Terni: «Ciao Giorgio, uomo colto e garbato»

Chiesa di San Francesco gremita per l’ultimo saluto all’intellettuale e politico Giorgio Armillei, scomparso improvvisamente sabato 5 giugno all’età di 62 anni

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di Francesca Torricelli

«Giorgio ci ha insegnato che la cultura porta il bene, con il suo impegno per gli altri sempre sotto traccia». Ed era proprio così Giorgio Armillei – scomparso sabato 5 giugno all’età di 62 anni – un uomo di grande sapienza e intelligenza, ma allo stesso tempo estremamente discreto, garbato e mai arrogante. A prova di quanto una piccola parte di Giorgio sia entrata in tutte le persone che hanno avuto la fortuna di arricchirsi grazie al suo sapere, davvero in tanti lunedì mattina – con la chiesa di San Francesco che, in ragione delle misure anti Covid, non è riuscita a contenere tutti – sono intervenuti ai suoi funerali.

 «Ha vissuto con pienezza»

Nella sua omelia, il vicario della diocesi, monsignor Salvatore Ferdinandi, si è espresso così: «Sabato mattina si è fatto buio per la moglie Donatella e per il figlio Francesco, e per tutta la nostra comunità. Giorgio era un uomo rispettoso, un osservatore acuto. Era una persona di cultura, propositiva, dai valori umani e cristiani. Impegnato civilmente e cristianamente. Come cittadino e cristiano ha vissuto con pienezza. Di fronte a questa morte improvvisa ci domandiamo come superare lo sconforto, facciamoci illuminare dalla luce di Dio che ci invita a non avere paura, ad alzare lo sguardo perché la morte non è l’ultima parola per le nostre esistenze, c’è la resurrezione come per Gesù. Le persone dopo la morte non scompaiono, sono nelle mani di Dio. Non è l’ultima parola per la nostra esistenza. Come cristiani crediamo che la morte è solo un passaggio ad una vita piena e definitiva. Coloro che vivono l’eternità, continuano ad accompagnarci. Affidiamoci alla parola di Dio per poter comprendere la verità. Chiediamo al Signore di accogliere Giorgio e che lui continui ad accompagnare la sua famiglia col suo esempio che sia di conforto e consolazione». Attivata anche una raccolta di fondi da destinare alle iniziative dell’Azione Cattolica diocesana, di cui Armillei era vice presidente.

Terni piange Giorgio Armillei: intellettuale che amava la sua città

«Eri il mio superpapà»

Delicato, dolcissimo, il pensiero che il figlio Francesco ha voluto rivolgere al suo papà, nel giorno dell’addio. «Grazie dal più profondo del cuore, anche da parte di mamma, per la vostra vicinanza e per la sovrabbondante dose di affetto che avete avuto per me, per mamma e per la nostra famiglia dopo la scomparsa di papà. Il pensiero scritto, ricevuto da tanti, è stato una piccola carezza. L’abbraccio ricevuto dai molti, che sono passati da casa, una stampella a cui appoggiarsi. E la presenza di ciascuno di voi qui oggi, per salutare papà, è un piccolo sollievo per noi. Grazie immensamente di essere venuti anche da lontano, da Roma, Firenze, Bologna, Milano. Penso che tutto questo affetto e tutto questo amore siano davvero la misura dell’affetto e dell’amore che papà aveva per tanti di noi qui oggi e per tanti che non sono potuti venire. Era particolarmente legato al versetto del Vangelo di Matteo, che abbiamo anche usato nel manifesto: ‘Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date’. Ce lo ripeteva sempre a tavola. Non era solo un modo di dire, sono convinto che papà sentiva veramente di aver ricevuto tanto, con gratuità, e tanto, tantissimo dava ogni giorno con allegria, con dolcezza e allo stesso tempo con fermezza e rigore. Tutti abbiamo avuto un pezzetto di Giorgio, tutti lo abbiamo avuto con noi per un po’, chi come amico fraterno di una vita, chi come collega, come capo, come cittadino dedito alla sua Terni, come papà di un amico, come zio, come cognato, come marito. Per me papà è stato appunto papà ed era davvero un superpapà, non so come altro dirlo. Papà mi ha insegnato ad andare in bici senza rotelle, mi comprava ‘Topolino’ tutti i mercoledì in edicola, mi prendeva in braccio, mi ha fatto mettere le mani per la prima volta sulla tastiera di un computer e su quella di un pianoforte. Papà mi prestava i suoi libri, anzi spesso ne lasciava alcuni furbamente in giro per la casa, in posizioni strategiche, per stuzzicarmi a prenderli e sfogliarli. Penso che tutti nella nostra crescita abbiamo avuto un punto di riferimento intellettuale, magari un politico o un filosofo, ecco per me papà è stato il mio principale intellettuale di riferimento. Per me lui sapeva tutto e aveva sempre una risposta alle mie domande. E tanto di quello che so, di quello che penso e come lo penso lo devo a lui. Ora che anche io ho cominciato a capirci qualcosa, un grande stimolo veniva dall’idea di provare a rincorrere papà che era tanto più avanti, e di provare un po’ a raggiungerlo, come in una corsa a due che non potremo più completare, proprio ora che mi ero fatto il fiato e riuscivo a stargli dietro. Papà teneva molto alla sua Terni ed era convinto che potesse avere ancora degli anni di crescita, penso sia davvero bello se questa convinzione ce l’avessimo un po’ tutti e la facessimo vivere. Penso che papà ne sarebbe soddisfatto. Avevamo ancora tante cose da fare insieme, tanti abbracci da scambiarci. Avrei voluto dargli ancora tanti baci».

