Terni, parco Raggi: concessione chiosco bar, scatta l’iter

Ancora area Matteotti coinvolta: parte la procedura per un affidamento quinquennale da 900 euro l’anno. Il ‘caso’ giardino di via Sant’Efebo e l’sos per la Casa delle donne

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di S.F.

Il quartiere Matteotti – già interessata dall’operazione per sviluppare un area addestramento cani dietro la scuola – e Sant’Efebo. Sono le zone interessate da due procedure avviate da palazzo Spada per tentare di darle in concessione per cinque anni: mirino su un chiosco bar e, curiosamente, un giardino. Nel contempo scatta l’sos e la richiesta di confronto sulla Casa delle donne.

PARCO DAVID RAGGI DIMENTICATO E SPORCO

Matteotti Terni, addestramento cani: bando per 4.978 mq

Il chiosco

Il chiosco al parco Raggi. Serve la variante

La prima zona al centro dell’attenzione – i residenti più volte si sono lamentati della manutenzione con l’amministrazione – riguarda il chiosco all’interno del parco pubblico intitolato all’indimenticato David Raggi. Si tratta di un piccolo immobile inutilizzato con tanto di area di pertinenza di poco superiore ai 200 metri quadrati: palazzo Spada ha intenzione di darlo in concessione per un periodo quinquennale con base d’asta da 900 euro l’anno. Costi? Tutti a carico dell’eventuale concessionario: manutenzione ordinaria/straordinaria e ciò che è necessario per la riattivazione. Con apertura da garantire quantomeno da marzo ad ottobre. Di mezzo c’è un problema da risolvere, vale a dire la destinazione da sistemare in quanto al momento è per insediamenti residenziali di completamento. Dunque partirà il procedimento per una variante al Prg per farla diventare utile a spazi pubblici attrezzati a parco o per impianti sportivi. Procedura in mano ai dirigenti Grazia Marcucci (attività finanziarie) e Claudio Bedini (urbanistica), con l’architetto Angelo Baroni responsabile unico del procedimento. Predisposizione della gara in arrivo. Per l’effettivo affidamento se ne parla ormai nel 2023 con ogni probabilità. Certo, se si procede con tempi più che lenti come per la struttura di piazzale Senio allora si potrebbe andare anche oltre.

L’area coinvolta a Sant’Efebo

Giardino Sant’Efebo

In questo caso è previsto un avviso pubblicoper manifestazioni di interesse da ricevere in merito ad una porzione d’area da 135 metri quadrati tra via Sant’Efebo e via Perillo, non distante dal campo sportivo. Tra le direzioni di palazzo Spada è sorto un dubbio sulla possibilità di «sottrarre all’uso collettivo l’area in oggetto per destinarla ad uso esclusivo come giardino di abitazione». Scambio di opinioni e via libera: la concessione è quinquennale per 264 euro l’anno. «Potrà essere revocata in qualsiasi momento con preavviso di 120 giorni per motivi di interesse pubblico». L’uso previsto è esclusivamente per un giardino. Tutto in mano al ‘solito’ Baroni.

Alessandro Gentiletti

L’sos per la Casa delle donne

Sempre in tema di concessioni c’è l’allarme e la richiesta di confronto aperta da Alessandro Gentiletti di Senso Civico. Focus sulla Casa delle Donne di via Aminale: «Non può essere messa a bando. Occorre assolutamente evitare lo smantellamento di tutti i presidi che garantiscono servizi alle donne e che sono eccellenze del nostro territorio. L’amministrazione comunale non può pensare di fare cassa con le associazioni che operano in città, tanto meno dopo il periodo di emergenza pandemica, dove sono state lasciate sole e senza sostegni economici di alcun genere. Già nel recente passato abbiamo sperimentato quanto sia stato sbagliato procedere ad un bando per l’affidamento della gestione del centro antiviolenza di Terni che ha prodotto l’unico risultato di escludere quella realtà che con esperienza e abnegazione da tempo se ne occupava. I servizi del terzo settore non possono essere improntati al profitto e al fare cassa da parte dell’ente pubblico, perseguono finalità riconosciute dalla nostra Costituzione e dai trattati internazionali. Le stesse linee guida del ministero chiedono all’amministrazione di tutelare l’interesse pubblico attraverso la forma di affidamento più adeguata, senza nascondersi dietro inesistenti obblighi di legge che operano nel codice degli appalti. Sarebbe gravissimo se ad un anno dalla fine di questa esperienza amministrativa, la giunta comunale intendesse privare la città anche di uno degli ultimi presidi come la Casa Delle Donne e metterla al bando e alla lotteria. Sarebbe l’ultimo atto di uno smantellamento costante e studiato, mosso esclusivamente da furore ideologico, di cui ancora una volta pagherebbero il costo le donne. Invito per questo l’assessore Ceccotti – conclude – a desistere da ogni iniziativa, ad aprire un tavolo pubblico alla luce del sole che coinvolga anche le forze politiche di opposizione e sociali del territorio. Chiedo per questo il coinvolgimento anche di tutti i parlamentari del nostro territorio».

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