Terni, crisi e difficoltà: «Ecco le nostre idee»

‘Stati generali del lavoro’, iniziativa Cgil e Cisl per mettere sul campo proposte su ambiente, sicurezza, lavoro, welfare e salute

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Una serie di proposte su ambiente, sicurezza, lavoro, appalti, welfare e salute da mettere a disposizione delle istituzioni e della politica per aprire un confronto. Questo lo scopo principale degli ‘Stati generali del lavoro’, l’iniziativa promossa da Cgil e Cisl che si è svolta la mattina del 1° maggio presso la biblioteca comunale a Terni.

Chi c’era, e chi no Presenti, per il mondo politico, il senatore Leonardo Grimani (Pd), il consigliere regionale Dem Eros Brega, Matteo Mercuri (responsabile politiche economiche M5s Terni) e il candidato sindaco di Terni Valley – LeU Alessandro Gentiletti: non pervenuti gli altri, papabili o che hanno già avanzato la propria candidatura. Assenti le associazioni datoriali. E sì che le proposte delle due sigle, oltre che uno stimolo per il dibattito pre-elettorale a Terni, erano in buona parte rivolte anche a loro.

Il senatore Leonardo Grimani e il candidato a sindaco Alessandro Gentiletti

IL DOCUMENTO CONGIUNTO CGIL-CISL: LE PROPOSTE

Il rischio Attilio Romanelli (segretario generale Cgil Terni), in apertura di mattinata, ha sottolineato che gli Stati generali del lavoro «nascono da una valutazione che facciamo da tempo con le altre organizzazioni sindacali sullo stato di crisi della comunità ternana, in particolare dell’area cittadina. L’obiettivo è presentare un documento che affronti alcune delle emergenze: mettiamo a disposizione delle forze politiche e delle istituzioni un’idea, un progetto sul quale si può aprire un confronto. Non è l’unica risposta – ha concluso – che può essere data, ma è una di delle risposte da offrire a una comunità che corre il rischio di chiudersi in una barbarie dove l’urlo sostituisce il ragionamento». Con lui al tavolo Riccardo Marcelli, segretario regionale Cisl Umbria. A tirare le conclusioni è stato invece il responsabile territoriale della Cisl, Angelo Manzotti, che ha evidenziato ancora una volta il pantano occupazionale, sociale ed economico da cui il territorio cerca di uscire anche attraverso strumenti come l’Area di crisi complessa.

PARLA ATTILIO ROMANELLI (CGIL): «RISCHIO CHE LE URLA SOSTITUISCANO IL RAGIONAMENTO», VIDEO

Le direttrici Sono quattro i punti sostanziali del documento presentato dalla Cgil e dalla Cisl: ambiente, sicurezza e salute (temi legati a chimica verde, economia circolare, gestione dei rifiuti, protocollo Sas, Mesop 2.0), infrastrutture (mobilità, logistica integrata e di ultimo miglio, piattaforma logistica, banda larga), appalti (condizioni dei lavoratori in appalto, legge regionale, protocolli) e welfare (contrattazione aziendale, contrattazione sociale, sistema sanitario, sicurezza).

Terni

Ambiente, sicurezza e salute In merito a questa tematica Cgil e Cisl evidenziano che «il sindacato vuole sviluppare la contrattazione per la riqualificazione del territorio, contro l’abbandono delle zone interne, contro il consumo del suolo e l’abusivismo, per la bioedilizia, contro la deforestazione e per la chiusura di tutte le discariche, sviluppando raccolta differenziata, recupero e riuso delle materie. La contrattazione dovrà svilupparsi anche per la tutela della biodiversità, per l’agricoltura e il turismo sostenibile. Non è importante solo quanto si differenzia, ma è importante qual è il materiale riciclato: necessario pensare che più che la quantità conta la qualità della raccolta differenziata che eleva la qualità dei materiali riciclati.

Visione ‘Smart city’ abbandonata Sulla mobilità e la logistica il sindacato attacca: «Possono essere un volano per uscire dalla crisi e cogliere le opportunità che offre anche il riconoscimento dell’area di crisi complessa. Serve una visione di ‘Smart city’ che accompagni le scelte politiche dei 18 comuni interessati all’area di crisi complessa. Quella visione colta e poi abbandonata di fatto dai comuni più importanti come Terni e Narni. Il Comune capoluogo è commissariato e di fatto è impossibile qualunque pianificazione. Il Comune di Narni, anche se in forte ritardo, sta valutando soluzioni interessanti elaborate da alcuni ricercatori dell’Istituto superiore di Fformazione e ricerca per i trasporti».

Focus sul lavoro

Lavoro e appalti «C’è la necessità – si legge nel documento di Cgil e Cisl – di una regia confederale, superando i ‘recinti. delle categorie e i ‘perimetri’ dei contratti nazionali. Ricondurre anche attraverso la contrattazione tutti i lavoratori della filiera nello stesso alveo di salario e diritti: lavoratori precari e lavoratori stabili, diretti e indiretti, operai e impiegati solo per fare alcuni esempi. Rilanciare la contrattazione di filiera significa equità di trattamento per tutti i lavoratori anche in termini di sicurezza; rivendichiamo la possibilità di contrattare le condizioni di lavoro ed il salario dei lavoratori per filiera, contratto per gara di appalto, contratto di committenza o per sito produttivo».

