Terni, fase due: «La parola d’ordine è ‘responsabilità’»

Il punto del questore Massucci su quanto accadrà dal 4 maggio. «Meno paura delle multe: per questo dobbiamo dimostrarci maturi. Temo ritorno della criminalità»

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di F.T.

«La parola d’ordine della ‘fase due’ sarà ‘responsabilità’. Perché se nella cosiddetta ‘fase uno’ c’è stata un’ottima risposta dei cittadini in termini di comportamenti, anche a causa di regole chiare e di un rischio sanzioni molto concreto, ora che alcune possibilità di spostamento vengono nuovamente concesse, questo timore di prendersi una multa può legittimamente scemare. Ma è qui, adesso, che le persone devono dimostrarsi ancora di più responsabili. Perché se per caso i contagi dovessero salire di nuovo, a rimetterci saremmo tutti. In primis i nostri ospedali che ora, dopo tanta fatica, possono lavorare in condizioni più normali».

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Cala la paura: «Vale la pena trasgredire?»

Il questore di Terni Roberto Massucci analizza lo scenario della ‘fase due’ che prenderà il via da lunedì 4 maggio e fa anche il punto su come siano andate le cose finora. «Dal punto di vista dei controlli – osserva il questore – non cambierà molto. Il modello organizzativo basato sulle strategie condivise in prefettura e che ho fatto mie in una specifica ordinanza, in collaborazione con tutte le forze di polizia, ha funzionato. La linea è quella, solo che il contesto, ora, diventa più difficile. Ci troveremo di fronte – spiega Massucci – a condotte evidentemente trasgressive, come gli assembramenti o il muoversi in maniera del tutto ingiustificata sul territorio. Dall’altro lato però avremo alcune posizioni legittimanti il cui unico limite sta nella responsabilità delle persone. Se ad esempio nel corso della stessa giornata una persona va a lavorare, poi va a trovare i parenti, al cimitero, a fare la spesa, a portare a spasso il cane e infine a correre quando magari non c’è mai andato in vita sua, allora la situazione può diventare oggettivamente pericolosa. Nei termini di un rischio sanitario che può riflettersi sulle vite di ciascuno, sulle libertà ‘riconquistate’ e sulle strutture ospedaliere. Credo che a nessuno sfugga che non ne vale davvero la pena».

‘FASE DUE’, IL MINISTERO DELL’INTERNO FISSA I PALETTI

«Non è un ‘liberi tutti’»

«Se prima dovevamo stare tutti in casa – prosegue Roberto Massucci – ed era quello il luogo della ‘sicurezza’, ora il sistema si fonda sulla responsabilità delle persone. Se si immagina la ‘fase due’ come una sorta di ‘liberi tutti’ in cui approfittare di ogni situazione che può legittimare l’uscita dalla propria abitazione, allora temo che possa accadere qualcosa di spiacevole. La prima fase è stata ben gestita da tutti e i risultati conseguiti dall’Umbria in termini di contagi, dopo alcuni momenti molto critici, lo dimostrano. Ora è il momento di far vedere quanto siamo o siamo diventati maturi. Le sanzioni ci sono state e ci saranno ma non sono la chiave di volta e, anzi, non fa certo piacere vedere persone normalissime, per bene, alle prese con problemi come quelli derivanti da condotte irresponsabili».

La criminalità torna sulla scena: «Ne siamo consapevoli»

Con la ‘fase due’ si apre un altro scenario più attinente i classici compiti di polizia delle forze dell’ordine. Con le possibilità concesse, non è infatti difficile immaginare che la criminalità – intesa come quella che di reati vive quotidianamente, dallo spaccio di droga ai furti – torni per riprendersi degli spazi, magari pure con gli ‘interessi’. «Oltre al controllo – spiega il questore di Terni – dobbiamo pensare a riattivare le funzioni di polizia. Come ogni azienda, anche l’azienda-criminalità ha risentito del fatto di non poter disporre di spazi e occasioni per ‘lavorare’. Se si riattiva la vita civile, allora lo stesso vale per quella criminale. Ne consegue che anche noi dovremo tenere gli occhi ancora più aperti sul territorio, attraverso l’analisi di dati e informazioni, controlli, esami oggettivi delle realtà illecite presenti. Senza contare che, durante la prima fase dell’emergenza, solo il traffico di droga non si è mai fermato, a differenza ad esempio dei furti in abitazione letteralmente crollati. Cosa accadrà non possiamo saperlo, ma possiamo immaginarlo». Infine, sulle prospettive della ‘fase due’: «Se guardo alla ‘fase uno’ – afferma Massucci – sto tranquillo. Ma siccome io tranquillo non ci sto mai, penso già alle verifiche a tappeto che faremo, ad esempio, sui parchi che sono stati aperti. Perchè è lì che potrebbero concentrarsi più persone in alcuni momenti della giornata ed è lì che gli assembramenti, forse più che altrove, possono verificarsi. Esistono norme ben precise sì, da rispettare, ma la prima norma dobbiamo darcela noi se vogliamo continuare ad uscire dalla paura del virus, dai suoi rischi e da questa sorta di incubo collettivo».

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