Il Giubileo della Misericordia inizia ufficialmente anche a Terni, con l’apertura – da parte di monsignor Giuseppe Piemontese – della Porta della Misericordia della cattedrale, unica chiesa giubilare diocesana, dove, si legge in una nota ufficiale, «ci si potrà recare pellegrini e lucrare l’indulgenza».
LA LETTERA DEL VESCOVO PER IL GIUBILEO
La cerimonia La chiesa di San Pietro, per la liturgia introduttiva era strapiena. Oltre ai fedeli hanno partecipano le istituzioni cittadine e della provincia con i gonfaloni delle città e le autorità militari. Alla cerimonia, presieduta dal vescovo Giuseppe Piemontese, erano presenti il prefetto vicario Andrea Gambassi, il senatore Gianluca Rossi, il sindaco di Terni Leopoldo Di Girolamo, i sindaci dei Comuni di Guardea, Giove, Lugnano, Alviano e i rappresentanti istituzionali dei comuni di Amelia e Narni, il questore Carmine Belfiore, il colonnello dei carabinieri Giovanni Capasso, il comandante dei Vigili del fuoco e le altre autorità militari.
LE FOTO DEL POMERIGGIO DI PREGHIERA
I detenuti Alla cerimonia partecipano anche quattro detenuti nella Casa circondariale di Terni, insieme alla direttrice Chiara Pellegrini, al cappellano padre Rino Morelli, al magistrato di sorveglianza e ad agenti della polizia penitenziaria, che hanno raggiunto la chiesa di San Pietro a piedi, in pellegrinaggio da vocabolo Sabbione.
LA PROCESSIONE – GUARDA IL VIDEO
La processione Dopo la liturgia la processione lungo corso Vecchio, piazza della Repubblica, piazza Europa, via Roma, via dell’Arringo fino a piazza Duomo, dove il vescovo Piemontese ha aperto la Porta Santa e ha presieduto la concelebrazione eucaristica con i sacerdoti della diocesi dando il via al Giubileo della Misericordia.
Nel cuore del Padre «Nell’anno della misericordia ci viene offerta l’opportunità di un bagno rigeneratore e di un nuovo cammino di vita», ha detto il vescovo nell’omelia. «Guardiamo alla nostra vita presente e passata. Le ombre nascoste eppure pesanti, i peccati, i rancori, le ingiustizie, le debolezze trasformate in ferite, mai rimarginate; le situazioni che non abbiamo mai avuto il coraggio di riconoscere e affrontare apertamente e di cui proviamo vergogna: in questo Giubileo possiamo veder tutto guarito e cancellato nel bagno della misericordia. Basta che lo vogliamo, che ci presentiamo al Padre e poniamo la nostra vita e la nostra storia ai suoi piedi. L’immagine adatta e appropriata per questo momenti non è quella del colpo di spugna, né della operazione meccanica compiuta sul computer della vita con la pressione del tasto ‘delete’ su una serie di files pieni di virus evidenziati: sei proprio sicuro di voler cancellare? No. sarebbe operazione meccanica, impersonale e tutto sommato nemmeno efficace e definitiva. Si tratta invece di sentir fremere le nostre viscere, di lasciarci raggiungere dalla nostalgia del calore della casa paterna, e dallo slancio nell’abbraccio come in un tuffo tra le braccia e nel cuore del Padre».
La sofferenza «Sono tempi difficili per tutti. Siamo orgogliosi dei successi della globalizzazione. Ma abbiamo globalizzato anche il disagio, l’insicurezza, la paura e l’instabilità umana, psicologica, sociale, spirituale, cristiana. La confusione regna sovrana anche a livello nazionale, nelle nostre città, paesi, famiglie e comunità. I riferimenti fondanti, i principi etici, morali e civici quali coordinate per orientare e sorreggere l’esistenza, si sono persi. A livello sociale sono tante le ingiustizie, crisi e disagi sempre più insopportabili; a livello politico con una terza guerra mondiale combattuta a pezzettini; a livello religioso con una insofferenza e sopraffazione di gruppi sedicenti religiosi, che ammazzano e perseguitano con ferocia inaudita in nome di Dio; a livello ecologico con stravolgimenti climatici, provocati da un atteggiamento di disordine e rapina, che rischiano di condurre a conseguenze incalcolabili di distruzione della terra; a livello ecclesiale con l’invito a ritornare più decisamente al Vangelo, da vivere e annunciare, a 50 anni dal Concilio Vaticano II».
La Misericordia Parlando della Misericordia il vescovo ne ha esposto i vari aspetti legati ai sentimenti, ma anche con i miseri, i bisognosi «gli altri che si pongono di fronte al nostro cuore in dialogo di reciprocità, chiedendo e donando, in senso simbolico, ma anche in senso materiale». Misericordia intesa anche come «grembo materno, potenzialmente fecondo e realmente generatore e custode della vita nella fase di maggiore bisogno e nella provocazione della tenerezza che diventa suscitatore di emozioni e di fremiti che coinvolgono il corpo e tutta la persona» o come l’attenzione del Padre «che non si dà pace per il figlio, attirato dalle chimere di un mondo traviato e ormai ridotto nella servitù più umiliante e disumana» ed infine misericordia operosa come quella del samaritano che «si lascia commuovere e si china in soccorso dell’umanità, anzi di un uomo percosso e ferito da odiosi briganti e umiliato dall’indifferenza dei simili che hanno anestetizzato il fremito del cuore compassionevole e isterilita la propria capacità generativa, ormai spenta alla promozione e custodia della vita umana». In questo anno giubilare la misericordia si identifica con «la mano benedicente del sacerdote, che a nome di Dio ripete centinaia e centinaia di volte: io ti assolvo all’uomo e alla donna smarriti, che fiduciosi del perdono del Padre non si arrendono alle debolezze del male, che vanno debellate con l’umiltà e col costante abbandono fiducioso alla grazia di Dio. Misericordia è il perdono donato a chi è debitore verso di noi, dopo aver sperimentato a nostra volta la gioia del perdono di Gesù. Misericordia è ritrovarci attorno alla mensa del Signore per impararne la Lui il significato e per nutrirci del pane della vita che ci insegnerà a sperimentare la gioia della misericordia».
IL VESCOVO APRE LA PORTA SANTA – IL VIDEO
Lunedì Un altro momento giubilare importante dell’apertura ufficiale del Giubileo a Terni, è previsto per lunedì, quando il vescovo Giuseppe Piemontese farà visita al carcere di Terni per l’apertura della porta della Misericordia per i detenuti.
La ‘cittadella’ L’opera segno di carità per l’anno giubilare che la diocesi ha deciso di realizzare sarà la cittadella della solidarietà ‘don Sandro Bigi’ di Amelia, che comprenderà l’accoglienza di minori non accompagnati, laboratorio per donne immigrate, emporio della solidarietà e ospizio dei pellegrini.