Terni, diritti disabili: «Basta chiacchiere»

Giovedì mattina le famiglie e le associazioni si sono riuniti sotto l’Usl e hanno incontrato il direttore generale Fiaschini, per avere risposte. Servono i fatti, non le promesse

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Di A. V.

‘Basta chiacchiere! Vogliamo i fatti!’ con questo slogan giovedì mattina, sotto la Usl Umbria 2, si sono riuniti i genitori di bambini con disabilità, gli adulti con disabilità e le loro famiglie per richiedere, ancora una volta, di rispettare i loro diritti che troppo spesso vengono lasciati da parte dalle istituzioni, che, come dicono le associazioni, fanno solo promesse che non vengono mantenute.

usl-disabili-terni1-copyL’appuntamento Giovedì mattina, alle 10,30, un centinaio di persone si sono riunite sotto la Usl. Alle colonne del palazzo affissi cartelloni gialli e verdi che recitano lo slogan della ‘riunione’, ma anche un minaccioso ‘Questo è solo l’inizio’. Ma c’è anche chi porta con sé cartelli decisamente più piccoli che però urlano a gran voce ‘Vogliamo servizi efficienti’. Tempo di due chiacchiere, di qualche sfogo, e di qualche ultimo chiarimento e la delegazione si sposta al quarto piano. E come la peggiore delle sorprese piombano nell’ufficio di Imolo Fiaschini, direttore generale dell’Usl.

Patricia Durilli, associazione 'Un volo per Anna'

Patricia Durilli, associazione ‘Un volo per Anna’

Le richieste Sono tre le domande che vogliono risposte: l’immediata predisposizione di progetti individuali, la costituzione di unità operativa per gli adulti con disabilità e che si trovi finalmente un primario definitivo per la neuropsichiatria infantile, rimasta per troppo tempo senza qualcuno a capo. Per troppo tempo, infatti, non c’è stato nessuno che assicurasse continuità e globalità garantendo l’appropriatezza degli interventi sulle caratteristiche di ogni bambino. Ma fondamentali sono anche le figure professionali che devono seguire i ragazzi come, ad esempio, il neurofisiatra o il logopedista, figure che però nella struttura mancano. I minori seguiti sono tantissimi, sono sui 1300, 3-400 dei quali in situazioni gravi, i casi sono in continuo aumento, e i genitori sono sempre più preoccupati perché, vista la situazione della struttura, «le diagnosi vengono fatte fuori, ma a Terni non si fanno le cure necessarie». L’incontro dura molto e intanto, chi è rimasto fuori, si scambia opinioni e racconta le sue storie.

PARLANO LE RAPPRESENTANTI DI ‘ALADINO’ E DI ‘UN VOLO PER ANNA’

usl-disabili-terni4-copyScuole nel caos Simonetta racconta la storia del figlio. Giovanni ha 14 anni e quest’anno avrebbe dovuto frequentare il primo anno di liceo, ma Giovanni sta ancora a casa, forse inizierà a ottobre. Non è lui che non vuole andare, non è Simonetta a essere troppo ‘protettiva’ è la scuola che non può prenderlo perché l’organico non è al completo. Mancano gli insegnanti di sostegno e mancano gli operatori.«E con l’aumento di casi di disabili la ‘coperta’ che è già corta, lo diventa sempre di più», racconta Simonetta. Ma non è l’unica cosa che lamenta. Un altro grande problema si verifica l’estate: mandare un disabile a un campo sportivo è un’ ‘Odissea’ che i genitori affrontano ogni anno. «A metà maggio si inizia a cercare di ottenere qualcosa – dice la mamma – poi in extremis riesci ad ottenere una o due settimane da qualche parte. Ma queste attività sono importantissime per i disabili perché sono uno sfogo da un lato, ma dall’altro sono un’occasione per stare a contatto con i normodotati. È questione di civiltà».

disabili, borse terapeutiche

Il testo che Maria Grazia Mechelli presenterà al vicesindaco

Le borse terapeutiche Maria grazia, invece, ha un figlio adulto al quale è riuscita a comprare una casa con i suoi risparmi, ma questo non basta. Infatti in qualche modo il ragazzo deve mantenersi e per questo esistono le borse terapeutiche, previste dalla convenzione Onu e dalla legge ‘Dopo di noi’. Con queste borse gli assistenti sociali dovrebbero tracciare un profilo ad personam del disabile, formarli per il lavoro più adatto a loro e poi dovrebbero essere assunti. «Invece – racconta Maria Grazia – ai ragazzi dicono di guardare sul portale dell’ufficio collocamento quali lavori sono disponibili e quando vedono che si ricercano idraulici, meccanici ecc. e non c’è nulla per loro si demoralizzano». Eppure il figlio è uscito con 98/100 dal liceo scientifico di Todi. «Questi ragazzi crescono – dice –  e spesso sono depressi, non c’è bisogno che ad aggravare la situazione ci pensino gli assistenti sociali. Ci stanno queste ragazze che non fanno altro che dire: ‘Non è un vero lavoro, quello che prenderesti non è uno stipendio’. È una violenza psicologica». Queste borse terapeutiche dipendono dal Comune per questo mercoledì sera, alle 21, Maria Grazia incontrerà il vicesindaco Malafoglia per chiedere delucidazioni.

usl-disabili-terni2-copyLe risposte Mentre dentro finivano di parlare delle ultime cose sono arrivate le prime ‘risposte’. Solo per il centro di neuropsichiatria infantile si è detto qualcosa simile al concreto. Fiaschini, infatti, avrebbe detto che in due mesi verranno assunte le figure mancanti e si troverà una soluzione prima a breve termine, ma poi, a quanto pare ci sarà un concorso. E comunque sembra esserci più un’attenzione alla creazione di piani individuali. Per quanto riguarda l’unità operativa per adulti, invece, non è chiaro come questa si costituirà. Non si sa ancora se sarà allargato il centro di salute mentale o se a questo potranno accedere solo adulti con alcune disabilità ed altri no.«Fiaschini non lo sa». A questa ultima battuta le voci si sono alzate e Morena, dell’associazione Aladino, he detto «Se a breve non riusciamo ad ottenere le risposte che vogliamo organizzeremo un pullman e andremo sotto la Regione a Perugia». L’ultimo problema da dibattere è quello dei progetti individualizzati. Quattro ne sono partiti, ma non si sa bene in cosa consistano perché nessuno sembra saperlo.

usl-disabili-terni4-copyProgetti individualizzati A spiegare la situazione è la mamma di una ragazza di 20 anni.«Ho una figlia adulta e questo è un ‘problema’ perché se i minori hanno qualcuno che li segue, gli adulti non hanno nessuno, non si sa chi dovrebbe seguirli. Il passaggio dall’infanzia all’età adulta è difficile da gestire vista la mancanza di strutture. Ora dovrebbero partire questi progetti individuali. Mia figlia è tra le ragazze che l’hanno richiesto. Praticamente dovrebbero prendere il suo curriculum e creare un progetto sulla base delle sue potenzialità, ma non si bene in cosa consista. Anche se ci siamo dentro, non siamo riuscite ancora a capire di cosa si tratta. Una cosa è certa, più il tempo passa più la situazione peggiora: il personale manca e le strutture per la riabilitazione iniziano a togliercele (per fortuna la piscina ce l’abbiamo ancora). Siamo nel degrado».

 

 

 

 

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