L’abbraccio di un’intera comunità cittadina

Alla moglie Donatella e al figlio Francesco – che con estrema dignità e pacatezza, la stessa che apparteneva a Giorgio, hanno dovuto dare l’ultimo saluto al faro che illuminava le loro vite – tante le testimonianze di vicinanza e di cordoglio per la morte, improvvisa, del funzionario comunale, ex assessore ma soprattutto intellettuale, impegnato sul piano sociale e culturale. Presenti ai funerali anche diversi esponenti istituzionali, dipendenti e colleghi comunali, la dirigenza dell’Istituto musicale Briccialdi, i colleghi dell’Azione Cattolica diocesana (di cui Armillei era vicepresidente) e un’intera comunità cittadina alla quale Giorgio mancherà, davvero. I colleghi lo ricordano così: «Il dolore oggi ci lega come non mai. Eravamo un team, le tue colleghe. Ci hai preso per mano e ci hai accompagnato verso il cambiamento. I servizi educativi hanno goduto della tua energia, preparazione, cultura, disponibilità ed ironia, vivendo una vera e propria rinascita. Sei diventato un po’ il nostro maestro e ogni cosa sembrava più facile. Ora ci sentiamo sole e perse perché per noi sei stato un collega, un amico, un confidente prezioso. Ciao ‘G’, come ti firmavi nelle mail». E ancora: «Giorgio, noi vorremmo salutarti, ma tentare con la parola di raggiungere la tua elevatura morale ed intellettuale, è un compito arduo e tanto doloroso. È troppo doloroso salutare chi per te spalanca la finestra e ti porta lontano. Questo tu hai fatto per noi. Hai dato dignità al nostro lavoro. In un mondo che sgomita per apparire tu hai servito all’ombra, in silenzio. Ci hai preso per mano e gettate nel futuro, ma con garbo Giorgio senza sforzo e senza forza. Perché questo era il tuo stile. Non hai mai pensato a cosa noi potevamo servirti, ma come tu potevi servire noi. Grazie Giorgio». Gli amici di una vita poi aggiungono che «Giorgio ha incontrato tange persone nella sua vita che gli sono grate. Noi siamo oggi attoniti, ma sappiamo che non è questo che lui desiderava. La sua Fede è stata riservata, ma proprio così ci ha insegnato come può essere vissuta veramente. Ci ha insegnato che la cultura porta al bene, con il suo impegno per gli altri sempre sotto traccia. Ci ha insegnato che il servizio non è una parola retorica. Siamo grati a Giorgio e preghiamo per lui e perché il suo esempio sia sempre uno dei nostri punti di riferimento. A Donatella e Francesco va tutto il nostro amore». Ciao Giorgio.

 

 

 

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