Terni, il futuro è avanti oppure è alle spalle?

Che città è, dove vuole andare, quali linee di sviluppo si individuano? Come la vogliamo nel 2030? – Il corsivo di Walter Patalocco

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di Walter Patalocco

Qual è il progetto per Terni? E soprattutto: c’è un progetto per Terni? Che città è, dove vuole andare, quali linee di sviluppo si individuano? Come la vogliamo la Terni del 2030?

Non si sa. Eppure sarebbe necessario costruirlo un progetto. Scegliere, indicare una linea di tendenza. Scelte, magari imprecise o per paradosso sbagliate, ma già il farle sarebbe un (piccolo) segno di vita. Invece l’azione principale di governo appare essere una guerra, con l’elmetto in testa e rannicchiati in trincea, per salvare quel che si può.

Non c’è da sorprendersi perciò se, da un’indagine compiuta per conto della Uil, emerge che nei ternani (giovani, soprattutto, ma anche adulti) “il tasso di sfiducia è molto elevato e complessivamente non si intravedono buone prospettive per la città”.

IL RAPPORTO 

“Regresso”, “declino”, “svuotamento”, sono i termini che ricorrono quando ai cittadini si chiede di prefigurare uno scenario.
Non è che manchino idee tra la gente comune. Il fatto è semmai che sono tante, forse troppe, a volte confuse: dalla promozione culturale a quella turistica; da sturt up innovative alla ricerca. Ma chi mette a sistema queste idee? Chi stabilisce priorità?

“Le caratteristiche che vengono unanimemente riconosciute all’amministrazione sono: cecità, ottusità, lentezza, staticità, scarsa intelligenza, scarsa lungimiranza, incompetenza, scarsa flessibilità, mancanza di visione, attaccamento al passato. Viene inoltre lamentata una mancanza di dialogo con la cittadinanza e l’incapacità di portare avanti progetti di ampio respiro in maniera continuativa” dice il rapporto dell’indagine promossa dalla Uil.

I ternani hanno della loro città una sensazione di decadenza; la percepiscono come eterodiretta (dalla Regione, da Perugia, da Roma e persino da Rieti), incapace di reagire e quindi incline a racchiudersi sulla speranza che il passato continui ad essere anche il futuro.

I tratti caratteristici di una classe dirigente decapitata in tempi troppo recenti (va ricordato il repulisti della fine del secolo scorso) sembrano essere la mancanza di coraggio e la conservazione dello statu quo.

E così Terni oggi appare come una città che ha, sì, un grande futuro, ma dietro le spalle.

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