Un risarcimento di poco superiore ai 103 mila euro: è quello che un medico dell’azienda ospedaliera ‘Santa Maria’ di Terni, contumace nel contesto del ‘processo’ contabile, dovrà versare alla stessa azienda per un caso di ‘malasanità’ accaduto fra il 2011 e il 2012. A deciderlo è stata la Corte dei Conti dell’Umbria.
Una somma pari a quanto liquidato a seguito della sentenza civile che nel 2017 – il medico è stato condannato anche in sede penale, nel 2018, per lesioni personali colpose – aveva dato ragione al paziente, che – anche in ragione di pregresse problematiche di salute – aveva dovuto affrontare un vero e proprio calvario.
In sostanza, era stato sottoposto ad un intervento chirurgico all’apparato genitale che, secondo la procura contabile, si poteva evitare con una terapia farmacologica conservativa. La conseguenza era stata una fistola uretrocutanea che aveva reso necessari trattamenti clinici e chirurgici specialistici. Da qui la contestazione di una condotta gravemente colposa che anche la Corte dei Conti, nel decidere, ha fatto propria.