Terni, costringe padre e sorella a sborsare i soldi per la droga: 34enne condannato

L’arresto del giovane aveva messo fine all’inferno vissuto dai due familiari. Dopo la sentenza, torna a casa

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Mesi – è il periodo cristallizzato dall’accusa, quasi tutto il 2020 – di minacce, aggressioni, maltrattamenti. Tali da configurare anche l’estorsione. Perché per ottenere dal padre – 71enne e invalido civile al 100% – e dalla sorella i soldi per acquistare la droga, un 34enne ternano era disposto a tutto. Dopo aver costretto i due poveretti a vivere una vita di inferno, con conseguenze anche sul piano della salute, il giovane era stato arrestato dai carabinieri del Nor di Terni nel dicembre del 2020 e mercoledì il tribunale di Terni – gip Simona Tordelli – lo ha condannato, con le modalità del rito abbreviato, a quattro anni di reclusione per estorsione e maltrattamenti in famiglia. Contestualmente la custodia cautelare in carcere è stata sostituita dagli arresti domiciliari.

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Mesi da incubo

Il 34enne era stato arrestato in flagrante dopo aver costretto il padre a prelevare dal Postamat di via della Bardesca, 60 euro con cui acquistare la droga, nonostante lavorasse e avesse uno stipendio di circa 1.200 euro al mese. Soldi ‘bruciati’ dal continuo consumo di stupefacenti e che evidentemente non gli bastavano più. Da qui le condotte messe in atto verso il padre e la sorella – minacce, danneggiamenti, aggressioni – ed anche l’intenzione, espressa più volte, di ferirsi o farla finita se non gli avessero dato i soldi che cercava. L’arresto del giovane era stato anche ‘blindato’ dall’ordinanza emessa dal gip di Terni sulla base delle indagini condotte dalla squadra Mobile. Un atto in cui erano stati riassunti tutti gli episodi più gravi avvenuti nei mesi precedenti, come quando, fuori di sé, aveva costretto i due familiari a dormire in auto per sfuggire alla sua rabbia cieca.

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La sentenza

In aula il pm Giulia Bisello ha chiesto per il 34enne una condanna a 4 anni e 6 mesi, punto di vista sostanzialmente accolto dal tribunale. Alla luce delle motivazioni, il legale difensore del giovane condannato – l’avvocato Francesco Mattiangeli – deciderà se impugnare o meno la sentenza in appello.

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