Chiesa San Giovenale a Cecalocco dichiarata inagibile

Terni – Firmata l’ordinanza dopo la missiva ricevuta dalla Curia arcivescovile di Spoleto-Norcia. Pericolo caduta di materiale lapideo

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Nessuna grave lesione alle strutture portanti. C’è tuttavia un crollo parziale del tetto per il cedimento dei travetti in legno poggiate sulle capriate e, di conseguenza, di parte della copertura: questo l’esito del sopralluogo effettuato alla chiesa di San Giovenale a Cecalocco, frazione di Terni, che ha portato alla dichiarazione d’indabilità dell’intero complesso. Lo ha stabilito un’ordinanza del sindaco Leonardo Latini dopo il check di Marco Tomassini della Protezione civile comunale.

L’interno (foto i luoghidelsilenzio.it)

L’allarme ed il controllo

Il Comune era stato ‘allertato’ a gennaio dalla Curia arcivescovile di Spoleto-Norcia (proprietaria della chiesa): nella missiva il vicario episcopale per la ricostruzione post-sismica, monsignor Giampiero Ceccarelli, specificò che la canonica di competenza – ridotto a rudere e da tempo non utilizzata – aveva subito un aggravamento in seguito agli eventi sismici registrati tra il 2016 e il 2017. All’amministrazione fu dunque chiesta l’emissione di un’ordinanza. A questo punto Tomassini si è mosso per verificare la situazione ed è scattato l’input di interdire l’accesso all’intera area. In merito alla canonica – si legge nel dispositivo – «risulta completamente assente di copertura e di qualsiasi impianto tecnologico, è invasa oramai da vegetazione spontanea che è radicata al suo interno, presenta inoltre gravi lesioni strutturali alla muratura che ha ormai ha perso di coesione, soprattutto nella parte sommitale; a causa deterioramento dell’architrave in legno e della diminuzione del grado di connessione degli elementi strutturali, la parete che affaccia sul cimitero presenta segni di collasso».

Il pericolo e la recinzione

Viene segnalata la possibile caduta a terra di materiale lapideo e per tutelare l’incolumità pubblica/privata è stato firmato l’atto di inagibilità fino «al completo ripristino delle originarie condizioni di sicurezza», con ordine non di frequentazione delle strutture in questione. Il documento è stato inviato – oltre ai proprietari – anche alla Soprintendenza e all’ufficio speciale ricostruzione Umbria, nonché al prefetto Emilio Dario Sensi, ai vigili del fuoco e alla polizia Locale. La Curia ha ora venti giorni di tempo per posizionare una recinzione che impedisca il passaggio di persone nelle immediate vicinanze del complesso.

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