Terni, crisi in Comune: «Una tragicommedia»

Per Marco Cecconi (FdI-An), si tratta peraltro di un epilogo annunciato: «Una realtà che noi abbiamo denunciato – da soli – sin dal consuntivo 2013»

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Marco Cecconi

Marco Cecconi

di Marco Cecconi
Consigliere comunale di FdI-An a Terni

Eravamo appena all’inizio di questa consiliatura. E un giovane di belle speranze come l’avvocato Cavicchioli, capogruppo del PD, annunciava con sicumera modifiche al regolamento comunale: per evitare, per il futuro, che sulle dichiarazioni programmatiche del sindaco si dovesse consumare il rito – scomodo e noioso, evidentemente – di una discussione in aula. Che barba, che noia, avrebbe detto la coppia Mondaini-Vianello.

“Sono solo comunicazioni”, sosteneva Cavicchioli: e sulle comunicazioni non ci dev’essere dibattito.
Sono passati appena due anni ed è cambiato il mondo. Nel PD e tra le fila della maggioranza le belle speranze sono sparite. L’Amministrazione affoga nei debiti: 15milioni di euro fino a pochi giorni fa, poi adesso i milioni di euro sono diventati sicuramente 18 e molto probabilmente arriveranno a 22, sempre che ci si fermi qui. Una realtà che noi abbiamo denunciato – da soli – sin dal consuntivo 2013 ma che tutti hanno continuato a negare.

L’entità del marcio che viene a galla è comunque sicuramente maggiore di qualunque cifra. Le partecipate si sono rivelate per quello che noi abbiamo sempre sostenuto che fossero: macchine succhiasoldi a vantaggio del solo consiglio d’amministrazione, senza ritorno per i cittadini in termini di servizi e senza alcuna chiarezza – ancora una volta – sul saldo finale dare/avere tra il Comune e le sue aziende.

Inefficienza e menzogna si intrecciano ai limiti del dolo e sull’orlo di un pre-dissesto che non si ha nemmeno il coraggio di chiamare per nome.

Magari il sindaco pensa ancora di farla franca con un rimpastino di giunta. Magari lunedì prossimo in consiglio comunale ci verrà ad esporre le magnifiche sorti e progressive di un rilancio dell’azione amministrativa: azione che, impantanata così com’è ora, nella storia di Terni non è stata mai.

Ma il fatto è che ormai non ci crede più nessuno. E lo stesso Cavicchioli, per salvare non tanto le sorti di questa giunta al capolinea, quanto la propria faccia, invoca da Di Girolamo uno straccio di motivazione per schierarsi a suo favore lunedì prossimo in consiglio.

A favore di che? Le comunicazioni del sindaco – iscritte come tali al primo punto dell’ordine del giorno della seduta del 3 ottobre – sono a tutt’oggi top secret, nonostante l’impegno assunto in conferenza dei capogruppo di fornirle preventivamente ai consiglieri.

Di Girolamo comunicherà. Poi si discuterà, così, al buio. O, almeno, questo è il copione confezionato per quanti saranno disponibili a fare le comparse di una tragicommedia annunciata.

Magari, alla fine, si voterà persino. In barba al vecchio regolamento (che un voto, sulle comunicazioni, non si è mai spinto neanche ad immaginarlo). In assenza di un regolamento nuovo. Nel de profundis di tutte le belle speranze.

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