Terni, cessione quote Asm e Taric: «Tutelare cittadini e imprese»

A scrivere sono Leonardo Patalocco e Nando Ribiscini chiedendo «informazione in più sulla gestione dei rifiuti e su come vengono gestiti i soldi dei contribuenti»

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«Abbiamo seguito la presentazione della situazione economico-gestionale dell’Asm, avvenuta nella sala consiliare di palazzo Spada il 4 luglio, con grande attenzione. Dopo aver ascoltato i vertici della multiutility ternana, tuttavia, riteniamo che persistano notevoli incertezze per il futuro e numerosi punti interrogativi». A scrivere sono Leonardo Patalocco (Circolo Pd Ferriera, quartiere Italia, San Giovanni, Cospea) e Nando Ribiscini (Circolo Moro-Berlinguer, quartiere Matteotti, quartiere Cesure, quartiere San Valentino).

Gli aumenti

«Riteniamo infatti che la cittadinanza, al di là dei trionfalismi espressi – proseguono – vada informata in merito a questioni importanti che non sono state toccate nell’appuntamento dei giorni scorsi. Partendo dal principio che i soggetti più deboli vanno tutelati, è bene sapere quali sono le prospettive per aziende come Asm, Umbria Energy, Umbria distribuzione gas e Sii (che sono un patrimonio dei cittadini ternani) e quali sono gli scenari futuri in termini di servizi e costi per le famiglie che popolano i nostri quartieri e per le aziende che vi svolgono la propria attività, tenendo presente che è notizia di queste ore l’inserimento da parte del Cerved della provincia di Terni come seconda nella classifica delle aziende a rischio default davanti a numerose realtà del sud Italia. Per quanto riguarda i costi, l’Auri ha alzato le tariffe e le ha uniformate sostanziando aumenti vertiginosi che vengono pagati ovviamente soprattutto dalle fasce più deboli della popolazione con benefici in termini di servizi tutti da valutare. A questo quadro si aggiunge la conferma dell’imminente cessione delle quote dell’azienda a privati fino ad una percentuale del 49%. In un tempo in cui possiamo toccare con mano quanto l’energia sia una delle risorse strategiche più importanti che abbiamo, ci domandiamo come sia pensabile vendere la rete elettrica di proprietà pubblica e le sorgenti e le reti per la gestione dell’acqua ad un privato che ha riconosciuti interessi fuori Terni».

La gestione dei rifiuti

«In un tempo in cui si parla di idrogeno verde come motore della transizione ecologica che per essere prodotto necessita della disponibilità di energia – si legge ancora nella nota – sarebbe stato più produttivo portare avanti le sperimentazioni avviate negli anni scorsi in merito alle prime reti elettriche intelligenti dando seguito ai numerosi progetti comunitari che hanno portato fondi importanti e che hanno permesso all’azienda di aprirsi in un’ottica di internazionalizzazione anziché continuare con la vecchia politica della cessione di asset a privati al fine di ottenere capitali immediati senza attuare strategie di lungo periodo con il coinvolgimento dei territori e delle parti sociali e industriali. Sarebbe opportuno anche avere qualche informazione in più sulla gestione dei rifiuti: si parla di aver raggiunto la quota del 75% di raccolta differenziata nella città senza considerare però che tale quota era già stata ampiamente raggiunta nel 2017 quando l’amministrazione era a guida Pd. Sarebbe interessante sapere, inoltre, quante tonnellate dei rifiuti trattati finiscono in discarica e quanto scarto abbiamo oggi dopo il processo di lavorazione, percentuali ridotte al minimo nelle gestioni precedenti. E’ noto, infine, che negli scorsi anni sono stati fatti investimenti importanti quali la digitalizzazione della tariffa, l’abbattimento dell’inceneritore con la realizzazione del primo centro a Terni di raccolta differenziata, la realizzazione della fibra ottica e l’avvio di un serio progetto di smart city. Sarebbe dirimente sapere oggi a cosa è dovuto l’attuale indebitamento comunque consistente della multiutility e come e dove vengono investiti i soldi di un’azienda che, lo ricordiamo, è patrimonio della città e dei ternani».

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