Terni, c’è UmbriaLibri: successo per Tozzi e Carrisi. Con polemica – La fotogallery

Ultima parte della 18esima edizione: venerdì i primi eventi in una affollata biblioteca. Molti i giovani. Le parole del divulgatore scientifico scatenano le reazioni

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Una biblioteca comunale super affollata ha accolto venerdì pomeriggio a Terni l’ultima parte della 18esima edizione di UmbriaLibri. Tra gli ospiti di maggior rilievo, nella giornata inaugurale, il divulgatore scientifico, geologo, membro del consiglio scientifico del Wwf, presidente del parco regionale dell’Appia Antica e conduttore televisivo, Mario Tozzi. Nella sala del Caffè letterario – ad introdurlo Andrea Di Consoli – ha parlato di ‘Mediterraneo inaspettato – La storia del Mare nostrum raccontata dai suoi abitanti’, libro edito da Mondadori: «Parliamo dell’ante-storia del nostro mare attraverso la voce – ha detto – delle specie che lo abitano e dei loro antenati, pesci, cetacei, elefanti e scimmie, che vi hanno vissuto quando ancora era il grande oceano Tetide e si sono dovuti adattare ai cambiamenti che ne hanno mutato il volto». Poi un passaggio sull’Umbria: «Una bella regione, ci vengo spesso, ma di Terni non posso dire lo stesso – ha sorriso – perché purtroppo ha perso la sua identità. Se vogliamo parlarne a livello sismico penso che si potrebbe definire più a rischio il territorio Perugino rispetto al Ternano, ma ci sarebbe molto da dire e da analizzare». Poco dopo è stato il turno dello scrittore, sceneggiatore e regista Donato Carrisi – vincitore nel 2018 del premio David di Donatello grazie a ‘La ragazza di nebbia’ – con il romanzo thriller ‘La casa delle luci’ e introduzione di Angelo Mellone, il direttore artistico della rassegna editoriale umbra. «Ero un bambino terribile – ha detto Carrisi scherzando con il vasto pubblico, moltissimi i giovani – e per tenermi buono mi raccontavano tante storie», l’inizio del suo racconto.

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La delusione: «Caro Mario, il giudizio è sbagliato»

In merito alle parole di Tozzi umbriaOn riceve e pubblica il commento di Antonino Cuzzucoli, funzionario tecnico del Comune: «Caro Mario Tozzi, sono stato alla presentazione a Terni del tuo ultimo libro sul Mediterraneo e come al solito le tue argomentazioni risultano sempre molto interessanti,come del resto lo sono quelle di tutti i tuoi programmi divulgativi, ma il tuo sprezzante giudizio sulla città che ti ha ospitato non riesco a comprenderlo se non per una non corretta conoscenza della città stessa, e ciò lascia ancor più amareggiati, dal momento che tu stesso hai fatto parte per anni della giuria della popolare competizione Rai del Borgo dei Borghi. Terni ha avuto una storia travagliata, da borgo agricolo fino alla metà dell’800 con l’unità d’Italia è divenuta sede di fabbriche di armi per il nuovo Stato Italiano per via della sua equidistanza dai confini ma soprattutto per le sue risorse idriche; immediatamente sono sorte le note Acciaierie di Terni che ne hanno fatto un grande centro lavorativo e un vettore trainante dell’economia del Paese, che ha comportato enormi afflussi di mano d’opera e anche qualche problema sociale per la necessità di accogliere tutta questa forza lavorativa, ma lo ha fatto e con discreto successo; certo il suo carattere si è trasformato divenendo quello di una città fortemente industrializzata, e proprio questo, in tempo di guerra, le ha causato ben 109 bombardamenti alleati con bombe assai meno intelligenti di quelle attuali, che l’hanno devastata in ogni zona, centro storico, infrastrutture, ponti, ecc. lasciandola in macerie di cui ancora oggi se ne vedono segni; la ricostruzione è stata di enormi difficoltà, ma ha prodotto buoni risultati, molto verde, dotazioni urbanistiche e standards rilevanti, e ha potuto contare sull’apporto di grandi personalità di spicco dell’architettura moderna; Terni città di autore si è detto: Mario Ridolfi soprattutto e prima ancora Cesare Bazzani, e poi successivamente Carlo Aymonino, Luisa Anversa, Franco Purini, Paolo Portoghesi il quale ha avuto modo di affermava che a Terni, periferia fa rima con poesia. No caro Mario, il tuo giudizio oltre che inelegante e inopportuno è soprattutto profondamente sbagliato».

