Terni, Covid e sport: «Tecnici e maestri, non mollare»

Il maestro Bonizi: «Abbiamo un dovere etico nei confronti dei nostri allievi, atleti, iscritti, di garantire loro una prosecuzione»

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di Francesco Romano Bonizi
Master teacher di karate

Escluso un brevissimo periodo tra settembre ed ottobre scorsi, quando con grande attenzione riguardo alle procedure, ed in molti casi con gravoso dispendio di energie e denaro, sembrava che le nostre attività, fossero in qualche modo ‘tollerate’, mentre lo sport professionistico, quello che muove grandi interessi economici e mediatici, continuava imperverso a disputare partite od altro, con l’unica caratteristica della privazione del pubblico; il ritornello già conosciuto che gli ‘sport di contatto’ siano particolarmente rischiosi, probabilmente senza tener conto che in ogni attività sportiva il fatidico contatto non si possa escludere a priori; ci troviamo tutti in seria difficoltà in attesa di chissà quali tempi migliori.

Lo sport è disciplina, e certamente le discipline da combattimento e le arti marziali, sono universalmente riconosciute per quanto insegnano circa i comportamenti fondamentalmente volti all’auto-miglioramento. Tra i principi ispiratori di tali specialità, senza dubbio si concretizza la ricerca della adattabilità, metafora dell’esistenza e delle scelte rapidissime da compiere durante il combattimento. Credo che questa semplice considerazione ci debba indurre ad adattare i nostri sistemi didattici e tecnici attraverso lezioni online, così come già fanno la scuola e molte altre attività umane.

A nome di tutti gli operatori del settore, indipendentemente dalla federazione, ente di promozione sportiva, o disciplina associata, senza porre limiti di appartenenza, rivolgo ai tecnici, maestri, istruttori, allenatori di qualsiasi grado, di non mollare mai! Abbiamo un dovere etico nei confronti dei nostri allievi, atleti, iscritti, di garantire loro una prosecuzione, seppur con modalità diverse delle loro e nostre attività sportive, didattiche e culturali, usando gli strumenti che la moderna tecnologia ci offre.

Sono in corso addirittura gare virtuali, in cui i partecipanti ci fanno entrare nella loro intimità, nelle proprie case, od in garage od in giardino, o nella cameretta per i più giovani. Le giurie verificano i video e stilano una classifica nelle varie classi e categorie; basterebbe sentire un grande e doveroso rispetto per chi si mette in gioco. Alcuni diranno che la cosa non sia paragonabile ad una vera gara, ma questa è ora l’unica possibilità, e comunque richiede una preparazione ed un lavoro sicuramente non facili.

Non ci possiamo permettere di aspettare chissà cosa e chissà quando. Dobbiamo diversamente stimolare i più giovani e non solo, verso l’interesse e l’utilità che certe specialità possano fornire. Ripeto che se anche noi dovessimo cedere alla pigrizia od allo sconforto, non potremmo pù ritenerci degli educatori degni di questo importante appellativo.

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