Un ambito lavorativo sostanzialmente privo di tutele, complesso, talvolta simile ad una ‘giungla’. E dove alcuni operatori, qualche giorno fa a Terni, hanno deciso di protestare, scioperare, per mandare un messaggio chiaro.
«A Terni – spiegano in una nota – si sta consumando un grave problema legato al lavoro irregolare nel settore del food delivery. Numerosi rider operano in città senza contratto, spesso utilizzando più account e identità diverse grazie al subappalto di contratti ufficiali di piattaforme come Deliveroo. Questo sistema permette a molti di aggirare le regole, creando un doppio danno: alle casse dello Stato e a chi lavora onestamente nel settore».
«Di fronte a questa situazione – proseguono – abbiamo deciso di agire. È stato presentato un esposto alla Guardia di Finanza, regolarmente protocollato, e sono stati avviati numerosi dialoghi con il Comando dei carabinieri del lavoro. Tuttavia, nonostante queste segnalazioni e il nostro impegno costante, manca un intervento concreto da parte delle autorità competenti e delle istituzioni locali».
«A peggiorare il quadro – precisano i rider scesi in strada per protestare – si aggiunge la totale assenza di controlli sull’igiene e sull’uso corretto degli zaini per il trasporto del cibo da parte dei rider irregolari. Una situazione che rischia di compromettere non solo il rispetto delle regole del mercato del lavoro, ma anche la sicurezza dei consumatori. Chiediamo un’azione decisa e immediata – concludono – da parte delle istituzioni e dei ristoranti cittadini. Ignorare questa realtà non fa altro che alimentare un sistema scorretto e pericoloso. È ora di garantire il rispetto delle leggi e di proteggere chi lavora nel pieno rispetto delle regole».
A prendere posizione sul tema è il consigliere regionale del PD, Francesco Filipponi: «Esprimo la mia vicinanza ai lavoratori del food delivery che hanno manifestato con un sit-in pacifico di protesta a Terni. I rider chiedono attenzione da parte delle istituzioni che devono intervenire su un problema di lavoro irregolare che riguarda un intero settore: quello del food delivery. E questa è una questione che parte da Terni ma riguarda anche altri territori della nostra Regione. Non possiamo più chiudere gli occhi davanti ad una situazione che vede lavoratori senza un contratto e aziende che aggirano le regole. Nonostante i rider si siano mossi presentando esposti e segnalando il problema alle forze dell’ordine, il loro sfruttamento continua. È ora che la politica e le istituzioni ne prendano atto e passino ad azioni concrete. Il Partito democratico è sempre stato sensibile alle tematiche della tutela del lavoro, in ogni sua forma. Lo testimonia la proposta di legge presentata nella scorsa legislatura dall’allora gruppo Pd proprio per la tutela dei riders, lavoratori spesso senza voce, che non possono essere dimenticati e che hanno bisogno di essere sostenuti. Una proposta di legge che invece, dopo essere approdata nell’Aula di Palazzo Cesaroni, è stata rinviata in commissione per poi essere dimenticata. Per questo auspichiamo che quelle idee vengano riprese per essere approvate. Anche perché si tratta di proposte che vanno a rafforzare, a livello locale, quanto già previsto dalla normativa nazionale. La strada del cambiamento – conclude – che gli umbri hanno imboccato – conclude Filipponi – passa anche dal dare attenzione a questo tipo di proteste pacifiche. È arrivato il momento di intervenire su situazioni dimenticate per troppo tempo, dando sostegno a lavoratori che hanno bisogno di tutele».
Prende posizione anche Sinistra Italiana Terni: «La protesta dei rider a Terni mette in luce una situazione intollerabile nel settore del food delivery che richiede interventi immediati e strutturali. Come Sinistra Italiana Terni esprimiamo piena solidarietà ai lavoratori e sottolineiamo l’urgenza di una regolamentazione organica del settore, a partire dall’introduzione del salario minimo. La presenza diffusa di lavoro irregolare, l’utilizzo improprio di account multipli e il fenomeno del subappalto selvaggio evidenziano il fallimento di un sistema che sfrutta i lavoratori e danneggia l’erario. Il mancato rispetto delle norme igieniche e di sicurezza, inoltre, mette a rischio non solo i lavoratori ma anche i consumatori. La denuncia dei rider ternani è la dimostrazione che una normativa favorevole alle aziende come il jobs act non è affatto servita a combattere il lavoro nero. Lo smantellamento degli ispettorati del lavoro ha completato l’opera, cancellando ogni possibilità di controllo da parte degli organi a ciò preposti. La situazione – sottolinea la segreteria provinciale – dei rider a Terni è emblematica di un sistema che va completamente ripensato. L’introduzione del salario minimo a 9 euro l’ora, come da noi proposto, rappresenterebbe un primo passo fondamentale per garantire dignità e tutele a questi lavoratori. Non è accettabile che in una società moderna esistano ancora zone grigie dove lo sfruttamento è la norma. La digitalizzazione non può diventare un pretesto per cancellare diritti fondamentali. Il lavoro dei rider è lavoro a tutti gli effetti e come tale va tutelato e regolamentato. Sinistra Italiana continuerà a battersi al fianco dei lavoratori per garantire dignità, sicurezza e giusti compensi».