiche srl, mentre la concessione quindicennale prevede un canone a base di gara da oltre 2 milioni di euro l’anno. Ci ha provato senza successo anche la Siram S.p.A.. Inserimento tardivo e scelta che è caduta sull’Rti. Negli ultimi anni per le centrali termiche si è andati avanti a colpi di proroghe.
Le critiche
Sugli emendamenti di Orsini l’opposizione è entrata in tackle più volte: il consigliere del Gruppo Misto ha puntato sulla durata della concessione (troppi 15 anni, ha proposto 10), sul fatto che su ascensori ed impianti elevatori ci sia già stata una gara meno ‘costosa’ per il Comune, sulla gestione delle manutenzioni idrico-sanitarie («la proposta non è conveniente per l’amministrazione») e le piccole manutenzioni edili. In quest’ultimo caso ha sottolineato che «il Comune deve fare pace col cervello perché c’è in piedi il discorso degli affidamenti a Terni-Reti». I pareri tecnici del dirigente ai lavori pubblici Piero Giorgini (anche lui finito nel mirino di alcuni consiglieri di minoranza) sono tutti negativi. Da Pd, M5S, Senso Civico e Terni Immagina pioggia di attacchi: «Si seguono gli interessi del Comune o del proponente? Rischia di essere antieconomico in questo modo. Il bando lo facciamo ad hoc e su misura per il proponente?». Il presidente dell’assise Francesco Maria Ferranti, nel mezzo dell’impasse, ha scherzato con Filipponi sul tema: «Proprio oggi si parla di questo argomento e a palazzo Spada non funziona l’impianto di riscaldamento», le parole del capogruppo Pd. Risposta dell’esponente di FI: «Anche quello non funziona», come a dire che molto altro non va. «L’atto è scritto da cani, chi vuol intendere intenda», la battuta politica del Dem in riferimento a questioni interne alla maggioranza. Anche Luca Simonetti (M5S) tira in ballo i canili. Non a caso ovviamente.
Si proseguirà più avanti
Alla fine quattro emendamenti bocciati, il vicesindaco Benedetta Salvati che va via (parte la polemica di Alessandro Gentiletti di Senso Civico) e l’assessore al bilancio Orlando Masselli che resta solo ad ascoltare le critiche dell’opposizione. L’unico ad esporsi tra i consiglieri di maggioranza è stato il capogruppo della Lega Federico Brizi: «Una serie di misure dilatorie dalla minoranza, ma tanto alla fine l’atto lo approviamo perché siamo certi della sua bontà». Si inizia a discutere del quinto emendamento, poi alle 19.30 fine giochi. Per la gara del global service – partirà dopo l’approvazione di questo documento – strada ancora lunga. Il responsabile del procedimento è l’ingegnere Nazareno Claudiani.
Orsini: «Riflessione condivisa»
Per il capogruppo del Misto la «lentezza con la quale sta procedendo in consiglio comunale la delibera per l’assegnazione della fornitura del calore per gli edifici comunali dimostra che i dubbi che abbiamo evidenziato sono momento di riflessione condivisa. A fronte di una giunta che sta con il piede sull’acceleratore, con il rischio di andare contro il muro, ci sono tanti consiglieri che condividono sì la necessità dell’efficientamento energetico ma hanno grandi perplessità sulla proposta della giunta e degli uffici. D’altronde si vuole impegnare il comune di Terni per 15 anni, ben tre lustri, chiamandolo a sborsare complessivamente quasi 40 milioni di euro. Una cifra mostruosa. Noi chiediamo di valutare percorsi alternativi, come l’utilizzo dei fondi messi a disposizione dal Fesr e Fse+ declinati in Agenda Urbana per l’efficientamento energetico degli edifici pubblici. Chiediamo, nell’interesse del denaro pubblico e del massimo rispetto della legge, di approfondire i dubbi sulla composizione del gruppo di lavoro chiamato a valutare l’offerta del proponente, perché potrebbero esserci eventuali conflitti di interesse. Dubbi da esaminare anche sul consulente voluto dal comune per esaminare la fattibilità economica del progetto. Vanno chiarite, infatti, le dinamiche tra alcuni progettisti del proponente e gli incarichi che gli stessi hanno ricevuto dal comune di Terni riguardo la messa a norma degli impianti tecnici e antincendio. In merito a questi temi estremamente concreti e delicati chiediamo chiarimenti all’assessora all’ambiente che invece, nell’ultima seduta del consiglio comunale, ha lasciato stizzita l’aula, scaricando così sulle spalle dei consiglieri comunali tutto il peso e le conseguenze delle scelte».