Terni, il giudice Socci ‘vola’ in Cassazione

«Ma resterò sempre legato a Terni: una ‘scuola’ importante e un ambiente ideale. Avrei accettato solo la Corte Suprema»

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di F.T.

Il ‘palazzaccio’: così i romani – e non solo loro – chiamano il palazzo di Giustizia della capitale. È il massimo approdo per un magistrato, il culmine di una carriera: e quella di Angelo Matteo Socci, un’istituzione a Terni dove ha operato per ben 25 anni, ha trovato il suo riconoscimento.

Il palazzo di Giustizia di Roma

Il palazzo di Giustizia di Roma

Promozione Molisano di Campolieto, il giudice Socci – ora è ufficiale – lascerà il tribunale di Terni il prossimo 15 settembre. Destinazione: la Suprema corte di Cassazione dove molto probabilmente andrà a ricoprire il ruolo di giudice in una delle sezioni penali. Un ambito, questo, in cui è riconosciuto – dai colleghi e dallo stesso ambiente legale – come un punto di riferimento a livello nazionale, capace di fare ‘scuola’ grazie a sentenze innovative e in grado di fare ‘giurisprudenza’.

Volto umano Ma ad Angelo Matteo Socci è riconosciuta anche quell’umanità che non è poi così scontata fra i corridoi del palazzo di giustizia. Lo confermano le sue parole: «L’ho sempre detto, e anche fatto: avrei lasciato Terni solo per la ‘chiamata’ della Cassazione. E così è stato. Questa città mi ha dato tanto. Terni è stata un’ottima ‘scuola’ per la mia crescita professionale. Sono arrivato nel 1988 occupandomi di diritto del lavoro e penale. In questi anni ho maturato esperienze importanti, seguendo anche casi di particolare rilevanza, trovando però sempre un ambiente ideale per poter svolgere questo difficile mestiere».

‘Arrivederci’ Dalle cause di lavoro, ai primi processi penali, fino agli incarichi nei collegi giudicanti – Corte d’Assise inclusa – del tribunale di Terni. Angelo Matteo Socci ha detto la sua – con riconosciuto equilibrio – in tutti i processi penali più importanti che si sono celebrati in città negli ultimi anni. Sostituirlo non sarà facile: «Ma io continuerò ad occuparmi di Terni – dice fra il serio e il faceto – perché tutti i procedimenti prima o poi arrivano in Cassazione». Insomma, una garanzia in più. A Terni, in tribunale, potrebbe prendere il suo posto il giudice Barbara Di Giovannantonio, attualmente operativa in ambito civile. Il condizionale è d’obbligo, visto che fra arrivi, partenze e ‘incastri’, ogni soluzione viene data al momento possibile.

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