Terni, il servizio Spdc non si sposta

Allarmato il presidente della Unmil Colasanti per il processo di riorganizzazione degli spazi dell’ospedale. La Usl 2: «Non abbiamo al momento soluzioni alternative di collocazione»

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di Francesca Torricelli

«Se per i locali attualmente occupati dal servizio Spdc – Servizio psichiatrico di diagnosi e cura; ndR – che insistono in una palazzina esterna adiacente a quella di malattie infettive dell’ospedale Santa Maria di Terni, verrà disposto uno spostamento, sono pronto ad incatenarmi per impedirlo», tuona il presidente della Unmil di Terni, Gianfranco Colasanti.

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Gianfranco Colasanti

L’ospedale riorganizza gli spazi

«Apprendo – spiega Colasanti – che l’ospedale ha avviato un processo di riorganizzazione degli spazi e dei percorsi che comporta una ridefinizione logistica e organizzativa di alcune strutture e che ha richiesto alla Usl Umbria 2 la disponibilità a liberare i locali attualmente occupati dal servizio Spdc. Vorrei ricordare al commissario straordinario Andrea Casciari che secondo l’articolo 6 della Legge 180 non è assolutamente possibile spostare quel servizio perché deve rimanere all’interno dell’ospedale principale provinciale. Ribadisco che farò di tutto perché questo non avvenga».

Andrea Casciari

Casciari: «Ho semplicemente chiesto alla Usl 2 di valutare»

Nell’ambito del progetto di ampliamento del centro di malattie infettive, risponde Casciari, «l’azienda ospedaliera utilizzerà ovviamente solo gli spazi a propria disposizione, come quelli attualmente dedicati all’oncoematologia che sarà trasferita al piano terra del corpo centrale, ma come è normale in ogni fase progettuale si stanno cercando tutte le possibili soluzioni migliorative. In quest’ottica ho semplicemente chiesto alla Usl Umbria 2 la disponibilità a valutare eventuali condizioni per migliorare anche la collocazione del servizio Spdc».

La Usl Umbria2: «Non abbiamo al momento soluzioni alternative di collocazione»

«È stato comunicato al commissario Casciari per le vie brevi, ma seguirà una nota ufficiale – fa sapere la direzione della Usl Umbria 2 – che in questo momento non abbiamo soluzioni alternative ad una diversa collocazione del servizio Spdc, che dal punto di vista normativo va prevista strutturalmente e funzionalmente all’interno di una struttura per acuti».

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