Terni, piano sgombero ex Isrim: impasse per smaltimento e rifiuti

A gennaio l’autorizzazione per avviare l’attività. Ma tante difficoltà e situazione da sbloccare nell’area di Pentima

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di S.F.

Operazione di sgombero dei materiali e dei beni accumulati nel corso degli anni per far sì che tutto il complesso torni nella piena disponibilità – libero da persone e cose – in ottica del rilancio dell’area per attività di studio e ricerca. Più facile a scriverlo che a farlo: a sette mesi dall’autorizzazione stabilita da una delibera della giunta regionale per il compendio immobiliare ex Isrim è ancora tutto – o quasi – al palo. Gli ostacoli sono sostanzialmente due: lo smaltimento e l’individuazione dei rifiuti speciali presenti in zona. Serviranno delle procedure d’appalto specifiche.

Terni, ex Isrim: via al ‘piano sgombero’

Da sbloccare

L’intero compendio immobiliare di Pentima supera i 22 mila metri quadrati e in particolar modo l’area interessata dal provvedimento della Regione riguarda la sala convegni, la palazzina uffici e la struttura sede dei laboratori ex Isrim (il curatore è Francesco Venturi). Il fallimento dell’Istituto superiore di ricerca e formazione sui materiali speciali per tecnologie avanzate è datato 11 febbraio 2015 e da allora la situazione è sotto gli occhi di tutti: stato di abbandono e niente rilancio. A gennaio il primo input di palazzo Donini per avviare lo sgombero ma, a sette mesi di distanza, all’apparenza nulla è cambiato. E così è dopo aver chiesto delucidazioni direttamente a chi si occupa della vicenda.

OPERAZIONE EX ISRIM: I DETTAGLI

LO STATO DELL’ARTE

Le difficoltà

In sostanza l’affanno attuale è dovuto allo smaltimento – un po’ come la vicenda ex Dicat a Terni –  del materiale presenti negli immobili, cartaceo e non. Come ad esempio arredi e strumentazioni lasciate dalle varie società attive nell’area nel corso degli anni: il responsabile unico del procedimento, Mauro Pianesi, a gennaio aveva già fatto presente delle difficoltà legate alla mancata disponibilità fisica delle chiavi per la palazzina in quanto in mano dei liquidatori di alcune società cui Isrim aveva concesso il godimento dell’immobile. Delle interlocuzioni con le ditte in questione ci sono state ma il processo è comunque rallentato anche perché c’è da comprendere bene se – e quanti – rifiuti speciali ci sono. La storia sarà lunga. Non sono escluse alienazioni di beni di proprietà della Regione non più necessari per il conseguimento delle «finalità istituzionali».

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