Due condanne e tre assoluzioni: questa la sentenza emessa dal tribunale di Terni in composizione collegiale, presieduto da Massimo Zanetti e composto dai giudici Barbara Di Giovannantonio e Marco Di Tullio, in merito alla vicenda del fallimento del salumificio Cassetta di Arrone. A cinque anni di distanza dai rinvii a giudizio, con le indagini partite nel 2011 e condotte dal pm Elisabetta Massini e dalla squadra Mobile di Terni, il tribunale ha condannato lโex patron Antonio Cassetta a tre anni di reclusione ed il nipote Marco Cassetta a due anni, pena sospesa. Assolti con formula piena la figlia di Cassetta, Alessia, cosรฌ come lโattuale sindaco di Polino โ giร consulente finanziario del Gruppo โ Remigio Venanzi e anche lโimprenditore Arturo Corbelli, fornitore dellโex Gruppo Cassetta.
La decisione
I reati contestati erano tutti di carattere fallimentare e lโassoluzione รจ arrivata, per ciascuno dei cinque imputati, in relazione al capo โaโ riguardante il concordato preventivo che in un primo momento lโaccusa aveva ipotizzato essere strumentale alla distrazione di capitale a sfavore dei creditori e quindi alla cessione dellโazienda. Le due condanne fanno invece riferimento agli altri reati fallimentari contestati: scontato lโappello da parte dei difensori di Antonio e Marco Cassetta, rispettivamente gli avvocati Manlio Morcella e Carlo Orsini, alla luce delle motivazioni che verranno depositate entro 90 giorni dalla sentenza. I tre assolti erano invece difesi dallo stesso Morcella e dagli avvocati Maurizio DโAmmando e Maurizio Simoni. Nessuna parte civile figurava nel processo, essendosi giร ritirate โ in particolare i fallimenti di Cassetta Salumi, Umbria Tradizioni e Centro Carni โ nellโudienza precedente la sentenza.

Il commento
ยซSentenza filosoficamente corretta โ afferma lโavvocato Morcella -, perfetta con riguardo alla dichiarata estraneitร ai fatti-reato di bancarotta di Alessia Cassetta che mai ha gestito le societร del gruppo. Condivisibile anche rispetto alla posizione di Antonio Cassetta, salva lโosservazione critica che attiene al trattamento sanzionatorio a lui riservato. Ciรฒ perchรฉ da un lato, con encomiabile determinazione, il collegio ha premiato con la concessione delle attenuanti generiche il noto soggetto pubblico che nel passare dalla ribalta politica, almeno umbra, alle โtenebreโ fallimentari, ha preservato una lodevolissima dignitร abbinata allโevidente non occultamento di ricchezze e che, dโaltro lato, ha perรฒ impedito di dichiarare la prevalenza delle generiche sulle contestate aggravanti, approdando ad una pena che poteva essere di un anno inferioreยป.

Venanzi: ยซFinisce una vicenda che mi ha profondamente segnatoยป
Cosรฌ il sindaco di Polino, Venanzi, commenta la sua assoluzione su Facebook: ยซSono trascorsi ben nove anni dallโinizio della vicenda e anche la procura che, al tempo, aveva formulato lโaccusa, ieri ha chiesto la mia assoluzione. Finisce cosรฌ una vicenda che ha profondamente segnato la mia professione, la mia famiglia e la mia persona. Ringrazio quanti hanno creduto in me, pur in presenza di unโaccusa infamante rivelatasi per quello che era: insussistente. Grazie alla mia famiglia, agli amici veri e ai cittadini di Polino che per due mandati consecutivi mi hanno dato fiducia, confidando nella mia onestร e correttezza. Mi spiace per quanti si sono fatti travisare da chiacchiere create ad arte e per quanti, invece, pensavano di piegare a loro favore questa brutta vicenda: se ne facciano una ragione.
Come sempre onestร e correttezza al primo posto, soprattutto nella gestione della cosa pubblica e nel perseguire il bene comuneยป.