di S.F.
Un decesso per mieloma multiplo avvenuto nell’ottobre del 2010, anni di lavoro al ‘Santa Maria’ di Terni come tecnico di radiologia medica – il periodo va dal 1976 al 2004 – e un ‘input’ dell’Inail. Sono gli elementi cardine di una vicenda che, da tempo, coinvolge un cittadino ternano e l’azienda ospedaliera: ne è nata una causa civile che si appresta a vivere i passaggi decisivi.
Il fatto
L’azione legale riguarda un professionista che per quasi tre decenni è stato impegnato in ospedale: nel 2009 gli venne diagnosticato il mieloma multiplo, trattato – purtroppo senza esito positivo – con radioterapia, chemioterapia e due trapianti autologhi. Al centro dell’attenzione l’esposizione nel tempo alle radiazioni ionizzanti: l’Inail in passato ha riconosciuto la natura professionale – sulla base delle conclusioni della Iarc, l’Internacional agency for research on cancer – della malattia neoplastica. Tuttavia la questione è cambiata seguito all’intervento del Ctu nominato dal tribunale del lavoro: in ballo c’è una richiesta di risarcimento – attraverso un ricorso – danni derivanti dalla malattia portata avanti.
La causa
Si tratta del Consulente tecnico d’ufficio, esperto con specifiche competenze che svolge la funzione di ausiliario del giudice: in sostanza ha stabilito – la sua versione – che non c’è alcuna relazione causale tra l’esposizione professionale alle radiazioni e l’insorgenza del mieloma multiplo nonostante il precedente riconoscimento Inail. Negato dunque il nesso di casualità. Su tutto ciò dovrà riflettere il giudice.