Tutto è bene quel che finisce bene: a distanza di poco più di due giorni dalla ‘fuga’, i tre ‘furbetti’ che martedì sera avevano cenato presso l’Antica Macelleria Pucci di Terni, senza pagare il conto, sono tornati a saldare il dovuto. Per il ristorante, decisiva è stata anche (e soprattutto) l’eco mediatica suscitata dal fatto. Ma insomma, al di là dei timori per le eventuali conseguenze, è sempre un bene quando qualcuno ammette le proprie mancanze e fa il possibile per ‘rimettersi in regola’. Questo è accaduto e fa certamente piacere. Di seguito il post del locale, pubblicato nella prima serata di venerdì: «Colpo di scena! ‘Quelli del tavolo 17’, dopo due giorni dal nostro pubblico grido di dolore, sono tornati di loro spontanea volontà a trovarci per pagare il conto, attirati anche dall’enorme trambusto mediatico causato dal post dell’altro giorno. Si sono scusati per essersi ‘dimenticati di pagare, allontanandosi soprappensiero, dopo aver fumato una sigaretta’. Abbiamo accettato le scuse (e i soldi) e considerato chiusa la faccenda. Ci sembrava giusto informare tutti – scrive Pucci – anche per l’incredibile dose di solidarietà ricevuta da ogni parte. Per una volta un problema si è risolto spontaneamente senza dover caricare le forze dell’ordine di un (ennesimo) problema di modesta, seppur fastidiosissima, importanza. Detto ciò vorremmo rispondere pubblicamente alle centinaia di richieste che ci sono giunte di pubblicare i volti dei presunti furbetti. Non è possibile, specialmente quando si muovono accuse pesanti a qualcuno. Esistono due fattispecie di reato: la violazione della privacy e l’esercizio arbitrario delle proprie ragioni. In particolare – conclude l’attività commerciale – la seconda questione è insidiosa perché equivale al concetto di farsi giustizia da soli, e non è ben vista dall’ordinamento giudiziario italiano. Fate attenzione dovesse succedere a voi, perché oltre al danno, è possibile dover subire la beffa».
Terni: al momento di pagare, si alzano e se ne vanno. Pucci li ‘cucina’ con ironia