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Home » Terni: «Il Pmal sta perdendo commesse»

Terni: «Il Pmal sta perdendo commesse»

di Fabio Toni
29 Gennaio 2020
in Altre notizie, Lavoro
Tempo di lettura: 2 minuti di lettura
La fabbrica d'armi di Terni

La fabbrica d'armi di Terni

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Faccia a faccia fra sindacati e rsu del Polo mantenimento armi leggere di Terni e il comandante logistico dell’esercito, il generale Francesco Paolo Figliuolo, in visita martedì presso lo stabilimento di viale Brin. All’ufficiale, le sigle ed i lavoratori hanno illustrato «la gravissima situazione di stallo che affligge il Polo di Terni che, dopo lustri di inutili attese e vane promesse, nel giro di meno di due anni sprofonderà in un forse irreparabile collasso produttivo e occupazionale».

«Si stanno perdendo commesse»

«Già oggi il Pmal – scrivono Fp Cgil, Fp Cisl, Uilpa e rsu in una nota – è costretto a rinunciare a importanti commesse di lavoro, ad esempio da parte dell’Arma dei carabinieri, a seguito della gravissima carenza di personale valutabile fin da ora in oltre cento persone. Senza adeguate e immediate misure volte ad assicurare in tempi brevissimi un corposo e straordinario piano di assunzioni – almeno 200 persone per il triennio 2020/2022 -, comprendente anche la possibilità di ricorrere a contratti a tempo determinato o in somministrazione, in pochi mesi – dicono i sindacati – verranno vanificate le potenzialità tecnico-industriali di un ente che ha caratterizzato da quasi 150 anni lo sviluppo demografico sociale ed economico dell’intero territorio ternano».

Richieste puntuali

«Non solo – aggiungono le sigle -, l’inesorabile perdita di know how del Polo, cui è attribuita la manutenzione a livello nazionale delle armi leggere individuali e di squadra dell’esercito, produrrà pericolosi effetti e gravi ricadute, in termini strategici ed economici, sul sistema difesa del paese e sulla sicurezza delle migliaia di militari che operano nelle varie missioni in Italia e all’estero». Premesse che fanno sospettare a sindacati e rsu «di programmi di esternalizzazione e frammentazione dell’attività istituzionali. Servono subito – ecco le richieste – risposte concrete su sblocco del turnover e avvio dei bandi di concorso per il personale civile in deroga alla legge 244/12, riapertura delle ex scuole allievi operai e assunzioni a tempo determinato per superare il gap generazionale e consentire la trasmissione delle conoscenze, ricerca e consolidamento delle commesse di lavoro a favore dell’esercito e delle altre forze armate e Corpi armati dello Stato, investimenti nella manutenzione e ammodernamento degli impianti e attrezzature, riqualificazione del personale militare verso profili tecnici da impiegare nei reparti produttivi». Senza risposte, i sindacati sono pronti «ad interrompere le relazioni e mettere in atto tutte le azioni di mobilitazione del personale necessarie».

L’interrogazione

Sul tema intervengono anche i parlamentari della Lega: «Sosteniamo la valorizzazione di un sito strategico per la manutenzione delle armi leggere e l’approvvigionamento dei militari in italia e all’estero, anche per l’importanza che esso riveste sul fronte occupazionale per il territorio ternano. A tal proposito annunciamo la presentazione di una interrogazione sia alla Camera che al Senato al Ministero della Difesa, al quale chiederemo quali strategie si vorranno attuare per la salvaguardia del Pmal, oltre all’individuazione di un percorso che implichi non solo la sopravvivenza del sito, ma un reale progetto di sviluppo dal punto di vista occupazionale, consentendo – concludono – di rispondere in maniera adeguata alle esistenti e alle nuove commesse di lavoro».

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