Terni, folle fuga dopo il furto: la compagna dell’arrestato replica

Il fatto è accaduto nel tardo pomeriggio di lunedì. L’uomo è un 47enne romeno che aveva rubato la punta di un trapano da Bricocenter

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Il caos è iniziato quando, nel tardo pomeriggio di lunedì, è stato scoperto a rubare la punta di un trapano – valore 5 euro – da Bricocenter, a Terni. A quel punto l’uomo, 47enne di origini romene e già noto alle forze dell’ordine, ha iniziato a dare in escandescenze, dando il là ad un inseguimento che si è concluso con il suo arresto da parte dei carabinieri del Nor di Terni.

Scoperto dalla vigilanza

A sorprendere il soggetto dopo il furto è stato il personale di vigilanza dello store: il 47enne aveva strappato la fascetta antitaccheggio, nella speranza di superare le casse senza far suonare l’allarme e quindi senza dare nell’occhio. Ma i suoi movimenti non sono passati inosservati e i vigilantes lo hanno bloccato e condotto negli uffici per un controllo.

L’inseguimento

Lì l’uomo ha iniziato a creare problemi, rifiutandosi di collaborare, con conseguente richiesta di intervento ai carabinieri di Terni. Quando ha capito la mala parata, il 47enne è fuggito di corsa, salendo a bordo della propria auto e facendo scattare un inseguimento che si è concluso nella zona di piazza della Pace, non prima di aver causato un incidente – non grave – con una pattuglia dell’Arma che procedeva a sirene spiegate e lampeggianti accesi.

Arresto e denuncia

A quel punto sono arrivati anche i rinforzi e, raggiunto e bloccato nei pressi della sua abitazione di via Papa Giovanni XXIII, l’uomo ha continuando opponendo una strenua resistenza, spintonando i militari e rifiutandosi di fornire le proprie generalità. A dargli manforte – riferisce l’Arma ternana – è arrivata anche la compagna, 64enne connazionale, che avrebbe cercato di impedire l’accesso alle pattuglie. Alla fine, non senza fatica, i due sono stati condotti in caserma: il 47enne è stato arrestato – con applicazione dei domiciliari in attesa dell’udienza di convalida – per resistenza a pubblico ufficiale e rifiuto di fornire le proprie generalità, la donna è stata invece denuciata a piede libero per gli stessi reati.

Arresto convalidato

L’arresto dell’uomo è stato poi convalidato martedì dal tribunale di Terni: la misura disposta è quella dell’obbligo di firma con udienza di merito il prossimo 28 gennaio di fronte al giudice Francesca Scribano. Il 46enne è difeso dall’avvocato Massimo Oreste Finotto.

La replica

Accogliamo qui la lettera della compagna 64enne dell’uomo arrestato: «I fatti sono stati ben diversi di quello che hanno dichiarato i carabinieri. Inseguimento non è stato proprio dal negozio fino a casa, con lampeggianti accesi e sirene spiegate. Il mio compagno – scrive la donna – è arrivato da solo con la sua auto a casa, non accompagnato da nessuna pattuglia di carabinieri, e ha parcheggiato la sua auto nel cortile retro casa. A quel punto io da dentro l’abitazione, sentendo le forti urla di un carabiniere che sventolando un paio di manette chiedeva, urlando, al mio compagno di mettersi in ginocchio a faccia in giù, sono scesa giù per chiedere spiegazioni di quello che era successo. Una volta scesa, sono stata aggredita sia verbalmente che fisicamente, con spintoni col suo braccio contro il mio collo. Non ho cercato d’impedire l’accesso alle pattuglie, chiedendo solo le spiegazioni per quello che succedeva. Nel frattempo sono arrivate sul posto altre pattuglie, in tutto una decina di carabinieri, che hanno continuato ad urlarci che ci avrebbero mandato nel nostro paese di origine. Dopo siamo stati portati tutti e due in caserma dove non ci hanno fatto mai parlare. Voglio specificare che il e il mio compagno non abbiamo mai avuto precedenti con la polizia e siamo tutti e due incensurati, non, come è stato scritto, ‘già noti alle forze del ordine’. Un’altra cosa molto importante è che non hanno chiesto a nessuno dei due i documenti, fino quando non siamo arrivati in caserma. Giunti in caserma al mio compagno lo hanno messo in una stanza e a me su ho corridoio e quando mi hanno chiesto i documenti, ho risposto che non ce li avevo con me e li aveva il mio compagno che li ha consegnati a loro. Il furto proprio non è stato compiuto e nessuna denuncia è stata sporta. Anche io nell’articolo sono stata citata come denunciata a piede libero per gli stessi reati: ‘resistenza a pubblico ufficiale e rifiuto di fornire le proprie generalità’. Informazioni affatto vere».

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