«Terni ha bisogno di un nuovo ospedale. Ora unire ciò che c’è»

Gino Venturi della Uil propone: «Se la ripartenza al ‘Santa Maria’ è lenta, dipende anche da una struttura ormai superata»

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di Gino Venturi
Segretario della Uil di Terni

L’inadeguatezza dell’ospedale di Terni, edificato negli anni ’60, è oggettivamente acclarata sebbene nel tempo non ci sia stato posto rimedio, a differenza del resto dell’Umbria. La vicenda Covid-19 tuttavia non fa che accentuare drammaticamente i limiti da obsoloscenza. Così, mentre altri ospedali stanno riprendendo in pieno l’attività sospesa durante la pandemia, il nosocomio di Terni riavvierà l’attività per un 40% rispetto alla fase precedente. Infatti le stringenti norme di sicurezza, che comportano anche il distanziamento, si scontrano con la mancanza di spazi, la loro inadeguata configurazione, la commistione dei percorsi sporco-pulito.

Gino Venturi

Tutto ciò provoca un enorme allungamento delle liste di attesa, già consistenti prima della pandemia. Tanto per farsi un’idea prima del Covid si registravano fino a 20 pazienti al giorno per l’endoscopia digestiva mentre ora se ne potranno soddisfare solo 6 al giorno. Tempi biblici per alcuni interventi: intorno ai due anni per la settoplastica, oltre 500 giorni per un’ernia, oltre 400 giorni per la colecisti, oltre 300 giorni per l’artoplastica per rizoartrosi, l’artoprotesi ginocchio, la colecistectomia laparoscopica, la decompressione per sindrome tunnel carpale, l’emorroidectomia, l’erniopalstica inguinale, la safenectomia, la settoturbinoplastica, la tenolisi, la tonsillectomia e il tumore benigno della prostata. Per la cataratta sono in attesa oltre mille pazienti che dovranno aspettare almeno un anno, stesso tempo dovranno aspettare anche gli 800 pazienti con patologie otorino. Chiusa del tutto la storica sala prelievi dell’ospedale che fino a tempo indietro dava risultati in tempo reale mentre ora, per le analisi del sangue, occorre aspettare dai 15 ai 30 giorni.

Tutto ciò danneggia enormemente prima di tutto i cittadini del nostro territorio ma è anche un danno economico per l’intera Regione in quanto aumenta la mobilità passiva verso altri ospedali portando pazienti e soldi altrove e affievolisce il ruolo attrattivo del nostro territorio nei confronti dei viterbesi, dei reatini e dei romani. Certo, per evitare un ulteriore allungamento delle liste di attesa è necessario personale (mancano 90 infermieri e 50 operatori socio sanitari) ma c’è anche l’impellente necessità di spazi adeguati. Dunque non si può più perdere tempo rispetto a due irrinunciabili obiettivi, uno da realizzare immediatamente e uno da realizzare a medio termine: l’unificazione degli ospedali e la realizzazione di un nuovo ospedale.

La realizzazione di un nuovo ospedale da decidere subito è obiettivo non rinunciabile, dopo attenta valutazione anche in termini urbanistici sull’ubicazione e l’analisi della mobilità, dei flussi veicolari e dei necessari parcheggi. Per la sua utilizzazione tuttavia è logico pensare al 2030. Nel frattempo, senza perdere un giorno di più, è indispensabile procedere all’unificazione gestionale degli ospedali di Terni, Narni e Amelia visto che la tanto auspicata integrazione tra l’azienda ospedaliera e la Usl 2 non si è mai realizzata. Dunque si deve mettere a rete l’insieme degli ospedali del territorio trasferendo a Narni, per esempio, posti letto di medicina generale e liberando così presso quello di Terni ampi spazi da ristrutturare subito per assicurare in tempi ragionevoli quelle prestazioni che ora richiedono anni di attesa. Naturalmente questo comporta vantaggi anche per Narni il cui ospedale attualmente langue e che invece sarebbe così rivitalizzato anche con una più consistente ed integrata attività ambulatoriale specialistica.

Questo è il momento per intervenire a difesa del nostro territorio anche in considerazione degli ingenti finanziamenti straordinari che si prevedono per la nostra Regione sul versante sanitario (si ipotizzano oltre 536 milioni di euro). Questo è il momento di realizzare una grande e costruttiva mobilitazione, che sia corale (istituzioni, associazioni, cittadini), a difesa del nostro diritto alla salute e per la tutela anche degli interessi economici dell’intera Regione. In questa prospettiva di sensibilizzazione e mobilitazione, tra le varie iniziative, la Uil di Terni lancia un ‘appello on line’ che sarà possibile sottoscrivere già dai prossimi giorni.

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