Terni: crea il caos in tribunale perché deve tornare in carcere. Fermato un 23enne

Il fatto è accaduto giovedì mattina nell’aula penale al primo piano. Il Sappe: «Due agenti contusi»

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Momenti di forte tensione nella mattinata di giovedì, poco dopo le ore 9.30, nell’aula delle udienze penali posta al primo piano del tribunale di Terni. Un 23enne di nazionalità gambiana, E.J. le sue iniziali, ha dato pesantemente in escandescenze, inveendo contro tutto e tutti – giudice (Dorita Fratini), agenti della polizia penitenziaria, carabinieri -, cercando di aggredire le forze dell’ordine e aggrappandosi alla sedia per evitare di essere portato via. Secondo quanto appreso, il 23enne – ristretto in carcere – era stato condotto in tribunale per l’udienza del processo che lo vede imputato per reati di droga, dopo l’arresto scattato lo scorso novembre per mano della Guardia di finanza di Terni. In quell’occasione – lo avevamo riportato – aveva pesantemente minacciato i finanzieri, fra cui una ufficiale del comando. Giovedì mattina il 23enne, che avrebbe perso la testa una volta capito che sarebbe stato riportato in carcere, è stato bloccato a fatica dalle forze dell’ordine, con intervento anche dei carabinieri presenti nelle aule per garantire la sicurezza, e quindi portato via. Successivamente il tribunale, una volta tornata la calma, ha chiesto per il giovane – difeso dall’avvocato Daniele Ciuffoletti – una relazione da parte dei vertici della casa circondariale di vocabolo Sabbione, sulla base della quale decidere poi se disporre o meno una perizia psichiatrica.

Il Sappe: «Due agenti contusi»

Sull’accaduto interviene Fabrizio Bonino, segretario nazionale per l’Umbria del sindacato di polizia penitenziaria Sappe, secondo il quale il fatto è «colpa e conseguenza della protesta sconsiderata e incomprensibile del detenuto, ristretto per spaccio di sostanza stupefacente e che è andato in escandescenza durante l’udienza, assumendo un tono ed un atteggiamento sempre più aggressivi. A nulla sono servite le parole rassicuranti da parte del giudice. Ha continuato ad inveire proprio contro il magistrato e le forze di polizia presenti, tanto che il giudice ne ha disposto l’allontanamento dall’aula. A fatica, a dire il vero, perché ha tentato in tutti i modi di non farsi accompagnare all’esterno. E neppure si è calmato quando il giudice lo ha successivamente raggiunto nella stanza dov’era per rasserenarlo. Si è reso necessario quindi accompagnarlo sul furgone per il rientro in carcere – afferma Bonino – ma ha continuato a scalpitare e ad inveire, tanto che due poliziotti sono rimasti contusi. Solo grazie al tempestivo intervento di quest’ultimi, il detenuto è stato contenuto e riportato alla calma. A seguito di tale evento, le due unità di polizia penitenziaria che erano addette alla scorta hanno dovuto far ricorso alle cure dei sanitari».

Terni: fermato mentre spaccia, minaccia i finanzieri. Arrestato

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