La replica

Anche l’assessore alla cultura Maurizio Cecconelli ha voluto replicare alle bordate di Tozzi: «Mi sento di replicare un po’ sorpreso e un po’ dispiaciuto a tali affermazioni così stonate e, mi si permetta, che paiono decisamente superficiali. Innanzitutto perché giudicare una città solo perché ‘ci si passa spesso’ non sembra essere un elemento di valutazione che possa consentire un giudizio critico sostenibile. In base a tale conoscenza può essere fatta solo una valutazione estetica attraversando strade e piazze, ma una città può essere giudicata solo conoscendone la storia, le tradizioni, la comunità, l’ambiente, perfino gli odori e i sapori; in pratica in qualche maniera vivendola e pur minimamente frequentandola. Altrimenti è come giudicare un libro dalla copertina o una pietanza dall’aspetto. Ma anche il presupposto iniziale che Terni avrebbe perso la sua identità, consistente nella sua vocazione operaia, non mi pare affatto condivisibile. Terni vanta 2.700 anni di storia, è sorta prima dell’epoca romana quando era un importante centro e ve ne sono ancora tracce; è stata tappa dei più grandi esponenti della cultura europea nel periodo del Grand Tour; ha dato i natali a personaggi di livello assoluto nel campo della cultura e dell’arte e tutto ciò molto prima dello sviluppo industriale e della città della fabbrica. Voler ridurre la nostra cultura esclusivamente ad una cultura operaia, come se Terni fosse nata con l’acciaieria, è una forzatura e una visione miope che non corrisponde a realtà. La Terni degli ultimi 140 anni è stata anche questo ma non solo questo; ma soprattutto, ribadisco, esisteva e aveva una sua anima anche prima del 1884. Anima che non è stata persa né cancellata dalla cultura operaia. E quindi quest’ultima non può essere il canone per caratterizzare la nostra identità. Altrimenti, per tornare al paragone precedente, è come se della copertina di quel libro non si fosse letta neanche la sinossi o della pietanza non si fosse sentito neanche l’odore. Prima che da assessore parlo da cittadino che ha vissuto Terni sin dall’infanzia: é la mia città e ne vado orgoglioso, non per mero campanilismo, ma perché nel corso della mia vita ho avuto modo di viverla, conoscerla ed esplorarla in tutte le sue sfaccettature. Da assessore ho invece avuto modo apprezzare e scoprire ancora di più la vivacità culturale che la anima e di lavorare a fianco delle tante eccellenze che alimentano questo settore, cercando di valorizzare quotidianamente i tanti patrimoni di cui disponiamo, da Carsulae a Piediluco, alla Cascata delle Marmore, con tutto ciò che essa rappresenta, agli scorci della nostra città. Luoghi che meritano rispetto e possono essere raccontati anche all’esterno. E non ci si dimentichi di San Valentino, di cui sono andato recentemente a parlare a New York, scoprendo quanto la sua figura sia conosciuta nel mondo e quanto il nostro territorio posso essere apprezzato ad ogni latitudine, trovando grande interesse e grandi riscontri, tanto che certamente avremo persone interessate a venire a visitare la nostra città dagli Usa. Vi sono quindi delle grandi potenzialità che dispiacerebbe se dovessero essere frenate da giudizi affrettati, dati forse senza accurate valutazioni. Ma data l’autorevolezza di chi ha espresso certi commenti è evidente che ciò è frutto di un equivoco ed è conseguenza probabilmente della frettolosità con cui si vivono certe situazioni e si rilasciano certe affermazioni, anche da parte di chi per sua natura mostra grande capacità di approfondimento. Equivoco che quindi può essere superato solo invitando nuovamente il dottor Tozzi nella nostra città come gradito ospite al fine di illustrare quanto più possibile il nostro mondo e la nostra comunità e ragionare insieme – conclude – sulla nostra identità e la nostra anima».


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UmbriaLibri 2022: ultima parte a Terni dal 2 al 4 dicembre

 

 

 

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