Welfare e tagli Sul welfare Cgil e Cisl sottolineano che «le difficili o spesso inesistenti relazioni sindacali sono tra i problemi più importanti che abbiamo nel nostro agire. Il Comune più grande della provincia di Terni, commissariato, sta traducendo in azioni i tagli al sociale, degli asili nido, dei trasporti per i disabili. Continuare – le proposte – il percorso già presentato nella piattaforma regionale per il piano sanitario regionale, frutto di un dipartimento welfare, rimarcando le necessità e le specificità del nostro territorio quali integrazione e  riorganizzazione delle due aziende sanitarie territoriali; ridefinizione delle funzioni ospedaliere da quelle dell’Usl, in cui gli ospedali di Narni-Amelia-Orvieto dovrebbero far parte dell’unica azienda ospedaliera territoriale e l’Usl dovrebbe riassumere i suoi compiti specifici occupandosi di prevenzione, riabilitazione, dimissioni protette e presa in carico post dimissioni con potenziamento dell’assistenza e della cura domiciliare. Liste di attesa snelle e vicine alle reali necessità dei pazienti, se si pensa che ad esempio esami urgenti possono sì essere fatti rapidamente ma a 50/60 chilometri di distanza senza pensare ai disagi di un anziano, magari solo e senza mezzo di trasporto per effettuarlo. Casa della salute H24, considerandola non soltanto uno slogan da campagna elettorale, ma realizzarla nel concreto, magari aprendo un confronto con i medici di medicina generale e dotandole di strumentazioni adeguate. Utile anche all’alleggerimento del pronto soccorso, che nell’attuale disorganizzazione delle liste di attesa viene utilizzato impropriamente, favorendo l’utilizzo del privato ed escludendo di fatto chi non può permetterselo. Sostenere la certenza dell’azienda ospedaliera di Terni che prevede l’adeguamento e la rivisitazione delle dotazioni organiche in base al fabbisogno reale e non alle disponibilità economiche».

Andrea Rosati

Rosati Nel pomeriggio sul tema lavoro è intervenuto anche il candidato a sindaco per la lista civica ‘Prima Terni’, Andrea Rosati: « Siamo stati incoraggiati e poi convinti a creare la lista ‘Prima Terni’ grazie alla riflessione sulla possibilità per i nostri figli di trovare lavoro a Terni. Ho una figlia di diciotto anni e sento spesso dire, da lei e dai suoi amici, che quando termineranno gli studi andranno a lavorare all’estero oppure nel nord dell’Italia. Il fatto che sia questa la prospettiva più comune per i nostri ragazzi ci dovrebbe far tremare i polsi. Non è un male in sé andare lontano per fare il lavoro che si vuole, questo è un percorso che io stesso ho fatto per una parte della mia vita, ma è spaventoso che questa decisione non sia una scelta ma un obbligo. C’è un senso di fallimento in questo. Chiaro che non dipende tutto da noi, le congiunture economiche nazionali e internazionali hanno influito. Ma ci abbiamo messo anche del nostro per peggiorare la situazione, con le errate scelte politiche e di sviluppo fatte nel nostro territorio. Basta citare le statistiche che purtroppo fanno capire gli effetti e quindi i fallimenti di queste politiche. I dati Istat del 2017 ci dicono che a Terni negli ultimi dieci anni la percentuale delle persone occupate (da inizio occupazione sino ai 64 anni) sono rimaste abbastanza invariate, leggermente in calo ma di poco. Quello che preoccupa però è la parte giovanile dei lavoratori, negli ultimi dieci anni nella fascia di età tra i 25 e i 34 anni gli occupati sono diminuiti del 17,4%: un’enormità! Le ragazze purtroppo ancora di più, nel ternano le donne tra i 25 e i 34 anni che lavorano, sono diminuite del 20,4% negli ultimi dieci anni. Quindi la situazione è che i ragazzi a Terni lavorano molto meno, e il fatto che il numero degli occupati è invece abbastanza costante si spiega in quanto c’è un aumento dell’età lavorativa e che l’occupazione di coloro che vanno in pensione più tardi copre in parte la mancata occupazione dei giovani. Tanto per non farci mancare nulla, la provincia di Terni è al 98° posto tra le 103 provincie italiane per variazione di occupati nella fascia giovanile. Che è come dire che Terni è uno dei posti peggiori in Italia dove un giovane può trovare lavoro. Se questo non è un fallimento, non saprei più neanche io come chiamarlo. Questo però è il passato, oggi si può aprire una fase nuova. Dobbiamo fare del tutto per invertire la tendenza, occorre attrarre imprese a investire nel nostro territorio in modo da creare occupazione. Occorre saper attingere ai finanziamenti nazionali e comunitari per invitare le imprese a venire a impegnarsi a Terni. Occorre puntare, quando possibile, su imprese che offrono innovazione perché queste hanno la capacità poi di fare ‘gruppo’ (cluster come si suole dire dagli addetti al lavoro), cioè di attrarre di conseguenza altre imprese nello stesso settore produttivo o complementare. Le possibilità ci sono per fare in modo che Terni inverti la tendenza depressiva che oggi ha, bisogna sapere come attingere a fondi messi a disposizione anche e soprattutto dall’Unione Europea. La nostra zona è stata catalogata come ‘un’area di crisi industriale complessa’ e come tale è facilitata per ricevere finanziamenti nazionali e internazionali, però questi non hanno generato l’obiettivo per cui erano stati messi a disposizione, forse perché non sono stati ottenuti completamente oppure perché non sono stati utilizzati in modo efficiente. Triste osservare che in altre zone italiane ed europee questi fondi invece hanno permesso un rilancio economico. Spesso dipende dalla capacità di avere ottime idee, di preparare un buon progetto di sviluppo e di avere tempestività nel proporsi e nello spendere. Ecco perché scrivevo che spesso i fondi non sono stati presi per mancata capacità o volontà di chi invece doveva farsene carico. Occorre cambiare. Il rilancio – conclude – dell’occupazione sarà il primo effetto positivo per Terni per cui noi di ‘Prima Terni’ siamo totalmente impegnati per far ciò che questo avvenga».

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