Il futuro delle centrali idroelettriche del gruppo E.On e dei lavoratori, denunciano i sindacati di categoria «è ancora immerso nell’incertezza». Nel pomeriggio di lunedì si è svolta un’assemblea dei lavoratori di Villa Valle, dalla quale è questa incertezza è emersa, insieme a tanta tensione.
I dubbi Dal 27 novembre 2013, «quando si apprese la volontà di E.On di abbandonare l’Italia, non ritenuta più strategica sotto le spinte della cancelliera tedesca, che chiese al proprio campione nazionale di concentrarsi sul settore elettrico tedesco, apparve subito chiaro che sarebbe stato estremamente difficile evitare di nuovo lo spezzatino, visto che a detta della stessa azienda, ciò avrebbe comportato un beneficio economico per la cedente. Ed infatti mentre eravamo in attesa di incontri ministeriali mai giunti, il 13 gennaio 2015 è arrivato l’annuncio dell’amministratore delegato di E.On dell’avvenuta cessione delle centrali termoelettriche alla ceca Eph (Energetichy Prumyslovy Holding), 4500 mw in sei centrali diverse sparse per l’Italia, cessione ferma al momento, in attesa dell’ok dell’antitrust. Il 19 febbraio 2015 invece la notizia della cessione dei 50 megawatt di fotovoltaico alla società F2I, che attraverso la società Hfv (Holdig fotovoltaica), diventa la seconda del settore italiano. Ed ora tocca ai 16 impianti dell’idroelettrico ternano, che con la concessione fino al 2029 per i suoi 513 Megawatt, sembra finora destinato a finire nelle mani della famiglia italiana Garrone, attraverso la società genovese Erg».
Il personale Impossibile, a giudizio dei sindacati, «ipotizzare una traiettoria per un futuro che resta ancora incerto, a causa della decisione dell’antitrust sulla cessione a Eph, ma anche a causa del protrarsi della trattativa sull’idroelettrico e quindi della impossibilità di ragionare sull’occupazione ternana, che riguarda soprattutto circa 90 lavoratori degli staff dei 160 totali attualmente occupati a Terni. Le uniche indiscrezioni riguardano la volontà della società Eph di affittare alcuni locali in città per mantenere una sede sul territorio, che dovrebbe occupare circa 45 lavoratori, tra personale di staff, tecnici e postazioni di telecontrollo. Il resto dei lavoratori dovrebbe restare ancorato alla cessione dell’idroelettrico, che dovrebbe invece contenere la palazzina direzionale all’interno del polo elettrico di Villa Valle».
L’impegno I sindacati dicono che «l’Unico impegno strappato all’azienda è quello del passaggio dei lavoratori alle nuove società attraverso la cessione di contratto, formula che attraverso il passaggio senza soluzione di continuità, metterebbe al riparo dalla cancellazioni dei diritti prevista dal job acts. Ma chiederemo di inserire delle garanzie di salvaguardia per l’occupazione e per il mantenimento delle strutture sul territorio per un tempo congruo».
Le centrali Ma il dubbio più grande riguarda «l’operazione di Eph e la sua capacità di rilanciare l’attività delle centrali, alcune delle quali sempre ferme, in un contesto ancora difficile come quello del mercato elettrico italiano, dove molte società energetiche sono state costrette a chiudere numerose centrali termoelettriche. Per farsi una prima idea su questo sarà necessario però attendere di conoscere il piano industriale di Eph, che sarà presentato solamente dopo l’ok dell’antitrust. Intanto, restiamo in attesa di un nuovo incontro con il ministero che si era impegnato, circa venti giorni fa, ad incontrare la società Eph per avere rassicurazioni. Il 6 marzo a Roma nella sede di E.On, nuovo incontro con l’azienda