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Home » Terni, giovani mamme costrette a prostituirsi in Lungonera Savoia: scattano due arresti

Terni, giovani mamme costrette a prostituirsi in Lungonera Savoia: scattano due arresti

di Simone Francioli
18 Settembre 2021
in Cronaca
Tempo di lettura: 3 minuti di lettura
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di F.T.

Avevano lasciato da pochi giorni i rispettivi mariti e figli in Moldavia, per partire alla volta dell’Italia alla ricerca di un lavoro dignitoso con cui mantenere le proprie famiglie. Un ‘viaggio della speranza’ quello di tre giovani donne moldave – due 22enni ed una 23enne – che, una volta giunte a Latina e ‘accolte’ da un connazionale di 41 anni, sono state dirette verso Terni e consegnate ad un altro moldavo di 22 anni. Qui hanno vissuto giorni di inferno prima che i carabinieri del Nor di Terni le liberassero dall’appartamento situato in un grattacielo di via Lungonera Savoia, in cui erano state rinchiuse e costrette a prostituirsi.

Il blitz del 7 settembre

L’indagine, illustrata dal comandante della Compagnia carabinieri di Terni Alessio Perlorca, dal comandante del Nor Francesco Caccetta e che è stata condotta dal tenente Alessandro Gianforte – con il coordinamento del pubblico ministero Matthias Viggiano – è partita da alcune segnalazioni informali relative ad un presunto ‘giro’ di prostituzione nel palazzo in questione. Attività di osservazione e appostamenti hanno confermato il ‘viavai’ a cui, lo scorso 7 settembre, ha fatto seguito il blitz dei militari dell’Arma di Terni. Una volta entrati in casa, hanno trovato le tre ragazze che non parlavano neanche una parola di italiano. Ma attraverso il traduttore di Google, hanno fatto capire chiaramente ai militari che desideravano solo una cosa: essere portate via da lì, da quell’inferno. Contestualmente i carabinieri hanno arrestato in flagrante il 22enne moldavo per i reati di reclutamento, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione.

L’arresto del ‘capo’ a Latina

L’indagine, basata anche sulle successive denunce delle tre giovani, è poi proseguita e il 14 settembre ha vissuto un’altra ‘giornata campale’. Gli investigatori sono infatti riusciti a risalire anche al 41enne moldavo di stanza a Latina – ma già residente a Terni e con solidi contatti in città – che aveva ‘gestito’ per primo le ragazze. Su ordine del gip di Terni Barbara Di Giovannantonio, l’uomo è stato arrestato per gli stessi reati del 21enne connazionale – ristretto a Terni – ed è stato condotto nel carcere di Civitavecchia.

Schiave e minacciate

Nella conferenza stampa di giovedì mattina i carabinieri hanno spiegato che le tre ragazze, una volta arrivate a Terni, si erano viste privare subito dei documenti di identità ed erano state chiuse in casa. Un progetto criminale chiaro, per incassare soldi veri – si contano fra i 15 e i 20 clienti al giorno (per aprire il portone del palazzo digitavano il numero ‘504’ sulla tastiera, da qui il nome dell’operazione, ndR) in grado di spendere fra i 70 e i 100 euro a prestazione – trasformando in ‘schiave’ le poverette che in Italia speravano solo di migliorare la propria vita e quelle dei propri cari. Nei verbali raccolti dagli inquirenti ci sono finite anche le percosse e i maltrattamenti perpretrati dal giovane ‘aguzzino’ che organizzava l’attività, consegnava quotidianamente i preservativi, si occupava degli annunci online sul sito ‘Bakeca’. Insomma le teneva sotto scacco anche dietro la minaccia che, se non avessero obbedito, sarebbe accaduto qualcosa di brutto ai loro familiari in patria. Una situazione triste, squallida a cui la procura di Terni e l’Arma – attraverso l’operazione che suggella il quadriennio del maggiore Perlorca a Terni, che da venerdì guiderà il Nor dell’Arma di Bologna – hanno messo la parola fine. Ora le tre ragazze si trovano presso una struttura protetta, per ricostruire la propria vita dopo il buio dei giorni ternani.

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